In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, ai fini della configurabilità del reato di promozione, direzione o organizzazione del gruppo criminale, a prescindere da formali o rituali investiture, è necessario che il ruolo apicale o la posizione dirigenziale non si esauriscano in vanterie e opinioni individuali, ma risultino in concreto esercitati, siano riconosciuti...
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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 23 agosto 2016, n. 35381
In tema di misure cautelari da applicare nei confronti di soggetti gravemente indiziati quali partecipi di associazioni di tipo mafioso sussistono due presunzioni: una prima presunzione, di carattere relativo, concernente la sussistenza di esigenze cautelari, e una seconda (che opera una volta che non sia stato possibile superare la precedente con argomenti di segno opposto,...
Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 2 maggio 2016, n. 18132
Manifestamente infondata la questione di legittimita’ costituzionale dell’articolo 110 e 416 bis c.p., sollevata per asserito contrasto con l’articolo 25 Cost., comma 2 e articolo 117 Cost., quest’ultimo in riferimento all’articolo 7 della Convenzione EDU, per violazione del principio di legalita’, nella parte in cui le due disposizioni di legge ordinarie attribuiscono rilevanza penale alla...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 febbraio 2016, n. 4961. In materia di impugnazione di misure cautelari personali, il termine per il deposito della motivazione dell’ordinanza del Tribunale del riesame decorre dalla data della deliberazione in camera di consiglio attestata nel dispositivo e non dalla eventuale diversa data del deposito in cancelleria del dispositivo medesimo. Precisazione a favore dell’indagato dopo che la legge 16 aprile 2015 n. 47, in vigore dall’8 maggio scorso, ha riformato l’articolo 309 comma 10 del c.p.p. introducendo un nuovo termine perentorio prima inesistente.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 febbraio 2016, n. 4961 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIANDANESE Franco – Presidente Dott. PRESTIPINO Antonio – Consigliere Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere Dott. RAGO Geppi – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 22 gennaio 2016, n. 3043. In tema a di trasferimento fraudolento di valori; da un lato, l’attività del concorrente si può estrinsecare: a) sia in capo al soggetto che risulti formalmente intestatario della quota, che nella realtà appartiene al socio occulto; b) sia in capo al soggetto che, essendo socio effettivo e non mero prestanome, accetta consapevolmente che nella sua società entri un soggetto come socio occulto attraverso la presenza di un prestanome. Quanto, poi, al profilo soggettivo, solo la totale inconsapevolezza del fine illecito in base al quale la persona sottoposta, o sottoponibile, a misure di prevenzione patrimoniale patrimoniale agisce, può assumere rilievo in ordine all’esclusione della sussistenza dell’elemento soggettivo del reato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 22 gennaio 2016, n. 3043 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESATA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 ottobre 2015, n. 39858. La mera frequentazione di soggetti affiliati al sodalizio criminale per motivi di parentela, amicizia o rapporti d’affari ovvero la presenza di occasionali o sporadici contatti in contesti territoriali ristretti non costituiscono elementi di per sé sintomatici dell’appartenenza all’associazione
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 ottobre 2015, n. 39858 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuel – Consigliere Dott. DE AMICIS G. – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 giugno 2015, n. 24535. Ai fini della configurabilità del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, la forza intimidatrice espressa dal vincolo associativo
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 9 giugno 2015, n. 24535 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 11 giugno 2015, n. 24771. In ambito di associazione mafiosa si deve considerare imprenditore colluso colui che sia entrato in un rapporto sinallagmatico con la consorteria, mentre è imprenditore vittima quello che, non venendo a patti con l’organizzazione, cede all’imposizione in quanto soggiogato dall’intimidazione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 11 giugno 2015, n. 24771 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 17/4/2014, la Corte di appello di Napoli, in parziale riforma della sentenza dei Gup presso il Tribunale di Napoli, in data 11/6/2013, esclusa la circostanza aggravante di cui all’art. 7 L. 203/91, rideterminava la pena...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 giugno 2015, n. 25799. La condotta di partecipazione ad associazione di tipo mafioso è riferibile a colui che si trovi in rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da implicare, più che uno “status” di appartenenza, un ruolo dinamico e funzionale, in esplicazione del quale l’interessato “prende parte” al fenomeno associativo, rimanendo a disposizione dell’ente per il perseguimento dei comuni fini criminosi. Pertanto, la “mera contiguità compiacente”, la “vicinanza” o “disponibilità” nei riguardi di singoli esponenti, anche di spicco, dei sodalizio mafioso, non qualificano la condotta del partecipe.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 18 giugno 2015, n. 25799 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza resa il 9 dicembre 2013 la Corte di Appello di Palermo confermava quella pronunciata il 14 febbraio 2013 dal GUP del Tribunale della sede e con essa la condanna alla pena di anni cinque di reclusione di...
Corte di Cassazione, sezione II, ordinanza 16 aprile 2015, n. 15807. Per qualificare come mafiosa un’organizzazione criminale e’ sufficiente la capacita’ potenziale, anche se non attuale, di sprigionare, per il solo fatto della sua esistenza, una carica intimidatrice idonea a piegare ai propri fini la volonta’ di quanti vengano in contatto con gli affiliati all’organismo criminale, non essendo, quindi, necessario che sia stata effettivamente indotta una condizione di assoggettamento ed omerta’ nei consociati attraverso il concreto esercizio di atti intimidatori
Suprema Corte di Cassazione sezione II ordinanza 16 aprile 2015, n. 15807 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Ciro – Presidente Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere Dott. RAGO Geppi – rel. Consigliere Dott. VERGA Giovanna – Consigliere Dott....