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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 14 novembre n. 25647. Diritto all’uso di un posto di parcheggio anche se quest’ultimo non era stato previsto nella concessione originale a costruire l’edificio, anteriore alla cosiddetta legge ponte 765/1967, se l’immobile è stato realizzato successivamente alla stessa

Il testo integrale [1] L’articolo 18 della legge 765/1967, infatti, aggiungeva dopo l’articolo 41 della legge 17 agosto 1942 n. 1150, il seguente articolo 41-sexies: “Nelle  nuove  costruzioni  ed anche nelle aree di pertinenza delle costruzioni  stesse,  debbono  essere  riservati  appositi  spazi per parcheggi in misura non inferiore ad un metro quadrato per ogni venti...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 13 novembre 2013 n. 25454. A determinare quale sia l’area destinata a parcheggio è proprio e soltanto l’atto concessorio che vincola il costruttore a questa destinazione e che è il riferimento cui ancorare ogni controversia circa la natura condominiale o privata delle parti della costruzione

Il testo integrale Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 13 novembre 2013 n. 25454[1]   È stato chiarito, dai Giudici della S.C., che a determinare quale sia l’area destinata a parcheggio è proprio e soltanto l’atto concessorio che vincola il costruttore a questa destinazione e che è il riferimento cui ancorare ogni controversia circa la...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 12 novembre 2013, n. 25423. In tema di Vendita franco partenza, se le bottiglie si rompono durante il viaggio il venditore risponde solo della loro integrità al momento della partenza

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza  12 novembre 2013, n. 25423 Svolgimento del processo 1. – Con atto di citazione in data 16 aprile 1996, la s.r.l. COVIP propose opposizione avverso il decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Avezzano, avente ad oggetto il pagamento in favore della s.p.a. Sorgente Santa Croce del saldo di...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 novembre 2013, n. 25046. Il debito indennitario nell’assicurazione contro gli infortuni, quando è previsto un procedimento di liquidazione convenzionale per il tramite di una perizia contrattuale, si connota come debito di valore dal momento del sinistro al verificarsi della liquidazione e, solo successivamente a tale momento, diventa obbligazione di valuta.

La massima 1. Il debito indennitario nell’assicurazione contro gli infortuni, quando è previsto un procedimento di liquidazione convenzionale per il tramite di una perizia contrattuale, si connota come debito di valore dal momento del sinistro al verificarsi della liquidazione e, solo successivamente a tale momento, diventa obbligazione di valuta. 2. Il debito di indennizzo dell’assicuratore,...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 13 novembre 2013, n. 45616. Per poter configurare la contravvenzione di cui all’art. 659 c.p. è necessario che i rumori prodotti, oltre ad essere superiori alla normale tollerabilità, abbiano attitudine a propagarsi in modo tale da essere idonei a disturbare una pluralità indeterminata di persone; tale modus opinandi si impone considerando la natura del bene giuridico protetto, che è da individuare nella quiete pubblica e non nella tranquillità di singoli soggetti che abbiano a denunciare la rumorosità. Ne consegue che se l’attività di disturbo ha luogo in un edificio condominiale, come ricorre nel caso in esame, per ravvisare la responsabilità penale del soggetto agente non è sufficiente che i rumori arrechino disturbo o siano idonei a turbare la quiete e le occupazioni dei soli abitanti gli appartamenti inferiori o superiori rispetto alla fonte di propagazione, ma occorre una situazione fattuale di rumori atti a recare disturbo ad una più consistente parte degli occupanti il medesimo edificio, poiché solo in questo caso può ritenersi integrata la compromissione della quiete pubblica

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 13 novembre 2013, n. 45616 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 18.1.2013 del Tribunale di Catania, V.S. e P.R. venivano dichiarati colpevoli del reato di cui all’art. 659 cod.pen. e venivano condannati alla pena di euro 300 di ammenda ciascuno, per avere, quali gestori del ristorante “Charleston”,...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 12 novembre 2013, n. 25441. La molestia possessoria può realizzarsi, anche senza tradursi in attività materiali, attraverso manifestazioni di volontà che devono – però – esprimere la ferma intenzione del dichiarante di tradurre in atto il suo proposito, mettendo in pericolo l’altrui possesso. Invece, se le manifestazioni di volontà – siano esse verbali o scritte – siano rivolte all’affermazione di un diritto proprio o alla negazione di un diritto altrui, senza far temere imminenti azioni materiali contrastanti con la situazione di possesso, non si è in presenza di molestia possessoria, bensì solo di espressioni intese ad evitare – se possibile – una controversia giudiziaria. La ricorrenza di una o dell’altra ipotesi rientra nella valutazione del giudice di merito, il cui accertamento – se adeguatamente motivato – sfugge al controllo di legittimità

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza  12 novembre 2013, n. 25441 Svolgimento del processo Il Tribunale di Chieti con sentenza n. 381/03 rigettava il ricorso per manutenzione del possesso proposto da A..C. nei confronti del proprio zio, L..C. , che aveva spedito alla nipote, in data 23.11.200 un telegramma – ritenuto lesivo del possesso...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 novembre 2013, n. 25410. Due sposi convenivano davanti al Giudice di pace l’impresa individuale di Viaggi – presso la quale avevano acquistato i biglietti aerei di andata e ritorno per il loro viaggio di nozze in Thailandia – chiedendo il risarcimento dei danni per il fatto che, giunti a destinazione, l’Ufficio immigrazione thailandese negava l’ingresso alla moglie cittadina ecuadoregna, sequestrandole passaporto e il biglietto di viaggio. Addebitato all’Agenzia di non averli informati della necessità del visto, in violazione dei principi della Convenzione internazionale di Bruxelles del 1990 sui contratti di viaggio, ratificata in Italia con legge 27 dicembre 1977 n. 1081 (CCV); del d. lgs. 17 marzo 1995 n. 111 sui contratti del turismo e degli obblighi derivanti dal contratto di mandato, ivi incluso il dovere di buona fede e di protezione del cliente, anche nella veste di consumatore, come dal relativo Statuto.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza  12 novembre 2013, n. 25410 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato il 3 novembre 2004 i coniugi E.G. e S.L. hanno convenuto davanti al Giudice di pace di Genova-Voltri l’impresa individuale G. Viaggi di E.G. – presso la quale avevano acquistato i biglietti aerei di andata...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 novembre 2013, n. 25248. In tema di revocazione per ingratitudine della donazione

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza  8 novembre 2013, n. 25248 Svolgimento del processo Con atto di citazione del giugno 1997 F.F. conveniva in giudizio il figlio F.M. , per sentir revocare per ingratitudine la donazione indiretta della proprietà degli immobili siti in (omissis) int. 16 e 16 bis, intestati al convenuto (e alla...