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Corte di Cassazione sezione II sentenza 11 ottobre 2013, n. 23162. In tema di contratto preliminare, la consegna dell’immobile oggetto del contratto effettuata prima della stipula del definitivo non determina la decorrenza del termine di decadenza per opporre i vizi noti, né comunque quello di prescrizione, perché l’onere della tempestiva denuncia presuppone che sia avvenuto il trasferimento del diritto

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 11 ottobre 2013, n. 23162 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato in data 19-6-1998 T.L. e B.E. convenivano dinanzi al Tribunale di Verona P.P. , chiedendo, ai sensi dell’art. 2932 c.c., l’emissione di sentenza costitutiva che tenesse luogo del contratto di trasferimento non concluso in relazione...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 13 settembre 2013, n. 20996. La mancata omologazione dell’impianto per GPL determina ex art. 1453 la risoluzione del contratto d’acquisto della medesima auto per grave inadempimento

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza  13 settembre 2013, n. 20996 Svolgimento del processo Con citazione ritualmente notificata L..D.S. conveniva davanti al GP di Chieti la G.P. CARS srl per sentirla condannare al pagamento di Euro 1140 pari al prezzo pagato il 25.5.2002 per la sostituzione dell’impianto di alimentazione a GPL dell’autovettura Volvo, targata...

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Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 27 agosto 2013 n. 19602. La clausola che prevede espressamente la risoluzione del contratto di locazione non comporta automaticamente lo sfratto perché è sempre necessario provare la colpa nell’inadempimento

Il testo integrale   Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 27 agosto 2013 n. 19602[1]   La clausola risolutiva espressa non comporta automaticamente lo scioglimento del contratto a seguito del previsto inadempimento, essendo sempre necessario, per l’articolo 1218 cod. civ., l’accertamento dell’imputabilità dell’inadempimento al debitore almeno a titolo di colpa. Peraltro, tale accertamento dev’essere...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 25 luglio 2013, n.18079. In tema di simulazione relativa, laddove non si applichi il rigoroso regime giuridico derivante dalla necessità della forma scritta ad substantiam, le limitazioni poste dal secondo comma dell’art. 1417 cod. civ. non riguardano l’interrogatorio formale, ma sono limitate alla prova testimoniale

La massima In tema di simulazione relativa, laddove non si applichi il rigoroso regime giuridico derivante dalla necessità della forma scritta ad substantiam, le limitazioni poste dal secondo comma dell’art. 1417 cod. civ. non riguardano l’interrogatorio formale, ma sono limitate alla prova testimoniale e, correlativamente (ai sensi dell’art. 2729, comma secondo, cod.civ.) a quella per...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 luglio 2013, n. 17257. Rilevabilità d’ufficio della nullità di una clausola contrattuale (nella fattispecie moduli per l’aumento della fideiussione).

Suprema Corte di Cassazione sezione I  sentenza 12 luglio 2013, n. 17257 Svolgimento del processo Con la sentenza impugnata, la Corte d’Appello di Roma ha respinto l’impugnazione proposta da D..D.P. e C.M.A. avverso la sentenza di primo grado con la quale era stata dichiarata l’inefficacia dell’atto di costituzione di fondo patrimoniale sulla maggior parte dei...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 10 luglio 2013 n. 17073. In tema di condizioni genrali di contratto e clausole vessatorie

La massima Le cosiddette clausole vessatorie abbisognano di specifica approvazione per iscritto solo ove inserite in contratto predisposto unilateralmente da uno dei contraenti, onde la specifica approvazione non è necessaria quando il contratto è stato redatto da entrambi i contraenti e riflette, anche nella clausola de qua, il risultato dell’incontro delle volontà delle parti e...

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Corte di Casaszione, sezione VI, ordinanza 20 maggio 2013, n. 12205. Nei contratti con prestazioni corrispettive non è consentito al giudice del merito di pronunciare la risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 1453 c.c. o di ritenere la legittimità del rifiuto di adempiere a norma dell’art. 1460 stesso codice, in favore di entrambe le parti

La massima Nei contratti con prestazioni corrispettive non è consentito al giudice del merito di pronunciare la risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 1453 c.c. o di ritenere la legittimità del rifiuto di adempiere a norma dell’art. 1460 stesso codice, in favore di entrambe le parti, perché la valutazione della colpa nell’inadempimento ha carattere unitario...