Suprema Corte di Cassazione sezione III Sentenza 29 gennaio 2014, n. 1985 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMATUCCI Alfonso – Presidente Dott. CARLEO Giovanni – Consigliere Dott. D’ALESSANDRO Paolo – Consigliere Dott. FRASCA Raffaele – Consigliere Dott. CIRILLO Francesco...
Categoria: Diritto Civile e Procedura Civile
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 4 febbraio 2014, n. 2370. Non riconsociuto il danno per l’illegittimo fermo amministrativo poichè da un lato, non veniva allegato (tantomeno dimostrato) di avere offerto in sede di merito elementi idonei ad apprezzare, sia pure con una valutazione equitativa, il danno patrimoniale asseritamente subito e, dall’altro, descritto il danno non patrimoniale, in termini insuscettibili di essere monetizzati, siccome inquadrabili in quegli sconvolgimenti di quotidianità «consistenti in disagi, fastidi, disappunti, ansie ed in ogni altro di insoddisfazione» (c.d. bagatellari) ritenuti dalle SS.UU. non meritevoli di tutela risarcitoria
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 4 febbraio 2014, n. 2370 Svolgimento del processo e motivi della decisione E’ stata depositata in cancelleria la seguente relazione: «1. Con sentenza n. 318/2009 il Giudice di pace di Vibo Valentia ha dichiarato il difetto di giurisdizione relativamente alla domanda proposta da A.G. nei confronti di Equitalia E.T.R....
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 3 febbraio 2014, n. 2290. Le controversie attinenti ad una procedura di selezione “idoneativa” e “non concorsuale” avviata da una ASL per il conferimento di un incarico dirigenziale (nella specie, di dirigente di struttura complessa), aventi ad oggetto atti adottati in base alla capacità ed ai poteri propri del datore di lavoro privato, appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario. Allorquando, però, la controversia, esuli dalla procedura avviata e dai relativi atti ed investa direttamente una scelta discrezionale ulteriore, come quella della indizione di una nuova procedura selettiva, la cognizione non può che appartenere al giudice amministrativo, in ragione della situazione soggettiva vantata nei confronti di tale scelta discrezionale della pubblica amministrazione
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE SENTENZA 3 febbraio 2014, n. 2290 Ritenuto in fatto Con avviso pubblico n. 775 del 2-4-2008 l’ASL di Bari indisse una procedura selettiva per il conferimento dell’incarico di direttore della struttura complessa di Chirurgia generale presso l’Ospedale (omissis). All’esito della procedura la Commissione esaminatrice individuò la terna di candidati...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 3 febbraio 2014, n. 2231. Cassata la decisione di rigetto dell’appello relativo alla misura del contributo al mantenimento della figlia poichè segue senza alcuna reale motivazione a una valutazione di inattendibilità delle dichiarazioni circa la contrazione del reddito del padre provenienti dai titolari dell’impresa presso cui lavora
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 3 febbraio 2014, n. 2231 Fatto e diritto Rilevato che in data 17 settembre 2013 è stata 2013 depositata relazione ex art. 380 bis che qui si riporta: 1. Il Tribunale di Firenze, con sentenza del 7 maggio 2012, ha pronunciato la separazione dei coniugi B. – P....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 3 febbraio 2014, n. 2324. La tenuta in modo sommario e non intellegibile della contabilità sociale è di per sé giustificativa della condanna dell’amministratore al risarcimento del danno, in sede di azione di responsabilità promossa dalla società a norma dell’art. 2392 cod. civ., vertendosi in tema di violazione da parte dell’amministratore medesimo di specifici obblighi di legge, idonea a tradursi in un pregiudizio per il patrimonio sociale
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 3 febbraio 2014, n. 2324 Fatto e diritto Rilevato che in un giudizio di convalida del sequestro conservativo richiesto ed ottenuto (fino alla concorrenza di Euro 180.000,00) dalla società Centro Servizi srl sui beni della signora R.A. , amministratrice della società, per le irregolarità denunciate, il Tribunale di...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 27 gennaio 2014, n. 1608. L’individuabilita’ della persona offesa o di cui sono stati resi pubblici dati sensibili non ne postula l’esplicita indicazione del nominativo, essendo sufficiente che essa possa venire individuata anche per esclusione in via deduttiva, tra una categoria di persone, a nulla rilevando che in concreto tale individuazione avvenga nell’ambito di un ristretto gruppo di persone
