Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 27 febbraio 2014, n. 4750 Ritenuto in fatto 1. – È impugnata la sentenza della Corte d’appello di Roma, depositata il 1° aprile 2008, che ha riformato la sentenza del Tribunale di Roma con cui è stata accolta l’opposizione, proposta da S.S., avverso il decreto ingiuntivo che le...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 24 febbraio 2014, n. 4323. Si applica la normativa sulla responsabilità disciplinare dei magistrati al giudice che si sia reso responsabile a causa di negligenza di ritardi nei depositi fino a 1.038 giorni oltre i 60 giorni
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 24 febbraio 2014, n. 4323 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. TRIOLA Roberto Michele – Presidente Sez. Dott. RORDORF Renato – Presidente Sez. Dott. MASSERA...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 14 gennaio 2014, n.1248. La condotta del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio che utilizzi il telefono d'ufficio per fini personali, al di fuori dei casi di urgenza nonché di specifiche e legittime autorizzazioni, integra il reato di peculato d'uso solo se produce un danno apprezzabile al patrimonio della Pubblica Amministrazione o di terzi, ovvero una lesione concreta alla funzionalità dell'ufficio, mentre deve ritenersi penalmente irrilevante se non presenta conseguenze economicamente e funzionalmente significative
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 14 gennaio 2014, n.1248 Ritenuto in fatto 1. La Corte di Appello di Milano con sentenza del 19 novembre 2011 confermava in punto di responsabilità la sentenza del Tribunale di Lodi del 20 maggio 2010 di condanna di C.M. , ritenendo integrata l’attenuante di cui all’articolo 323 bis...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 24 febbraio 2014, n. 4366. L'amministratore puo' essere convenuto in giudizio per qualunque azione concernente le parti comuni dell'edificio – raccordandola con il principio dell'attribuzione in capo all'assemblea di condominio del potere gestorio, ha affermato che l'amministratore di condominio puo' anche costituirsi in giudizio e impugnare la sentenza sfavorevole, anche senza previa autorizzazione a tanto dall'assemblea, ma dovra', in tal caso, ottenere la necessaria ratifica del suo operato da parte dell'assemblea per evitare pronuncia di inammissibilita' dell'atto di costituzione ovvero di impugnazione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 24 febbraio 2014, n. 4366 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TRIOLA Roberto Michele – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. MATERA Lina – Consigliere Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere Dott. FALASCHI...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 26 febbraio 2014, n. 9300. Quando il Magistrato di Sorveglianza travalica la sua competenza funzionale quando si occupa di una modalità esecutiva dell’isolamento che non gli compete
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 26 febbraio 2014, n. 9300 Ritenuto in fatto 1. – Con ordinanza deliberata in data 11 giugno 2013, depositata in cancelleria il 12 giugno 2013, il Magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia accoglieva l’istanza avanzata nell’interesse di F.G., volta a ottenere la cessazione del divieto di comunicare con...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 26 febbraio 2014, n. 9367. Dichiarato responsabile del reato di cui all’art. 612 co. II CP., ascrittogli per avere, nel corso di un colloquio avuto con un’insegnante della figlia, nella scuola elementare, minacciato di morte la ex moglie, il suo compagno e la stessa figlia, mostrando alla professoressa la pistola che deteneva in una valigetta
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 26 febbraio 2014, n. 9367 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 5.11.2012 la Corte di Appello di Palermo riformava parzialmente la sentenza del Giudice Monocratico del Tribunale di Trapani, in data 3.12.10, con la quale A.G. era stato dichiarato responsabile del reato di cui all’art. 612 co....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 febbraio 2014, n. 5150. In tema di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, e la consumazione dei relativi reati
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 3 febbraio 2014, n. 5150 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. LANZA Luigi – Consigliere Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna...
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 3 febbraio 2014, n. 2279. Illegittimo l’avviso di accertamento emesso prima dei 60 giorni dalla verifica se non sussistano motivi di estrema urgenza
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria Sentenza 3 febbraio 2014, n. 2279 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHINDEMI Domenico – Presidente Dott. SAMBITO Maria Giovanna Concetta – rel. Consigliere Dott. BOTTA Raffaele – Consigliere Dott. BRUSCHETTA Ernestino Luigi – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 27 febbraio 2014, n. 9608. Condannato, per il reato di cui all’art. 86 del d.P.R. n. 570 del 1960, perché, per ottenere il voto elettorale a vantaggio di una candidata alle elezioni del 2007 per il rinnovo del consiglio comunale di Erice, aveva promesso all’elettore S.R. l’assunzione presso una costituenda cooperativa (in data prossima all’aprile 2007).
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 27 febbraio 2014, n. 9608 Ritenuto in fatto 1. – Con sentenza del 29 novembre 2012, la Corte d’appello di Palermo ha confermato la sentenza del Tribunale di Trapani del 18 dicembre 2009, con la quale – per quanto qui rileva – l’imputato era stato condannato, per il...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 21 febbraio 2014, n. 4190. In tema di prova della scientia decoctionis nella revocatoria fallimentare, non è violato il divieto di praesumptio de praesumpto dal giudice di merito il quale, ritenuta, in base alle circostanze, presuntivamente provata la conoscenza, da parte della banca creditrice, del bilancio della società debitrice, poi fallita, al momento del pagamento, ne evinca, altresì, la conoscenza dello stato di insolvenza palesato dal documento contabile, la quale consapevolezza costituisce una mera implicazione della ritenuta conoscenza del bilancio: sicché, in tali casi, si è al cospetto di un’unica presunzione, sia pure articolata su autonome circostanze di fatto. Infatti, in astratto e salvo l’esame in concreto dei singoli indici utilizzati dal giudice, nel pieno del contraddittorio, per pervenire alla conclusione della sussistenza della scientia decoctionis da parte dell’accipiens, un tale metodo si rivela corretto
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 21 febbraio 2014, n. 4190 Svolgimento del processo 1. La Corte d’appello di Milano ha accolto l’appello proposto dall’Istituto Bancario San Paolo di Torino – IMI spa avverso la sentenza del Tribunale di Milano con la quale era stata, a sua volta, accolta la domanda revocatoria proposta dalla...