Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 gennaio 2016, n. 3623 Ritenuto in fatto 1. La Corte di Appello di Bologna, pronunciando nei confronti dell’odierna ricorrente P.A. , con sentenza del 16.1.2015, confermava la sentenza del Tribunale di Ravenna, emessa in data 23.12.2013, con condanna al pagamento delle ulteriori spese del grado. Il GM...
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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 27 gennaio 2016, n. 1548. In tema di riparto di spese condominiali, qualora non possa farsi riferimento ad una tabella millesimale approvata da tutti i condomini, il condomino non può sottrarsi al pagamento della quota, spettando al giudice di stabilire se la pretesa del condominio nei confronti del singolo condomino sia conforme ai criteri di ripartizione che, con riguardo ai valori delle singole quote di proprietà sono stabiliti dalla legge in “subiecta materia”, determinando egli stesso in via incidentale, anche in assenza di specifica richiesta al riguardo, i valori di piano o di porzioni di piano espressi in millesimi
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 27 gennaio 2016, n. 1548 Considerato in fatto C.M. , condomino dell’edificio di via (omissis) opponeva, con rituale citazione, il D.I. provvisoriamente esecutivo n. 253/2001 emesso dal Tribunale di Roma. Con tale provvedimento monitorio veniva ingiunto il pagamento della somma di L. 21.251.202 asseritamente dovuta per oneri condominiali...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 27 gennaio 2016, n. 1549. La legittimazione ad agire per la specifica tutela dei diritti di veduta non può che appartenere ai singoli condomini. In assenza di ogni altra allegazione quanto alla possibilità di coesistenza di vedute di singoli condomini e di vedute quali, ad esempio, quelle delle finestre delle scale del condominio, il diritto di veduta a favore delle singole unità abitative è proprio del titolare della proprietà di ciascun singola appartamento e, pertanto, non del Condominio, ma del singolo condomino-proprietario.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 27 gennaio 2016, n. 1549 Considerato in fatto Il Condominio di via (…) di R. conveniva in giudizio innanzi al Tribunale di Chiavari il condomino R.P. rappresentando che lo stesso aveva realizzato una costruzione ed apposto gronde in aderenza al muro condominiale con ciò ledendo il diritto di...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 22 gennaio 2016, n. 3047. Se l’abuso d’ufficio è commesso con il fine di avvantaggiare un soggetto, il danno derivante dalla condotta cagionato al terzo è una conseguenza solo riflessa, con la conseguenza che quest’ultimo non può essere considerato come persona offesa
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI sentenza 22 gennaio 2016, n. 3047 Ritenuto in fatto 1. Con decreto adottato in data 19 gennaio 2015, il Giudice per le indagini preliminari dei Tribunale di Trani ha dichiarato l’inammissibilità dell’atto di opposizione proposto, quale persona offesa, da N.S. avverso la richiesta dì archiviazione avanzata dal pubblico Ministero...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 gennaio 2016, n. 768. a) i principi generali che regolano la causalità materiale (o di fatto) sono anche in materia civile quelli delineati dagli artt. 40 e 41 c.p. e dalla regolarità causale; b) ciò che differenzia l’accertamento del nesso causale in sede penale ed in sede civile è la regola probatoria, valendo per il primo il principio dell'”oltre ogni ragionevole dubbio”, mentre nel secondo vale il principio della preponderanza dell’evidenza o “del più probabile che non”, fermo restando che la regola della “certezza probabilistica” non può essere ancorata esclusivamente alla determinazione quantitativa-statistica delle frequenze di classe di eventi (c.d. probabilità quantitativa), ma va verificata riconducendo il grado di fondatezza all’ambito degli elementi di conferma disponibili nel caso concreto (c.d. probabilità logica).
