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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 4 marzo 2016, n. 4299. In tema di contratto di agenzia, la promozione, da parte dell’agente, di affari per conto di imprese concorrenti nell’ambito territoriale di vigenza del contratto ed in spregio ad una precisa clausola contrattuale legittima la risoluzione in tronco del rapporto da parte del preponente

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 4 marzo 2016, n. 4299 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MAZZACANE Vincenzo – Presidente Dott. BIANCHINI Bruno – Consigliere Dott. PARZIALE Ippolisto – Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – rel. Consigliere Dott. FALASCHI...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 4 marzo 2016, n. 4248. Il difetto di rappresentanza processuale è suscettibile di sanatoria, anche in grado di impugnazione, senza che operino le ordinarie preclusioni istruttorie ed è rilevabile d’ufficio pure in sede di legittimità, potendo la parte, in caso di contestazione esplicita, fornire la prova documentale della sussistenza della legittimazione processuale ai sensi dell’articolo 372 del codice di procedura civile

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 4 marzo 2016, n. 4248 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. FINOCCHIARO Mario – Presidente Sezione Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente Sezione Dott. BERNABAI Renato...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 11 febbraio 2016, n. 2712. In tema di violazioni previste dal codice della strada, ai fini dell’applicazione, a carico del proprietario (o del possessore) del suolo su cui è avvenuta l’abusiva istallazione di cartelli pubblicitari, della sanzione prevista dall’art. 23, comma 13-bis, per l’omessa rimozione di detti cartelli nel termine di legge nonostante la previa diffida dell’ente titolare della strada, non occorre che al proprietario (o possessore) venga, altresì, contestata o notificata, ai sensi dell’art. 14 l. n. 689/1981, la violazione amministrativa di abusiva installazione di detti cartelli, essendo questa prevista a carico di soggetti diversi da una autonoma fattispecie sanzionatoria. Ferma restando la possibilità per il proprietario (o il possessore) del suolo di dedurre, in sede di ricorso amministrativo o giurisdizionale, l’illegittimità derivata del verbale a lui rivolto per l’insussistenza della violazione presupposta, ossia per la mancata installazione dei cartelli pubblicitari o per la non abusività dei medesimi

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 11 febbraio 2016, n. 2712 Svolgimento del processo Si riporta la relazione preliminare redatta dal consigliere relatore e comunicata ex art. 380 bis c.p.c.. “1) Dal ricorso si apprende che: in data 18.12.2007 la Provincia di Bari revocava in autotutela l’autorizzazione in precedenza concessa alla Intersud spa all’installazione...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 gennaio 2016, n. 1718. In tema di condominio negli edifici, la lesione del decoro architettonico può aver luogo anche in relazione alle facciate interne dell’edificio condominiale

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 29 gennaio 2016, n. 1718 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MAZZACANE Vincenzo – Presidente Dott. LOMBARDO Luigi Giovanni – Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – rel. Consigliere Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 17 novembre 2015, n. 23528. Il ricorso per revocazione della sentenza della Corte di cassazione per errore di fatto deve esporre a pena d’inammissibilità i fatti rilevanti per la decisione revocatoria, non essendo invece necessaria l’esposizione dei fatti di cui all’originario ricorso per cassazione

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 17 novembre 2015, n. 23528 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 2 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETITTI Stefano – Presidente Dott. MANNA Felice – Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – rel. Consigliere Dott. GIUSTI Alberto – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 23 novembre 2015, n. 23836. La sentenza di applicazione di pena patteggiata, pur non potendosi configurare come sentenza di condanna, presuppone pur sempre una ammissione di colpevolezza ed esonera il giudice disciplinare dall’onere della prova

