Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 24 agosto 2015, n. 35331 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. MASSAFRA Umberto – Consigliere Dott. CIAMPI Francesco Maria – Consigliere Dott. ZOSO Liana Maria Tere – Consigliere...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 agosto 2015, n. 34920. L’attività di un bar regolarmente autorizzato dall’autorità amministrativa a rimanere aperto fino a tarda notte ed all’uso di strumenti musicali e di diffusione sonora, va classificata come esercizio di un “mestiere rumoroso”, in quanto l’uso di tali strumenti è strettamente connesso e necessario all’esercizio dell’attività autorizzata, con la conseguenza che il superamento, mediante gli strumenti stessi, dei limiti massimi o differenziali di emissione del rumore integra l’illecito amministrativo di cui all’art. 10, comma secondo, della legge 26 ottobre 1995, n. 447
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 agosto 2015, n. 34920 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – rel. Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott. GENTILI...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 10 agosto 2015, n. 34706. La normativa, ora abrogata, posta a tutela del rischio da uso di ascensori e montacarichi nei luoghi di lavoro (art. 198, d.P.R. n. 547/1955), è stata sostituita (in quanto la fattispecie rientra fra quelle ridefinite, in relazione alla categoria del rischio), senza soluzione di continuità, dalla disciplina di cui al T.U. Sicurezza (d. lgs. 9 aprile 2008, n. 81)
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 10 agosto 2015, n. 34706 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. BIANCHI Luisa – Consigliere Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. DOVERE...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 31 agosto 2015, n. 17346. Il rischio assicurato consiste nel danno che il professionista possa aver cagionato a terzi, o al proprio cliente, per fatti colposi commessi nell’esercizio dell’attività forense, o con quella connessi. L’assicurazione non copre i rimborsi di onorari che il legale ha dovuto restituire in seguito ad azione revocatoria fallimentare. Mentre la percezione del compenso non può essere considerata attività professionale. Il comportamento di chi riceve un pagamento, a qualsiasi titolo, è del tutto generico; non può essere considerato prestazione d’opera intellettuale (art. 2230 c.c.); e non può dar luogo a una responsabilità professionale
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 31 agosto 2015, n. 17346 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 31 agosto 2015, n. 17294. In tema di danno professionale subito da un avvocato investito mentre attraversava sulle strisce pedonali. Il lucro cessante non deve essere determinato sulla base dei soli redditi professionali derivanti dalla attività svolta come singolo professionista senza considerare quelli derivanti dall’attività svolta in forma associata che ugualmente rientrano tra i redditi cui fare riferimento
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 31 agosto 2015, n. 17294 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere Dott. RUBINO Lina – Consigliere Dott. PELLECCHIA Antonella...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 28 agosto 2015, n. 17283. In tema di arbitrato societario, qualora abbiano ad oggetto diritti disponibili, rientrano nella competenza arbitrale ai sensi dell’art. 34 del D.lgs. n. 5 del 2003 anche le controversie aventi ad oggetto la validità delle delibere assembleari
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 28 agosto 2015, n. 17283 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. DOGLIOTTI Massimo – Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – rel....
Corte di cassazione, sezione III, sentenza 27 agosto 2015, n. 17194. Al fine di verificare se un contratto di mutuo possa essere utilizzato quale titolo esecutivo, ai sensi dell’art. 474 c.p.c., occorre verificare, attraverso l’interpretazione di esso integrata con quanto previsto nell’atto di erogazione o di quietanza a saldo ove esistente, se esso contenga pattuizioni volta a trasmettere con immediatezza la disponibilità giuridica della somma mutuata, e che entrambi gli atti, di mutuo ed erogazione, rispettino i requisiti di forma imposti dalla legge
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 27 agosto 2015, n. 17194 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Dott. CHIARINI Maria Margherita – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere Dott. RUBINO Lina – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 26 agosto 2015, n. 17153. Nel rapporto di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, non ha natura decadenziale il termine imposto al responsabile della struttura o al dirigente dall’art. 55-bis, comma 3, del D.lgs. n. 165/2001 per la trasmissione degli atti all’ufficio disciplinare
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 26 agosto 2015, n. 17153 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – rel. Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. MANNA Antonio...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 luglio 2015, n. 14639. Nell’adempimento dell’incarico professionale conferito, l’obbligo di diligenza da osservare ai sensi del combinato disposto di cui all’art. 1176 c.c., comma 2, e art. 2236 c.c., impone al professionista di assolvere, sia all’atto del conferimento del mandato che nel corso dello svolgimento del rapporto, (anche) ai doveri di sollecitazione, dissuasione ed informazione del cliente, essendo tenuto a rappresentare a quest’ultimo tutte le questioni di fatto e di diritto, comunque insorgenti, ostative al raggiungimento del risultato, o comunque produttive del rischio di effetti dannosi; di richiedergli gli elementi necessari o utili in suo possesso; a sconsigliarlo dall’intraprendere o proseguire un giudizio dall’esito probabilmente sfavorevole. A tal fine incombe su di lui l’onere di fornire la prova della condotta mantenuta, insufficiente al riguardo peraltro essendo il rilascio da parte del cliente delle procure necessarie all’esercizio dello “jus postulandi”, stante la relativa inidoneità ad obiettivamente ed univocamente deporre per la compiuta informazione in ordine a tutte le circostanze indispensabili per l’assunzione da parte del cliente di una decisione pienamente consapevole sull’opportunità o meno d’iniziare un processo o intervenire in giudizio
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 luglio 2015, n. 14639 Svolgimento del processo 1. Nel luglio del 2002, la E. s.a.s. di R.F. e i suoi soci accomandatati, R.I., Ra.Ga., R. F., R.L., g. e G., convennero in giudizio il loro commercialista, dottor B.G., per sentirlo condannare al risarcimento dei danni loro causati...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 26 agosto 2015, n. 17145. Scatta l’obbligo della riduzione in pristino per il proprietario di un alloggio di edilizia popolare (assegnatogli con atto pubblico) che, ampliando una finestra preesistente, apra un varco nel muro perimetrale dell’edificio creando un passo carrabile per l’accesso ai suoi locali a pian terreno. In particolare, non potrà invocare le norme del codice civile in materia di «uso della cosa comune», rimanendo ancorato alle più rigide regole dettate in materia di «innovazioni e modifiche alle parti comuni» dal Regio decreto n. 1165 del 1938
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 26 agosto 2015, n. 17145 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BUCCIANTE Ettore – Presidente Dott. MAZZACANE Vincenzo – Consigliere Dott. ORICCHIO Antonio – Consigliere Dott. ABETE Luigi – Consigliere Dott. SCALISI Antonino...