Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 1 marzo 2016, n. 4047 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – rel. Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. FERRO Massimo – Consigliere Dott. LAMORGESE...
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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 22 febbraio 2016, n. 3405. La banca risponde se paga l’assegno a persona diversa dal beneficiario anche se chi era andato ad incassare aveva messo un firma falsa e aveva un falso documento di identità
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 22 febbraio 2016, n. 3405 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere Dott. DI MARZIO Mauro – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 24 febbraio 2016, n. 3628. L’istituto della “confideiussione” di cui all’articolo 1946 codice civile, e’ caratterizzato, nei suoi presupposti, da un collegamento necessario tra le obbligazioni assunte dai singoli fideiussori, mossi consapevolmente, anche se non contestualmente, dal comune interesse di garantire lo stesso debito e lo stesso debitore, salva la divisione dell’obbligazione nei rapporti interni in virtu’ del diritto di regresso, che, a norma dell’articolo 1954 codice civile, spetta a colui che ha pagato l’intero
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 24 febbraio 2016, n. 3628 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – rel. Consigliere Dott. FERRO Massimo – Consigliere Dott. LAMORGESE...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 11 febbraio 2016, n. 5800. Qualora sussistano i presupposti per l’applicazione della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto la Cassazione può direttamente operare ex officio la valutazione conseguente senza necessità di un annullamento con rinvio. La particolare tenuità del fatto può essere dichiarata dalla Cassazione non perché l’attività richiesta al giudice di legittimità possa intendersi come verifica di merito, ma piuttosto perché è una semplice valutazione della corrispondenza del fatto, nel suo minimum di tipicità, al modello legale di una fattispecie incriminatrice
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 11 febbraio 2016, n. 5800 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. DE BERARDINIS Silvana – Consigliere Dott. SAVANI Piero – Consigliere Dott. MICHELI P. – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 febbraio 2016, n. 2540. In caso di fallimento del terzo datore di garanzia reale, il creditore non può essere ammesso allo stato passivo in quanto non ne è creditore diretto e perché, in ogni caso, si dovrebbe introdurre un anomalo contraddittorio con una ulteriore parte, quella corrispondente al debitore garantito proprio dall’ipoteca data dal terzo
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 febbraio 2016, n. 2540 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – rel....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 4 febbraio 2016, n. 2196. Sebbene sia consentito inviare informazioni commerciali nei confronti di chi non abbia esercitato il diritto di opposizione mediante iscrizione della propria numerazione nel registro pubblico delle opposizioni (cd. opt-out), non è consentito nelle telefonate senza operatore (cd. telefonate con contatto abbattuto o “mute”), né in quello in cui l’utenza chiamata non risulti inserita in uno degli elenchi cartacei o elettronici a disposizione del pubblico (telefonia mobile)
Supera Corte di Cassazione Sezione I Sentenza 4 febbraio 2016, n. 2196 SENTENZA sul ricorso 6411-2014 proposto da: REITEK S.P.A., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA CLEMENTE IX 10, presso l’avvocato LUCIA FELICIOTTI, rappresentata e difesa dagli avvocati ALESSANDRO GAETANI, GABRIELLA GAETANI, giusta procura a margine del ricorso;...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 febbraio 2016, n.2539. Con riguardo alle cosiddette lettere di “patronage”, che una società capogruppo o controllante indirizzi ad una banca, affinché questa conceda, mantenga o rinnovi un credito a favore di una società controllata, l’indagine diretta a stabilire se le lettere medesime si limitino a contenere dati e notizie sulla situazione del gruppo o sul rapporto di controllo, rilevanti al solo fine di mettere la banca in condizione di valutare adeguatamente l’opportunità di riconoscere detto credito, ovvero implichino anche l’assunzione di garanzia fideiussoria per i debiti della società controllata, si traduce in un accertamento di merito, come tale insindacabile in sede di legittimità, se correttamente ed adeguatamente motivato
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 9 febbraio 2016, n.2539 Ritenuto in fatto La Corte d’Appello di Roma ha confermato la decisione del Tribunale della stessa città di ammissione allo stato passivo della L.C.A. Tirrena Assicurazioni SpA (d’ora innanzi solo Tirrena) del credito vantato dalla Banca CARIGE SpA, la quale aveva chiesto alla LCA,...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 febbraio 2016, n. 4571. In materia di intercettazioni, l’interpretazione del linguaggio e del contenuto delle conversazioni costituisce questione di fatto, rimessa alla valutazione del giudice di merito, e si sottrae al sindacato di legittimità se tale valutazione è motivata in conformità ai criteri della logica e delle massime di esperienza. Il principio di diritto appena ricordato può incontrare un temperamento solo in presenza di situazioni affatto peculiari, certamente non riscontrabili nell’odierna fattispecie concreta: in ordine alla lettura di messaggi sms; in sede di legittimità è possibile prospettare una interpretazione del significato di una intercettazione diversa da quella proposta dal giudice di merito solo in presenza del travisamento della prova, ovvero nel caso in cui il giudice di merito ne abbia indicato il contenuto in modo difforme da quello reale, e la difformità risulti decisiva ed incontestabile
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 febbraio 2016, n. 4571 Ritenuto in fatto 1. Con il provvedimento indicato in epigrafe, il Tribunale di Reggio Calabria rigettava una richiesta di riesame presentata nell’interesse di F.G. avverso un’ordinanza emessa il 30/01/2015 dal Gip dello stesso Tribunale. A carico della F. , sottoposta alla misura cautelare...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 12 gennaio 2016, n. 890. Nell’attuale formulazione dell’art. 2621 c.c., il riferimento ai “fatti materiali” oggetto di falsa rappresentazione non esclude la rilevanza penale degli enunciati valutativi, anch’essi idonei ad assolvere una funzione informativa laddove intervengano in contesti che implichino l’accettazione di parametri di valutazione normativamente determinati o tecnicamente indiscussi. Ne consegue che integra il reato di bancarotta fraudolenta impropria “da reato societario”, la omessa svalutazione dei crediti in sofferenza, attuata nella consapevolezza della impossibilità o estrema difficoltà della loro riscossione, trattandosi di condotta dotata di capacità decettiva, che consente una mendace rappresentazione di solidità patrimoniale e finanziaria della società e la prosecuzione di ingiustificati prelievi dalle casse sociali
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 12 gennaio 2016, n. 890 RITENUTO IN FATTO G.F. era chiamato a rispondere, innanzi al Tribunale di Alessandria, dei reati di seguito indicati: 1) ai sensi dell’art. 81 cpv c.p., art. 2621 c.c. e L. Fall., art. 223, perchè, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, agendo...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 25 gennaio 2016, n. 1275. Il marchio complesso è costituito da una composizione di più elementi, ciascuno dotato di capacità caratterizzante, il cui esame da parte del giudice deve effettuarsi in modo parcellizzato per ciascuno di essi, pur essendone la forza distintiva affidata all’elemento costituente il c.d. cuore del marchio; esso si distingue dal marchio d’insieme, in cui manca l’elemento caratterizzante e tutti i vari elementi sono singolarmente privi di distintività, derivando il valore distintivo, più o meno accentuato, soltanto dalla loro combinazione o, appunto, dal loro insieme
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 25 gennaio 2016, n. 1275 Svolgimento del processo Con la sentenza impugnata la Corte d’appello di Roma, in riforma della decisione di primo grado, rigettò la domanda di risarcimento dei danni proposta nei confronti della Reti Televisive Italiane s.p.a. da D.S.O. , che aveva lamentato la contraffazione di...