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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 gennaio 2015, n. 846. L'intimidazione nei confronti di un avvocato legittima l'ordine professionale a costituirsi parte civile in quanto ad essere minacciato è l'esercizio stesso del diritto di difesa tutelato dall'organismo associativo

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 12 gennaio 2015, n. 846   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – rel. Consigliere Dott. DI TOMASSI Mariastefania – Consigliere Dott. BONITO Francesco M.S....

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 ottobre 2014, n. 44976. Il riconoscimento o l'esclusione della legittima difesa – reale o putativa – costituisce giudizio di fatto insindacabile in sede di legittimità, quando la vicenda sostanziale e gli elementi di prova siano stati correttamente e logicamente valutati dal giudice di merito. Il giudizio di correttezza di siffatta valutazione deve parametrarsi ad un apprezzamento ex ante e non già ex post delle circostanze di fatto, rapportato al momento della reazione in base alle concrete circostanze di fatto che si rappresentano all'agente, al fine di apprezzare solo in quel momento – e non a posteriori – l'esistenza dei canoni della proporzione e della necessità di difesa, richiesti dalla norma sostanziale ai fini dell'integrazione dell'esimente in questione. Nella formulazione di tale giudizio va ovviamente considerato che, sul piano sostanziale e concettuale, la legittima difesa putativa postula gli stessi presupposti di quella reale, con la sola differenza che, nella prima, la situazione di pericolo non sussiste obiettivamente, ma è solo supposta dall'agente sulla base di un errore scusabile nell'apprezzamento dei fatti, determinato da una situazione obiettiva atta a far sorgere in lui la ragionevole convinzione di versare in condizione di pericolo attuale di un'offesa ingiusta; sicché, in mancanza di dati di fatto concreti, l'esimente putativa non può ricondursi ad un criterio di carattere meramente soggettivo, identificato nel solo timore o nel solo stato d'animo dell'agente

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 ottobre 2014, n. 44976 Rilevato in fatto 1. Con sentenza emessa il 15 maggio 2012, la Corte di assise di Brindisi dichiarava V.A. responsabile dell’omicidio di G.G. (capo A) e di porto di un coltello con lama di almeno 10 cm (capo B) e, esclusa la recidiva...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 ottobre 2014, n. 42051. La differenza tra gli artt. 575 e 584 cod. pen. va individuata nella diversità dell'elemento psicologico, che nell'omicidio preterintenzionale consiste nella volontarietà delle percosse o delle lesioni alle quali consegue la morte dell'aggredito come evento non voluto

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 9 ottobre 2014, n. 42051 Ritenuto in fatto Con sentenza del 17.4.2013 la Corte di assise di appello di Catania rideterminava in anni ventuno di reclusione la pena inflitta dalla Corte di primo grado che condannava, con le circostanze attenuanti generiche equivalenti alle circostanze aggravanti contestate della premeditazione...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 2 ottobre 2014, n. 40829. L’aggravante dell'aver agito con crudeltà verso la persona, di cui all'art. 61 n. 4 cod. pen., avendo natura soggettiva, richiede che la condotta dell'agente sia connotata da modalità tali da rendere evidente la volontà di infliggere alla vittima sofferenze aggiuntive che esulano dal normale processo di causazione dell'evento e che costituiscono un quid pluris rispetto all'attività necessaria ai fini della consumazione dei reato, rendendo la condotta stessa particolarmente riprovevole per la gratuità e superfluità dei patimenti cagionati alla vittima con un'azione efferata, rivelatrice di un'indole malvagia e priva del più elementare senso d'umana pietà, con la conseguenza che l'aggravante non può ravvisarsi – di norma – nella mera reiterazione dei colpi inferti alla vittima se tale azione, in quanto connessa alla natura del mezzo usato per conseguire l'effetto delittuoso, non eccede i limiti della normalità causale rispetto all'evento e non trasmoda in una manifestazione di efferatezza; anche la reiterazione dei colpi che hanno attinto la vittima può essere in concreto significativa di una condotta idonea a integrare l'aggravante, allorché essa non sia meramente funzionale al delitto, ma costituisca espressione – in puntuale coerenza all'orientamento sopra citato – della volontà dell'agente di infliggere sofferenze che esulano dal normale processo di causazione dell'evento morte.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 2 ottobre 2014, n. 40829   Ritenuto in fatto Con sentenza in data 3.05.2013 la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha confermato la sentenza pronunciata il 2.03.2012 con cui il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Aosta, all’esito di giudizio abbreviato, aveva condannato l’imputato G.R., concesse le attenuanti...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 settembre 2014, n. 37246. Il consenso presupposto dall'omicidio del consenziente, deve essere serio, esplicito, non equivoco e perdurante sino al momento della commissione del fatto ed, inoltre, deve esprimere una volontà di morire, la cui prova deve essere univoca, chiara e convincente in considerazione dell'assoluta prevalenza da riconoscersi al diritto personalissimo alla vita, non disponibile a opera di terzi

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 8 settembre 2014, n. 37246 Ritenuto in fatto Con sentenza del 29 giugno 2011 il G.u.p. del Tribunale di Novara, all’esito del giudizio abbreviato, ha dichiarato M.A. colpevole del reato di omicidio in danno della madre R.N. , deceduta per asfissia primitiva, meccanica, violenta da occlusione estrinseca delle...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 16 giugno 2014, n. 25809. L'articolo 45 cod. proc. pen. fa riferimento alla "sicurezza o l'incolumita' pubblica". Ma l'ordine pubblico in tale ipotesi non e' certo l'ordine pubblico generale: si tratta comunque di situazioni che involgono l'ufficio giudiziario ed il dato processo "non e' sufficiente la mera possibilita' di tensioni e turbamenti dell'ordine pubblico (cui, di regola, devono far fronte le forze di polizia, nell'ambito dei compiti di prevenzione loro assegnati), ma e' necessario che la situazione paventata e addotta a sostegno della richiesta di rimessione emerga in modo ragionevolmente certo e non costituisca invece la proiezione di preoccupazioni e timori che, pur se ancorati a dati di fatto, non consentano tuttavia di prevedere reali ostacoli al corretto svolgimento del giudizi. Il concetto di ordine pubblico processuale, ricava bile dall'articolo 55 cod. proc. pen., trascende le esigenze della sicurezza pubblica e della pubblica tranquillita' e risale alle condizioni essenziali estrinseche agli organi giurisdizionali, concernenti quei normali ed armonici rapporti tra l'ambiente e la causa, a cui e' subordinato il sereno ed obiettivo svolgimento del processo.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 16 giugno 2014, n. 25809 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluig – rel. Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 30 aprile 2014, n. 18120. Inutilizzabilità delle dichiarazioni confessorie rese da chi, pur dovendo essere sentito come imputato o persona sottoposta alle indagini, ha reso tali dichiarazioni senza garanzie difensive, afferma che la portata di tale principio va estesa anche al caso in cui tali dichiarazioni confessorie siano riportate da un altro soggetto ascoltato in qualità di testimone

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 30 aprile 2014, n. 18120 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. CASSANO Margherita – rel. Consigliere Dott. LA POSTA Lucia – Consigliere Dott....