Non può invocare l’esclusione della punibilità per la particolare tenuità del fatto il soggetto condannato per resistenza a pubblico ufficiale e per lesioni personali aggravate. Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 27 aprile 2016, n. 17378 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE...
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Il carattere eccezionale della "translatio iudicii", per "grave situazione locale" debba intendersi un fenomeno esterno alla dialettica processuale, riguardante l'ambiente territoriale nel quale il processo si svolge e connotato da tale abnormità e consistenza da non poter essere interpretato se non nel senso di un pericolo concreto per la non imparzialità del giudice o di un pregiudizio alla libertà di determinazione delle persone che partecipano al processo medesimo. Di conseguenza i "turbamenti" nel luogo in cui esso si celebra, sia che attengano all'ordine pubblico processuale che alla serenità del giudice, possono essere ricondotti unicamente a fattori che esulano da vizi interni al processo. Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 26 aprile 2016, n. 17170.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 26 aprile 2016, n. 17170 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. COSTANZO Angelo – Consigliere Dott. CRISCUOLO Anna – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. DE AMICIS...
Il delitto di calunnia è istantaneo e si consuma ed esaurisce con la comunicazione all’Autorità Giudiziaria della falsa incolpazione a carico di soggetto che si sa essere innocente. La reiterazione delle dichiarazioni, che confermano la falsa accusa, non costituisce un’altra violazione della medesima norma; tuttavia l’identità del fatto si configura soltanto nell’ipotesi in cui sussista una corrispondenza storico-naturalistica nella configurazione del reato, con riferimento a tutti i suoi elementi costitutivi ed alle circostanze di tempo, di luogo e di persona. Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 aprile 2016, n. 13416.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 4 aprile 2016, n. 13416 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CITTERIO Carlo – Presidente Dott. GIORDANO Emilia Anna – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 marzo 2016, n. 8618. Per lo stesso fatto, non può procedersi a norma dell’art. 649 cod. proc. pen., la misura custodiale risulterebbe adottata in assenza di una delle condizioni di applicabilità previste dall’art. 273, secondo comma, cod. proc. pen., là dove stabilisce che nessuna misura può essere applicata se risulta che il fatto è stato compiuto in presenza di “una causa di non punibilità”, locuzione quest’ultima idonea a ricomprendere anche le cause di improcedibilità dell’azione penale, come è dato argomentare anche da quanto previsto dall’art. 129, primo comma, cod. proc. pen., che, nello stabilire l’obbligo della immediata declaratoria di determinate “cause di non punibilità”, ha riguardo anche alla mancanza di una condizione di procedibilità
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 marzo 2016, n. 8618 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. TRONCI Andrea – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 marzo 2016, n. 8610. E’ nulla la notificazione eseguita a norma dell’art. 157, comma 8-bis, cod. proc. pen., presso il difensore di fiducia
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 marzo 2016, n. 8610 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 19 maggio 2014 la Corte d’appello di Milano, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Monza del 20 novembre 2012, ha rideterminato in mesi sei di reclusione la pena inflitta a R.R.E. per il reato...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 febbraio 2016, n. 5258. Ai fini della configurabilità del reato di maltrattamenti in famiglia di cui all’art. 572 cod. pen. la materialità del fatto deve consistere in una condotta abituale che si estrinsechi con più atti che determinano sofferenze fisiche o morali, realizzati in momenti successivi, collegati da un nesso di abitualità ed avvinti nel loro svolgimento da un’unica intenzione criminosa di ledere l’integrità fisica o morale del soggetto passivo infliggendogli abitualmente tali sofferenze. Ne consegue che non possono essere presi in considerazione singoli e sporadici episodi di percosse o lesioni, poiché è necessario che tali fatti siano la componente di una più ampia ed unitaria condotta abituale, idonea ad imporre un regime di vita vessatorio, mortificante ed insostenibile.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 9 febbraio 2016, n. 5258 Ritenuto in fatto Con sentenza del 17 febbraio 2015 la Corte d’appello di Venezia, in riforma della sentenza di condanna emessa in data 6 dicembre 2013 dal G.u.p. presso il Tribunale di Belluno, che all’esito di giudizio abbreviato lo condannava alla pena di...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 dicembre 2015, n. 48913. In tema di abuso d’ufficio il dovere di astensione da parte del soggetto qualificato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 dicembre 2015, n. 48913 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 25 novembre 2015, n. 46797. Nullo il decreto di archiviazione se è omessa la comunicazione della richiesta del PM alla persona offesa che ha fatto istanza di essere avvisata. Dalla connotazione di eventuale plurioffensività del delitto di peculato, in ragione del vulnus inferto al concorrente interesse del privato danneggiato dalla condotta appropriativa del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio, discende, pertanto, che il soggetto al quale tale condotta abbia arrecato un danno riveste la qualità di persona offesa dal reato, legittimata in quanto tale a proporre opposizione avverso la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, in applicazione degli artt. 408 e 410 cod. proc. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 25 novembre 2015, n. 46797 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 13 novembre 2015, n. 45490. E’ illegittimo e va annullato con rinvio il provvedimento cautelare che abbia confermato la misura utilizzando gli esiti delle operazioni di intercettazione, qualora la difesa non abbia previamente ottenuto la copia delle registrazioni tempestivamente richiesta al Pubblico ministero, a causa di ritardi imputabili a quest’ultimo
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 13 novembre 2015, n. 45490 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 novembre 2015, n. 44791. È legittima l’emissione dell’ordinanza cautelare in base all’allegazione dei brogliacci di ascolto delle intercettazioni. La sommaria trascrizione degli esiti delle intercettazioni ovvero la produzione degli appunti presi dagli agenti in sede di captazione è sufficiente all’emissione del provvedimento cautelare anche senza necessità di allegazione dei decreti autorizzativi
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 9 novembre 2015, n. 44791 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – rel. Consigliere...