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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 luglio 2015, n. 29828. È regolare la notifica del decreto di citazione del giudizio di appello operata a mezzo fax dell’avvocato di fiducia presso il quale l’imputato ha eletto domicilio, essendo irrilevante che nel frattempo il difensore abbia modificato il proprio numero di telefono se tale cambiamento non è stato adeguatamente portato a conoscenza dell’autorità giudiziaria procedente

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 10 luglio 2015, n. 29828 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. GUARDIANO A. – rel. Consigliere Dott. CAPUTO Angelo – Consigliere Dott. DE MARZO Giusepp – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 luglio 2015, n. 28174. Il reato di violenza privata la condotta che consista nel compimento deliberato di manovre insidiose al fine di interferire con la libertà di determinazione della persona offesa.

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 luglio 2015, n. 28174 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 23 settembre 2013 la Corte di Appello di L’Aquila, in parziale riforma della pronunzia di primo grado emessa dal Tribunale di Teramo nel processo (svoltosi con il rito abbreviato) a carico di C.P.A. , ha dichiarato...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 luglio 2015, n. 28181. Integra il reato di estorsione, e non di truffa aggravata, la minaccia di un male, indifferentemente reale o immaginario, dal momento che identico è l’effetto coercitivo esercitato sul soggetto passivo, tanto che la sua concretizzazione dipenda effettivamente dalla volontà dell’agente, quanto che questa sia la rappresentazione della vittima, ancorché in contrasto con la realtà effettiva, a lei ignota

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 luglio 2015, n. 28181 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 10 novembre 2014 il Tribunale di Napoli, sezione riesame, ha confermato l’ordinanza emessa in data 21 ottobre 2014 dal G.I.P. dello stesso Tribunale, con la quale era stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 15 maggio 2015, n. 20353. La mancata trasmissione al giudice, unitamente agli elementi su cui il pubblico ministero fonda la richiesta di misura cautelare, delle eventuali memorie difensive gia’ depositate determina la nullita’ dell’ordinanza applicativa della misura, per violazione dell’articolo 292 c.p.p., comma 2, lettera c)

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 15 maggio 2015, n. 20353 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – rel. Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 1 aprile 2015, n. 13908. Integra il delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù colui che proceda alla vendita ad altri di un essere umano, atteso che, in tal modo, egli esercita sullo stesso un potere corrispondente al diritto di proprietà. Inoltre, anche volendo considerare la seconda ipotesi considerata dall’art. 600, comma primo, cod. pen., va ribadito che non è necessaria un’integrale negazione della libertà personale, ma è sufficiente una significativa compromissione della capacità di autodeterminazione della persona offesa, idonea a configurare lo stato di soggezione rilevante ai fini dell’integrazione della norma incriminatrice. Pertanto, lo stato di soggezione continuativa – richiesto dall’art. 600 cod. pen. – deve essere rapportato all’intensità del vulnus arrecato all’altrui libertà di autodeterminazione, nel senso che esso non può essere escluso qualora si verifichi una qualche limitata autonomia della vittima, tale da non intaccare il contenuto essenziale della posizione di supremazia del soggetto attivo del reato. Ne discende, pertanto, anche sotto tale profilo la sussistenza dei reato contestato, in quanto risponde del delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù colui che sfrutta la prostituzione della persona offesa eccedendo il normale rapporto di meretricio

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 1 aprile 2015, n. 13908 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 31710/2014, il Tribunale di Lecce ha rigettato la richiesta di riesame proposta, nell’interesse di G.A., nei confronti dell’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, in relazione al delitto di cui all’art. 600 cod. pen....

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 11 marzo 2015, n. 10437. Se lo strumento dell’accordo temporaneo di licenza d’uso di un marchio è utilizzato in realtà per celare una cessione di ramo d’azienda allo scopo di sottrarre risorse alla società cedente ormai prossima al fallimento, è legittimo il sequestro preventivo delle quote dell’azienda cessionaria

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 11 marzo 2015, n. 10437 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – rel. Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere Dott. CAPUTO...