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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 7 maggio 2012. Non è consentito al conduttore autoridursi o sospendere il canone di locazione in forza di controcrediti

Corte di cassazione – Sezione VI civile – Sentenza 7 maggio 2012. Non è consentito al conduttore autoridursi o sospendere il canone di locazione in forza di controcrediti Il testo integrale[1] Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 7 maggio 2012 Così stabilito dalla Suprema Corte. Per gli Ermellini, tale comportamento si trasforma in un’alterazione del...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza n. 6128 del 19 aprile 2012. Il condominio deve rimborsare icanoni di locazione pagati per fruire di un altro alloggio durante i lavori di riparazione a causa di infiltrazioni

Suprema Corte di Cassazione Sezione II sentenza n. 6128 del 19 aprile 2012 Svolgimento del processo Con sentenza n. 167/2005 il Tribunale di Genova – adito da D.O., M.F. e F.S. nei confronti del condominio dell’edificio sito in via (omissis) in quella città – respinse la domanda degli attori, intesa ad ottenere la condanna del...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 27 aprile 2012, n.6582. E’ da escludere che un regolamento di condominio, per sua natura finalizzato a disciplinare l’uso dei beni comuni da parte dei condomini, possa costituire un diritto di servitù su di un bene comune in favore di un bene di proprietà esclusiva di uno dei condomini

La massima E’ da escludere che un regolamento di condominio, per sua natura finalizzato a disciplinare l’uso dei beni comuni da parte dei condomini, possa costituire un diritto di servitù su di un bene comune in favore di un bene di proprietà esclusiva di uno dei condomini. CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II CIVILE SENTENZA 27...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 2 gennaio 2012, n.3. Nel caso in cui, nel corso di un procedimento instaurato nelle forme del rito sommario di cognizione (art. 702 bis c.p.c.) venga sollevata una questione relativa alla sospensione necessaria o facoltativa del processo per pregiudizialità (artt. 295 e 337, secondo comma, c.p.c.), il rito sommario deve essere mutato in rito ordinario ai sensi dell’art. 702 ter, terzo comma

Le massime 1. Qualora tra due giudizi esista rapporto di pregiudizialità, e quello pregiudicante sia stato definito con sentenza non passata in giudicato perché ordinariamente impugnata, è possibile la sospensione del giudizio pregiudicato soltanto ai sensi dell’art. 337 c.p.c., secondo comma, e non ai sensi dell’art. 295 c.p.c. 2. Nel caso in cui, nel corso...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 26 aprile 2012, n. 6526. La responsabilità prevista dall’art. 1337 c.c., oltre che in caso di rottura ingiustificata delle trattative, può derivare anche dalla violazione dell’obbligo di lealtà reciproca

La massima La responsabilità prevista dall’art. 1337 c.c., oltre che in caso di rottura ingiustificata delle trattative, può derivare anche dalla violazione dell’obbligo di lealtà reciproca che si concretizza nella necessità di osservare il dovere di completezza informativa circa la reale intenzione di concludere il contratto, senza che alcun mutamento delle circostanze possa risultare idoneo...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 aprile 2012, n. 6273. In caso di morte che segua le lesioni dopo breve tempo, la sofferenza patita dalla vittima durante l’agonia è autonomamente risarcibile, non come danno biologico, ma come danno morale, inteso come sofferenza della vittima che lucidamente assiste allo spegnersi della propria vita, sempre che sofferenza psichica vi sia stata e, dunque, che la vittima sia stata in condizioni tali da percepire il proprio stato

Le massime 1. In caso di morte che segua le lesioni dopo breve tempo, la sofferenza patita dalla vittima durante l’agonia è autonomamente risarcibile, non come danno biologico, ma come danno morale, inteso come sofferenza della vittima che lucidamente assiste allo spegnersi della propria vita, sempre che sofferenza psichica vi sia stata e, dunque, che...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza n. 11639 del 27 marzo 2012. La consumazione del reato di impedito controllo (articolo 2625 del c.c.) si perfeziona pertanto con il verificarsi dell’evento di danno, necessariamente successivo alla condotta dell’impedimento del controllo, e il termine per la proposizione della querela decorre solo dal momento in cui il danneggiato ha conoscenza certa del fatto-reato nella sua dimensione oggettiva e soggettiva.

  SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V Sentenza 27 marzo 2012, n. 11639 Fatto e diritto Hanno proposto ricorso per cassazione, contro la sentenza della Corte di appello di Catania del 17 novembre 2010 emessa nei confronti di (…), sia il Procuratore Generale di Catania, che la parte civile (…) che, infine lo stesso imputato...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 aprile 2012, n. 6263. Compravendita ed appalto. Il riconoscimento dei vizi

Le massime 1. Il principio di diritto secondo cui l’impegno del debitore di eliminare i vizi che rendano il bene inidoneo all’uso cui è destinato (ovvero che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore economico) di per sé non dà vita ad una nuova obbligazione estintiva – sostitutiva dell’originaria obbligazione di garanzia, ma consente al...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 aprile 2012, n.6275. In tema di responsabilità civile, per l’accertamento del nesso causale tra condotta illecita ed evento di danno non è necessaria la dimostrazione di un rapporto di consequenzialità necessaria tra la prima ed il secondo, ma è sufficiente la sussistenza di un rapporto di mera probabilità scientifica.

La massima In tema di responsabilità civile, per l’accertamento del nesso causale tra condotta illecita ed evento di danno non è necessaria la dimostrazione di un rapporto di consequenzialità necessaria tra la prima ed il secondo, ma è sufficiente la sussistenza di un rapporto di mera probabilità scientifica. Ne consegue che il nesso causale può...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 aprile 2012 6065. In tema di danno da cattiva manutenzione del manto stradale ove si verifichi un sinistro a seguito di non corretta manutenzione della strada da parte dell’ente preposto alla tutela, la responsabilità gravante sulla P.A., ai sensi dell’art. 2051 c.c., per l’obbligo di custodia delle strade demaniali, è esclusa ove l’utente danneggiato abbia tenuto un comportamento colposo tale da interrompere il nesso eziologico tra la causa del danno

La massima In tema di danno da cattiva manutenzione del manto stradale  ove si verifichi un sinistro a seguito di non corretta manutenzione della strada da parte dell’ente preposto alla tutela, la responsabilità gravante sulla P.A., ai sensi dell’art. 2051 c.c., per l’obbligo di custodia delle strade demaniali, è esclusa ove l’utente danneggiato abbia tenuto...