Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 6 febbraio 2014, n. 2716 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BERRUTI Giuseppe M. – Presidente Dott. PETTI Giovanni B. – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. RUBINO Lina – Consigliere Dott....
Categoria: Diritto Civile e Procedura Civile
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 12 febbraio 2014, n. 3212. Risoluzione del contatto di compravendita di un cavallo da corsa poichè gli veniva diagnosticata un’ernia inguinale completamente taciuta dall’alienante ed aveva reso del tutto inservibile il cavallo allo scopo per il quale era stato stipulato il contratto di locazione finanziaria
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 12 febbraio 2014, n. 3212 Svolgimento del processo La Scuderia Enea s.d.f. corrente in Modena con atti di citazione del 26 giugno 1991 conveniva in giudizio davanti al Tribunale di Belluno l’Azienda agricola Sgrey di Bortolo Caneve & C. snc. per ivi sentire pronunciare la risoluzione del contatto...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 12 febbraio 2014, n. 3207. La vendita di un terreno, che venga stipulata per consentire all’acquirente una sua utilizzazione edificatoria, al momento non permessa dagli strumenti urbanistici, e venga quindi sottoposta alla condizione sospensiva della futura approvazione di una variante di detti strumenti che contempli quell’utilizzazione, non è affetta da nullità, né sotto il profilo dell’impossibilità dell’oggetto, né sotto il profilo dell’impossibilità della condizione, dovendosi ritenere consentito alle parti di dedurre come condizione sospensiva anche un mutamento di legislazione o di norme operanti “erga omnes”, salva restando l’inefficacia del contratto in conseguenza del mancato verificarsi di tale mutamento
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 12 febbraio 2014, n. 3207 Svolgimento del processo Con atto di citazione del 25-5-1999 V.F. conveniva dinanzi al Tribunale di Savona P.M. e Ma. , assumendo che con contratto preliminare del 31-3-1995 P.M. , dante causa dei convenuti, si era impegnato a trasferirgli la proprietà di un terreno...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 febbraio 2014, n. 3364. La domanda di pagamento del premio relativo al periodo in corso è ontologicamente (anziché solo nominalmente) diversa dalla domanda di pagamento dei premi scaduti, il termine di prescrizione applicabile sarebbe quello di due anni, dovendosi far rientrare il diritto al risarcimento dei danni fra i “diritti diversi” di cui all’art. 2952 2° comma cod. civ.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 febbraio 2014, n. 3364 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato il 19-29 marzo 2005 la s.p.a. Il Duomo Assicurazioni ha convenuto davanti al Giudice di pace di Milano J.Z., chiedendone la condanna al pagamento di € 1.329,87, importo di due rate di premio relative a...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 febbraio 2014, n. 2619. Incombe al conduttore, ai sensi degli articoli 1590 e 1588 cod. civ., l’onere di dare piena prova liberatoria della non imputabilita’ a lui di ogni singolo danno riscontrato all’immobile locato al termine della locazione ed all’atto della riconsegna, presumendosi buono lo stato di quello all’inizio del rapporto ed esclusi solo i danni da normale deterioramento o consumo in rapporto all’uso dedotto in contratto, sicche’ e’ erronea l’integrale reiezione della domanda di risarcimento dei danni stessi proposta dal locatore, ove manchi o sia incompleta la prova sull’imputabilita’ di quelli
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 5 febbraio 2014, n. 2619 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MASSERA Maurizio – Presidente Dott. AMENDOLA Adelaide – Consigliere Dott. FRASCA Raffaele – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 12 febbraio 2014, n. 3221. La natura di delibera di modifica dei millesimi, la delibera comunque non doveva essere approvata all’unanimità, ma a semplice maggioranza perché nel condominio, l’atto di approvazione delle tabelle millesimali, come quello di revisione delle stesse, non ha natura negoziale; ne consegue che la revisione delle tabelle (ancorché di origine contrattuale) non deve essere approvata con il consenso unanime dei condomini (come infondatamente sostiene il ricorrente a pagina 13 del ricorso, richiamando la sua iniziale citazione), essendo sufficiente la maggioranza qualificata di cui all’art. 1136, secondo comma
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 12 febbraio 2014, n. 3221 Svolgimento del processo Con citazione in data 1/2/2001 l’avv. B.O. , in proprio e quale condomino, conveniva in giudizio il Condominio di via (omissis) e impugnava la delibera condominale assunta in data 18/12/2000 deducendone (per quanto interessa in relazione ai motivi del ricorso)...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 gennaio 2014, n. 195. Il ritiro immediato di una copia del verbale da parte del trasgressore equivale a notifica dello stesso, a nulla rilevando, in detto contesto, che chi ritira l’atto rifiuti di sottoscriverlo.