Suprema Corte di Cassazione sezione III Sentenza 27 gennaio 2014, n. 1608 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BERRUTI Giuseppe Maria – Presidente Dott. MASSERA Maurizio – rel. Consigliere Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 21 gennaio 2014, n. 1142. La dichiarazione di anticipazione delle spese da parte del difensore, ove contenuta in un ricorso per cassazione o in un controricorso da lui redatti sulla base di una procura nulla (come nella specie quella di cui ad un atto del giudizio di merito), rimane travolta da tale nullita’ e dalla conseguente inammissibilita’ del ricorso o controricorso. Ne consegue che, qualora la parte si costituisca con una procura per scrittura privata autentica o notarile in funzione dell’adunanza o dell’udienza della Corte di cassazione, senza che il difensore formuli dichiarazione di anticipazione e richiesta di distrazione, la statuizione sulle spese deve avvenire senza distrazione
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 21 gennaio 2014, n. 1142 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 3 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SEGRETO Antonio – Presidente Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. FRASCA Raffaele – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, ordinanza 31 gennaio 2014, n. 2109. Non può essere qualificato come atto di precetto ai sensi dell’art. 480 cod. proc. civ. l’invito al pagamento rivolto dal creditore al proprio debitore quando, per la carenza dei requisiti richiesti da detta norma (in specie, l’intestazione, l’intimazione ad adempiere l’obbligo risultante dal titolo esecutivo, l’indicazione delle parti, la sottoscrizione del creditore e/o del suo difensore, l’elezione di domicilio o la dichiarazione di residenza), non sia riconoscibile come atto di precetto, pur se fatto notificare unitamente al titolo esecutivo
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 31 gennaio 2014, n. 2109 Premesso in fatto È stata depositata in cancelleria la seguente relazione: “1.- Con la sentenza impugnata il Giudice di Pace di Ischia ha accolto l’opposizione proposta da M.M. avverso l’atto, qualificato dallo stesso giudice come atto di precetto, notificato ad istanza di T.P....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 3 febbraio 2014, n. 2236. No ha diritto al mantenimento il figlio che si rifiuta di lavorare in un’azienda del padre
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 3 febbraio 2014, n. 2236 Rilevato che 1. Il Tribunale di Ancona, con sentenza n. 63/12, ha dichiarato la cessazione degli effetti civili del matrimonio contratto ad Ancona il 10 luglio 1977 fra I.M. e F.C. Ha respinto la domanda di imposizione al C. dell’obbligo di versare un...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 31 gennaio 2014, n. 2186. L’art. 1, comma 2, della direttiva n. 84/5 CEE del Consiglio, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione degli autoveicoli, impone ai medesimi di innalzare il massimale di assicurazione fino alle soglie minime ivi indicate. Il successivo art. 5, comma 1, dispone l’obbligo di conformazione per gli Stati membri entro il 31 dicembre 1987, ovvero (comma 3, lettera b) entro la data del 31 dicembre 1990 ma solo a condizione, in tale ultima ipotesi, che entro il 31 dicembre 1987 fossero state aumentate le garanzie di almeno la metà della differenza tra gli importi in vigore alla data del 1 gennaio 1984 e gli importi di cui all’art. 1, comma 2. Pertanto, avendo lo Stato italiano adeguato la propria normativa soltanto col d.P.R. 9 febbraio 1990, entrato in vigore il 1 luglio 1990, senza rispettare l’obbligo di adeguamento intermedio di cui all’art. 5, comma 3, lettera b), della direttiva stessa, esso deve considerarsi inadempiente a decorrere dal 31 dicembre 1987; ne consegue che, per i sinistri verificatisi fino al 30 giugno 1990, il massimale minimo di assicurazione, applicabile anche nei confronti del Fondo di garanzia per le vittime della strada, si deve individuare applicando direttamente i valori di cui all’art. 1, comma 2, della direttiva n. 84/5 CEE (nella specie, in presenza di una sola vittima, il massimale è pari a lire 630 milioni)
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 31 gennaio 2014, n. 2186 Svolgimento del processo 1. In data (omissis) P.G. rimaneva vittima di un incidente stradale. Citava quindi a giudizio, davanti al Tribunale di Grosseto, B.P. , conducente del mezzo antagonista, e la s.p.a. Tirrena di assicurazione, chiedendo il risarcimento dei relativi danni. Il Tribunale...