Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 28 luglio 2014, n. 17102 Svolgimento del processo La società Gabetti Property Solutions Agency s.p.a. richiedeva il pagamento dell’indennità per la perdita dell’avviamento a seguito della cessazione del contratto di locazione relativo ad un immobile sito in (omissis) , che era conseguita alla disdetta da...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 luglio 2014, n. 17277. Spetta solo al genitore di consentire al secondo riconoscimento, legittimando, in caso contrario, l'altro genitore a promuovere l'azione per ottenere sentenza sostitutiva, in un procedimento in cui il primo è contraddittore necessario, come il minore, rappresentato dal tutore.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 luglio 2014, n. 17277 Svolgimento del processo 1. Con ricorso depositato il 5.7.2012, S.A.E. chiedeva al Tribunale per i minorenni di Catanzaro di essere autorizzata al riconoscimento della figlia T.S. , nata il (omissis) fuori dal matrimonio, già riconosciuta da T.G. , con...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 30 luglio 2014, n. 17374. Riscontrata l’effettiva volontà di riorganizzazione della società, il licenziamento del lavoratore per motivi non basati sulle esigenze oggettive della soppressione del posto e delle funzioni del lavoratore, ma fondati sulla volontà di “eliminare” la presenza del funzionario, in quanto rappresenti la continuità con la passata gestione, è illegittimo. In questo caso, infatti, viene a mancare il nesso oggettivo tra la ristrutturazione aziendale e la risoluzione del rapporto.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 30 luglio 2014, n. 17374 Svolgimento del processo Con sentenza del 18/3 – 28/3/2008 la Corte d’appello di Firenze, accogliendo l’impugnazione principale di M.S. e respingendo quella incidentale della A.C. Siena s.p.a., ha ordinato la reintegra del M. nel posto di lavoro ed ha condannato la...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 28 luglio 2014, n. 3999. La pretesa risarcitoria, conseguente all'annullamento di un atto illegittimo della P.A., non può trovare accoglimento qualora il vizio accertato non contenga alcuna valutazione definitiva in ordine al rapporto giuridico controverso, risolvendosi nel riscontro di una violazione del del provvedimento. Il risarcimento è in linea di principio subordinato alla dimostrazione, secondo un giudizio di prognosi formulato ex ante dell'effettiva spettanza in capo all'interessato del bene che viene ad essere colpevolmente inciso dai provvedimenti illegittimamente assunti dall'Amministrazione.
Consiglio di Stato sezione V sentenza 28 luglio 2014, n. 3999 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1126 del 2003, proposto dal signor Ri.Ra., rappresentato e difeso dagli avvocati Lu.To., Fi.Sa. e Ra.Ve.,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 luglio 2014, n. 15605. Le rimesse sul conto corrente dell’imprenditore successivamente fallito sono legittimamente revocabili, ai sensi dell’art. 67 l.fall., quando il conto stesso risulti “scoperto” secondo il criterio del “saldo disponibile”, da determinarsi in ragione delle epoche di effettiva esecuzione di incassi ed erogazioni da parte della banca; pertanto, in presenza di operazioni di sconto di titoli cambiari con accredito del netto ricavo sul conto corrente, tale saldo va determinato considerando che il cliente acquista l’immediata disponibilità del denaro, accreditato sul conto corrente a fronte della cessione del credito verso terzi , e che l’eventuale mancato buon fine del titolo opera come condizione risolutiva del contratto.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 luglio 2014, n. 15605 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo –...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 luglio 2014, n. 15486. È nulla la procura a vendere un immobile, e dunque anche la successiva alienazione, qualora celi un patto commissorio vietato dall'ordinamento. E ciò anche se ad acquistare il bene non sia il creditore in prima persona ma un terzo, nel caso di specie la figlia.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 luglio 2014, n. 15486 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. STALLA Giacomo Maria – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta –...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 24 luglio 2014, n. 32946. Non c’è nullità della sentenza per mancata escussione di teste se manca l’opposizione alla chiusura dibattimentale e se le prove risultano sufficienti
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 24 luglio 2014, n. 32946 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata veniva confermata la sentenza del Giudice di pace di Napoli dell’08/02/2010, con la quale D.L. era ritenuto responsabile del reato continuato di cui agli artt. 594 e 612 cod. pen., commesso in (omissis) in danno di...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 22 luglio 2014, n. 32355. Risponde del reato di cui all’art. 609 bis il padre che durante la pratica del bidet tocca le parti intime alla minore e introduce reiteratamente le dita nella vagina
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione III SENTENZA 22 luglio 2014, n. 32355 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 18 ottobre 2012 la Corte d’appello di Bologna ha accolto l’appello proposto dal Procuratore Generale e dalla parte civile avverso sentenza del 21 giugno 2007 con cui il Tribunale di Bologna...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 24 luglio 2014, n. 32923. Il sorvegliato speciale sottoposto all’obbligo o al divieto di soggiorno che non porti con sé e non esibisca, a richiesta di ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, la carta di permanenza risponde della contravvenzione di cui all’art. 650 c.p.
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 24 luglio 2014, n. 32923 Ritenuto in fatto 1. S.G. era originariamente imputato del delitto di cui all’art. 9, comma secondo, della legge 27 dicembre 1956, n.1423, nella formulazione risultante dalle varie e successive modifiche (e da ultimo quella di cui al decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 7 maggio 2014, n. 18778. Ai fini dell'integrazione dell'elemento materiale della c.d. usura in concreto (art. 644 c.p., commi 1 e 3, seconda parte) occorre che il soggetto passivo versi in condizioni di difficoltà economica o finanziaria e che gli interessi (pur inferiori al tasso-soglia usurario ex lege) ed i vantaggi e i compensi pattuiti, risultino, avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari, sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero all'opera di mediazione.
Suprema CORTE DI Cassazione sezione II sentenza 7 maggio 2014, n.18778 Svolgimento del processo 1. Con l’ordinanza indicata in epigrafe, il Tribunale del riesame di Siena ha rigettato l’appello proposto dal P.M. c/o Tribunale di Siena contro il provvedimento con il quale in data 26 aprile 2013 il GIP dello stesso Tribunale non...