Suprema Corte di Cassazione sezione III Sentenza 9 gennaio 2014, n. 195 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. D’AMICO Paolo – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta – Consigliere Dott. ROSSETTI Marco – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 12 febbraio 2014, n. 3219. La servitù per destinazione del padre di famiglia si intende stabilita ‘ope legis’ per il fatto che al momento della separazione dei fondi o del frazionamento dell’unico fondo, lo stato dei luoghi sia stato posto o lasciato per opere o segni manifesti ed inequivoci ed univoci – nel che si concreta l’indispensabile requisito dell’apparenza – in una situazione oggettiva di subordinazione o di servizio, che integri ‘de facto’ il contenuto proprio di una servitù, indipendentemente da qualsiasi volontà, tacita o presunta, dell’unico proprietario nel determinarla o nel mantenerla; conseguentemente, il requisito della subordinazione deve essere ricercato non già nell’intenzione del proprietario dei fondo, bensì nella natura delle opere oggettivamente considerate, in quanto nel loro uso normale determinino il permanente assoggettamento del fondo vicino all’onere proprio della servitù
suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione II SENTENZA 12 febbraio 2014, n. 3219 Osserva in fatto Con atto di citazione del 29 maggio 2001 la s.a.s. Edilcasa conveniva in giudizio, dinanzi al Tribunale di Lodi, la s.r.l. C. per sentir riconoscere, in capo alla stessa, la titolarità di una servitù ex art. 1079 c.c., costituitasi per...
Corte di cassazione, sezione VI, ordinanza 13 febbraio 2014, n. 3365. Riconsociuto l’assegno divorzile, pur in considerazione della breve durata del matrimonio, in favore del coniuge le cui potenzialità lavorative erano gravemente compromesse dalle condizioni di salute accertate mediante la c.t.u. medico-legale svolta in istruttoria
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 13 febbraio 2014, n. 3365 Fatto e diritto 1. Il Tribunale di Palermo con sentenza dell’11.9.2008 ha dichiarato lo scioglimento del matrimonio tra A.M. e C.L.P. negando a quest’ultima il diritto a un assegno divorzile, pur dando atto della evidente sproporzione esistente fra i redditi dei due ex...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 7 febbraio 2014, n. 2802. Non perde il diritto alla genitorialità la madre che per un trauma psicologico non riconosce la figlia. Il diritto soggettivo, dotato di rilevanza costituzionale, ad essere genitori giuridici (oltre che biologici) si correla non al solo fatto della nascita del figlio ma a regole legali e segnatamente ad una manifestazione di volontà di riconoscere il nato (o il nascituro, ex art. 254 c.c.) come proprio figlio; tale diritto e quello al riconoscimento del figlio, che ne costituisce la fonte, involgono lo stato delle persone e come tali sono indisponibili e, dunque, non estinguibili per manifestazione di volontà abdicativa, al pari delle connesse facoltà processuali, propedeutiche al relativo esercizio. Pertanto, il diritto sostanziale alla genitorialità giuridica può rimanere definitivamente ed irreversibilmente pregiudicato, con effetti inevitabilmente stabilizzati pro futuro, solo dal non esercizio del diritto al riconoscimento del figlio biologico nelle forme ed entro i limiti anche temporali imposti dall’ordinamento positivo
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 7 febbraio 2014, n. 2802 Ritenuto in fatto Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni delle Marche, con decreto del 27.12.2011, chiedeva al Tribunale minorile la dichiarazione dello stato di adottabilità della minore, nata a (omissis), la cui madre aveva espresso dopo il parto la...