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 23 novembre 2015, n. 23836 Svolgimento del processo Il 2 aprile 2009 veniva aperto procedimento disciplinare a carico dell’avvocata ricorrente, iscritta al registro praticanti abilitati del COA di Viterbo. Le veniva contestato di aver acquistato in più occasioni sostanze stupefacenti destinate alla cessione a terzi e di aver...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 ottobre 2015, n. 21119. È ius receptum che le controversie tra proprietari di fabbricati vicini relative all’osservanza di norme che prescrivono distanze tra le costruzioni o rispetto ai confini appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario, senza che rilevi l’avvenuto rilascio del titolo abilitativo all’attività costruttiva, la cui legittimità può essere valutata “incidenter tantum” dal giudice ordinario attraverso l’esercizio del potere di disapplicazione del provvedimento amministrativo. Inoltre, ogni concessione edilizia è rilasciata con salvezza dei diritti dei terzi. Il ruolo del giudice amministrativo, investito della domanda di annullamento della licenza, concessione o permesso di costruire (rilasciati con salvezza dei diritti dei terzi), ha ad oggetto il controllo di legittimità dell’esercizio del potere da parte della P.A. ovvero concerne esclusivamente il profilo pubblicistico relativo al rapporto fra il privato e la P.A., ma non può impedire l’esercizio della azione civilistica intrapresa dal vicino per far rispettare la normativa in tema di distanze, che siano queste previste dal codice civile o dagli strumenti urbanistici.

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 19 ottobre 2015, n. 21119 Svolgimento del processo 1) Le parti sono proprietarie di villette a schiera confinanti, poste all’interno di un complesso condominiale. Ogni villetta ha due ingressi: uno con portico e l’altro attraverso una veranda che dal giardino immette al piano rialzato. Ogni lato portico è...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 ottobre 2015, n. 19867. Il dovere di diligenza professionale cui l’avvocato e’ tenuto nei confronti del cliente, anche in caso di rinuncia o revoca del mandato o risoluzione consensuale del rapporto, e dalla relativa responsabilita’ il domiciliatario non puo’ essere esonerato se non in virtu’ della prova, posta a suo carico, di avere dato notizia della notifica al nuovo difensore

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 5 ottobre 2015, n. 19867 Svolgimento del processo 1) La causa è stata avviata nel 1996 da C. C., che ha chiesto al pretore di Lucera sez. Apricena di far rimuovere un manufatto metallico installato dalla convenuta G. R. V. su un balcone, a distanza inferiore a quella...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 25 settembre 2015, n. 19115. Tutti coloro che esercitano l’attività di mediazione per conto di imprese organizzate, anche in forma societaria, devono essere iscritti nell’apposito ruolo professionale, a norma dell’art. 3, comma quinto, della legge 3 febbraio 1989, n. 39, mentre secondo l’art. 11 del relativo regolamento di attuazione, emanato con D.M. 21 dicembre 1990, n. 452, in caso di esercizio dell’attività di mediazione da parte di una società, i requisiti per l’iscrizione nel ruolo debbono essere posseduti dal legale rappresentante di essa ovvero da colui che da quest’ultima è preposto a tale ramo di attività. Ne consegue che per gli ausiliari della società di mediazione è prescritta riscrittone nel ruolo solo quando, per conto della società, risultino assegnati allo svolgimento di attività mediatitela in senso proprio, della quale compiono gli atti a rilevanza esterna, con efficacia nei confronti dei soggetti intermediati, ed impegnativi per l’ente da cui dipendono; essa non è invece richiesta per quei dipendenti della società che esplicano attività accessoria e strumentale a quella di vera e propria mediazione, in funzione di ausilio ai soggetti a ciò preposti. A nulla rileva, quand’anche fosse provata, la circostanza che l’attività di mediazione non si sia articolata con ulteriori contatti tra le parti. Per attività di mediazione non si intende infatti solo il materiale contatto tra il mediatore e l’acquirente, ma tutta la attività che precede e segue la visita dell’immobile (reperimento dell’altro cliente, nella specie il venditore, ricezione dell’incarico, assunzione di informazioni sul bene venduto, organizzazione della struttura di intermediazione etc.) e che, tramite il complesso di attività, pone fruttuosamente in contatto l’aspirante acquirente con il venditore

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 25 settembre 2015, n. 19115 Fatto e diritto Il tribunale di Ivrea con sentenza n. 368/2009, emessa in data 11.07.2009, condannava B.L. al pagamento di Euro 9.180,00 in favore della Società Pirelli RE franchising, a titolo di provvigione per la mediazione nella compravendita di un immobile. Il B....