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III Sentenza 19 gennaio 2016, n. 768 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMBROSIO Annamaria – rel. Presidente – Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere – Dott. CARLUCCIO Giuseppa – Consigliere – Dott. VINCENTI Enzo –...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 22 gennaio 2016, n. 3000. Acquirente finale ovvero soggetto immune da sanzione penale alla stregua della L. 35/2005 come modificata dalla L. 99/2009, è solo colui che acquista il prodotto contraffatto per sé e sia estraneo non solo al processo produttivo ma anche a quello diffusivo del prodotto contraffatto, la cui destinazione finale deve rimanere circoscritta all’uso e consumo dell’acquirente stesso
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 22 gennaio 2016, n.3000 Ritenuto in fatto Con sentenza emessa in data 8/1/2014 la Corte d’Appello di Milano confermava integralmente la sentenza del Tribunale di Corno del 21/4/2010, che dichiarava L.R. ed E.A. colpevoli del reato di ricettazione ex art. 648 c. 2 c.p., consistente nella detenzione, per...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 26 gennaio 2016, n.1369. La concessione di un c.d. credito agevolato presuppone la nascita di un rapporto principale, instaurato tra l’istituto finanziario erogatore ed il privato, e di un rapporto secondario, che intercorre tra l’ente pubblico ed il detto istituto finanziario. Il primo rapporto integra gli estremi del mutuo di scopo, in cui per legge o per volontà delle parti assume un ruolo primario l’interesse alla realizzazione dello scopo, tanto da tradursi, attraverso una clausola di destinazione, nell’assunzione, da parte del sovvenuto, dell’obbligo di compiere l’attività necessaria al perseguimento della finalità che il finanziamento mira ad agevolare. Il secondo rapporto è, invece, rappresentato da una convenzione (comunemente detta contratto di ausilio) diretta a regolare l’obbligazione nei confronti dell’istituto finanziario, e con la quale l’ente pubblico si accolla una parte degli interessi che devono essere corrisposti dal privato all’istituto mutuante. Il collegamento tra il rapporto di credito fondamentale originato dal mutuo di scopo ed il rapporto di ausilio raffigurato dal contributo in conto interessi concesso dall’ente pubblico è, peraltro, di natura accessoria, tanto da poter cessare, lasciando sopravvivere il solo rapporto principale, quando l’istituto finanziario lo abbia regolato in modo da poter convertire il contratto di credito agevolato in un contratto di credito ordinario. Per converso, stante il vincolo di accessorietà che lega il contratto di ausilio a quello di mutuo, non è possibile che, a fronte della risoluzione di quest’ultimo, possa restare in vita solo il primo
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 26 gennaio 2016, n.1369 Ritenuto in fatto Con atto di citazione notificato il 7 dicembre 1999, [Istituto per lo Sviluppo Economico dell’Italia Meridionale (ISVEIMER) s.p.a. conveniva in giudizio, dinanzi al Tribunale di Napoli, la Cevim s.a.s. di C.V. & C., nonché C.V. , C.D. e P.R. , chiedendone...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 11 gennaio 2016, n. 587. In tema di sospensione condizionale della pena il beneficio può essere concesso per una seconda volta qualora, ai sensi dell’art. 164, co. 4, c.p., il giudice della cognizione ritenga di dover applicare una pena che si mantenga entro il limite prescritto dall’art. 163 c.p., ancorché sommata a quella precedentemente inflitta
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 11 gennaio 2016, n. 587 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VECCHIO Massimo – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. SANDRINI Enrico Giuseppe – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 11 gennaio 2016, n. 591. Il giudice dell’esecuzione, a pena di nullità dell’ordinanza pronunciata, non può decidere il merito della questione sottoposta alla sua cognizione laddove non abbia acquisito e valutato le dichiarazioni in precedenza rese dall’interessato in vinculis al magistrato di sorveglianza
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 11 gennaio 2016, n. 591 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VECCHIO Massimo – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. MANCUSO Luigi Fabrizio – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 11 gennaio 2016, n. 579. Si applica autonomamente il termine quinquennale se, pendendo procedura per l’applicazione di misura di prevenzione patrimoniale nei confronti degli eredi, l’emergenza di ulteriori beni passibili di sequestro e confisca, nel corso dello svolgimento di attivita’ proprie delle funzioni dell’amministratore giudiziario nominato a seguito di un decreto di sequestro emesso nell’ambito di precedente proposta, determini o meno la pendenza di un autonomo distinto procedimento di prevenzione (prescindendo dall’eventuale successiva riunione delle procedure, quando le tematiche oggettive e soggettive siano omogenee)
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 11 gennaio 2016, n. 579 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. GIANESINI Maurizio – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – rel. Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. DE...