Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 maggio 2014, n. 12107 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. COLETTI DE CESARE Gabriella – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. MANNA Antonio – rel. Consigliere Dott. BERRINO...
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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 giugno 2014, n. 23619. Il reato di molestie non è necessariamente abituale, potendo essere realizzato anche con una sola azione, di tal che la reiterazione delle azioni di disturbo ben può configurare ipotesi di continuazione. Peraltro tale impostazione di carattere generale non impedisce di rilevare che, in fatto, la vicenda concreta si sia snodata con caratteristiche tali da rendere la condotta abituale ed integrante il reato solo nella globalità unitaria delle condotte. Nella fattispecie ciò si rende evidente considerando che si trattò di tre episodi racchiusi nel breve giro di due mesi. Pertanto, è stata esclusa la ritenuta continuazione.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 giugno 2014, n. 23619 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 23.10.2013 la Corte d’appello di Palermo, in parziale riforma della sentenza di primo grado, qualificati i fatti ascritti a M.R. ex artt. 81 e 660 Cod. pen., anziché violenza privata, determinava la pena nei suoi...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 5 giugno 2014, n. 23579. Condannato a € 400 di multa per aver offeso la reputazione del direttore di una filiale di banca con una missiva inviata a più persone, tra cui l’amministratore delegato del gruppo bancario nella quale rappresentava "comportamenti meschini di qualche direttore di agenzia”. Annullata la condanna dalla Cassazione: il fatto non costituisce reato.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 5 giugno 2014, n. 23579 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 29.1.2013 il Tribunale di Roma, in composizione monocratica, confermava la sentenza emessa dal Giudice di Pace di Roma in data 11.5.2011, con la quale M.G. era stato condannato, con concessione delle attenuanti generiche, alla pena di...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 maggio 2014, n. 12265. Il danno non patrimoniale e' categoria generale non suscettiva di suddivisione in sottocategorie variamente etichettate e l'interpretazione costituzionale dell'articolo 2059 c.c., rimane soddisfatta dalla tutela risarcitoria di specifici valori della persona presidiati da diritti inviolabili secondo Costituzione. Ai fini della liquidazione del danno patrimoniale futuro derivante dalla perdita degli alimenti che il figlio avrebbe potuto erogare in favore dei genitori o del genitore superstite, questi devono provare che, sulla base delle circostanze attuali, secondo criteri non ipotetici, ma ragionevolmente probabilistici, essi avrebbero avuto bisogno di tale prestazione alimentare; allo stesso modo, va provato il verosimile contributo del figlio ai bisogni della famiglia, ove dedotto per il futuro
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 maggio 2014, n. 12265 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMATUCCI Alfonso – Presidente Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere Dott. ARMANO Uliana – rel. Consigliere Dott. LANZILLO Raffaella – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 6 giugno 2014, n. 23930. Anche la cessione continuativa a terzi di sostanze stupefacenti può integrare il fatto di lieve entità, avuto riguardo alla quantità e qualità della sostanza detenuta e spacciata, da accertarsi con riguardo al principio attivo, alla complessità ed all'ampiezza della organizzazione, al numero ed alla qualità dei soggetti coinvolti, nonché più in generale ad ogni altro profilo della vicenda che, secondo il giudizio discrezionale ma motivato del giudice di merito, appaia idoneo ad incidere sulla entità del fatto
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 6 giugno 2014, n. 23930 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza sopra indicata la Corte d’Appello di Catania, a conferma di quella resa in data 19/07/2012 dal GUP del locale Tribunale all’esito di giudizio abbreviato, ribadiva la condanna di C.F. e C.A. alla pena di quattro anni...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 26 maggio 2014, n. 21303. Il reato di inosservanza dell'obbligo di deposito delle scritture contabili, previsto dalla L.F., articolo 220, e articolo 16, n. 3, concorre con quelli di bancarotta fraudolenta documentale, di cui alla L.F., articolo 216, comma 1, n. 2), e di bancarotta semplice documentale, di cui alla L.F., articolo 217, comma 2, tutte le volte in cui la condotta di bancarotta non consista nella sottrazione, distruzione ovvero nella mancata tenuta delle scritture contabili, ma nella tenuta irregolare o incompleta delle stesse ovvero in guisa da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 26 maggio 2014, n. 21303 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. BRUNO Paolo Antonio – Consigliere Dott. SABEONE Gerardo – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – rel. Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 giugno, n. 12672. Nel comminare la sanzione disciplinare al notaio che trascrive gli atti con grave ritardo e non versa le imposte di registro va riconosciuta l'attenuante qualora il professionista si sia impegnato a ridurre o eliminare le conseguenze dannose.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 5 giugno, n. 12672 Svolgimento del processo Con decisione in data 12 gennaio 2012, la Commissione amministrativa regionale di disciplina della Toscana, su richiesta del Presidente del Consiglio notarile di Arezzo, ha comminato al notaio M.F. la sanzione disciplinare della sospensione della durata di nove mesi per violazione...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 26 maggio 2014, n. 11638. L'accettazione tacita dell'eredità necessita di un accertamento giudiziale esterno al processo esecutivo, che, quando si tratti di esecuzione esattoriale immobiliare, deve precedere la vendita disposta
sUPREMA Corte di Cassazione SEZIONE III sentenza 26 maggio 2014, n. 11638 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. RUBINO Lina – Consigliere Dott. BARRECA...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 giugno 2014, n. 12707. In tema di illeciti amministrativi, l'adozione dei principi di legalità, irretroattività e divieto di analogia, di cui all'art. 1 della legge n. 689 del 1981, comporta l'assoggettamento del fatto alla legge del tempo del suo verificarsi, con conseguente inapplicabilità della disciplina posteriore eventualmente più favorevole, a nulla rilevando che detta più favorevole disciplina, successiva alla commissione del fatto, sia entrata in vigore anteriormente all'emanazione del provvedimento di accertamento. Dichiarata illecita la somministrazione di test ai candidati alla selezione di un dirigente tecnico da inserire in organico ai sensi degli artt. 143 comma 1 lett. c) e 154 comma 1 lett. d) D.Lvo n. 196/03
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 giugno 2014, n. 12707 Ragioni in fatto e in diritto della decisione 1.- Con la sentenza impugnata (depositata in data 11.8.2012) il Tribunale di Brescia ha rigettato l’opposizione proposta dall’Aler di Brescia contro il provvedimento in data 21 luglio 2011 con il quale il Garante per...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 giugno 2014, n. 23620. Integra il delitto di illegale detenzione di esplosivi e non la contravvenzione di detenzione abusiva di materie esplodenti, la condotta avente ad oggetto materiali pirotecnici
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 giugno 2014, n. 23620 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza della corte d’appello di Salerno in data 9.5.2013 veniva confermata la pronuncia di condanna di D.J.V. del Tribunale di Sala Consilina in data 21.7.2010, con cui era stata affermata la colpevolezza del prevenuto per i reati di...