Consiglio di Stato sezione VI sentenza 29 gennaio 2016, n. 359 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Sesta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3978 del 2015, proposto dal signor Gi. De. in proprio e in qualità di legale rappresentante della...
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Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 2 febbraio 2016, n. 399. Il collocamento a riposo dell’incolpato estingue categoricamente ogni interesse disciplinare dell’amministrazione che possa legittimare l’emissione di un qualsivoglia provvedimento
Consiglio di Stato sezione IV Sentenza 2 febbraio 2016, n. 399 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quarta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2215 del 2015, proposto da: Fa. To Fa. S.r.l.; contro Comune di (omissis) ed altri; nei confronti...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 4 febbraio 2016, n. 442. In tema di procedure aperte per l’affidamento di servizi una clausola estensiva può essere ammessa in quanto soddisfi i requisiti, in primis di determinatezza, prescritti per i soggetti e l’oggetto della procedura cui essa accede
Consiglio di Stato sezione III sentenza 4 febbraio 2016, n. 442 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Terza ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7106 del 2015, proposto da: ESTAR – Ente di Supporto Tecnico Amministrativo Regionale, in persona del Direttore...
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 19 gennaio 2016, n. 864. La causa di forza maggiore che può giustificare la inottemperanza del contribuente all’onere di trasferire la propria residenza nel comune ove è situato l’immobile acquistato con l’agevolazione “prima casa”, entro 18 mesi dall’acquisto, pur potendo riferirsi alla inutilizzabilità dell’immobile acquistato con detta agevolazione, deve tuttavia essere caratterizzata dei requisiti delle non imputabilità al contribuente, della necessità e della imprevedibilità
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA sentenza 19 gennaio 2016, n. 864 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IACOBELLIS Marcello – Presidente – Dott. CARACCIOLO Giuseppe – Consigliere – Dott. COSENTINO Antonello – rel. Consigliere – Dott. CRUCITTI...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 febbraio 2016, n. 2316. Il rinvenimento di reperti archeologici (c.d. sorpresa archeologica) nel corso dell’esecuzione di un appalto pubblico costituisce causa di forza maggiore, ai sensi dell’art. 30, comma 1, del d.P.R. 16 luglio 1962, n. 1063, che impedisce la prosecuzione dei lavori in adempimento di doveri imposti dalla legge e senza discrezionalità alcuna da parte del committente, con la conseguenza che la sospensione in tal caso disposta dalla stazione appaltante, non costituendo sospensione discrezionale per ragioni di interesse pubblico, non consente all’appaltatore di richiedere, ai sensi dell’art. 30, secondo comma, del capitolato generale del Ministero dei Lavori pubblici approvato con d.P.R. 16 luglio 1962, n. 1063, lo scioglimento del contratto ove la sospensione superi i termini ivi stabiliti e, in caso di rifiuto da parte del committente, di ottenere l’indennizzo dei maggiori oneri sopportati; la sospensione dei lavori, disposta dalla stazione appaltante ex art. 30, comma 1, del d.P.R. n. 1063 del 1962, per la sopravvenienza di una causa di forza maggiore, non può protrarsi illimitatamente, giacché si fonda sulla condizione della temporaneità dell’ostacolo sopraggiunto e sulla prospettiva di una ripresa dei lavori in un tempo ragionevole; nell’ipotesi di sospensione dei lavori, deve ritenersi tempestiva la formulazione di riserva nel verbale di ripresa, o in un qualsiasi atto successivo al verbale che dispone la sospensione dei lavori, quando questa, legittima inizialmente, sia divenuta illegittima per la sua eccessiva protrazione, con il conseguente collegamento del danno a tale illegittimo protrarsi, poiché, in siffatta ipotesi, la rilevanza causale del fatto illegittimo dell’appaltante rispetto ai maggiori oneri derivati all’appaltatore è accettabile solo al momento della ripresa dei lavori; e tuttavia, considerata la distinzione operabile tra il momento nel quale il danno sia presumibilmente configurabile e quello in cui esso sia precisamente quantificabile, resta salva la facoltà dell’appaltatore, una volta formulata tempestivamente la riserva, di precisare l’entità del pregiudizio subito nelle successive registrazioni o in chiusura del conto finale, anche con riferimento al periodo precedente la formulazione della riserva
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 febbraio 2016, n. 2316 Ritenuto in fatto 1. Con atto di citazione ritualmente notificato, la Cooperativa Costruttori soc. coop a r. l. – in qualità di capogruppo mandataria dell’associazione temporanea di imprese (ATI) tra la medesima, la società F.lli Cervellati s.p.a. e la società Il Progresso s.r.l....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 5 febbraio 2016, n. 4888. E’ legittimo il provvedimento con cui il giudice di merito rigetti l’istanza di rinvio dell’udienza, per impedimento dei difensore a comparire, documentata da un certificato medico che si limiti ad attestare un’infermità con stato febbrile (nella specie virosi respiratoria) e ad indicare una prognosi di quattro giorni senza precisare il grado di intensità di tale stato e la sua attitudine a determinare l’impossibilità a lasciare l’abitazione, trattandosi di elementi essenziali per la valutazione della fondatezza, serietà e gravità dell’ impedimento, non riscontrabili laddove si tratti di una diagnosi e di una prognosi che, secondo nozioni di comune esperienza, denotino l’insussistenza di una condizione tale da comportare l’impossibilità di comparire in giudizio, se non a prezzo di un grave e non altrimenti evitabile rischio per la propria salute. Nella specie, – rilevata la mancata nomina di un sostituto e l’assenza di qualsiasi giustificazione a riguardo – la Corte di merito si è posta nell’alveo di legittimità da ultimo richiamato laddove – senza vizi logici – ha rilevato la inidoneità della attestazione medica, che si limitava a prolungare di tre mesi il periodo di convalescenza dei difensore istante, senza attestare o comunque giustificare l’incompatibilità di tale periodo con la possibilità di comparire ed assolvere al mandato difensivo. Né vizio logico può essere ravvisato rispetto alla decisione di accoglimento di precedente istanza, anche in considerazione delle diverse indicazioni temporali e della prossimità all’intervento operatorio rispetto al quale la convalescenza era giustificata
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 5 febbraio 2016, n. 4888 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 17.4.2015 la Corte di appello di Firenze – a seguito di gravame interposto dall’imputato S.V. avverso la sentenza emessa il 25.10.2012 dal Tribunale di Viareggio – ha confermato detta decisione con la quale l’imputato è stato...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 febbraio 2016, n. 2291. Al fine di integrare il presupposto oggettivo dell’azione di manutenzione del possesso di cui all’art. 1170 c.c., costituito dalla molestia non è sufficiente il solo pericolo astratto, ma occorre, invece, che questo si concreti in un pericolo serio e concreto
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 5 febbraio 2016, n. 2291 Svolgimento del processo 1. Il 29/10/2004 C.A. , N.M.F. , G.G. , Ca.Iv. proponevano appello avverso la sentenza del Tribunale di Ferrara dell’11/27 agosto 2003 che aveva rigettato la loro domanda di manutenzione nel possesso del mappale 265, asseritamente turbato dall’avvenuta apertura da...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 5 febbraio 2016, n. 4828. E’ nulla la notifica del decreto di fissazione dell’udienza per il giudizio di appello eseguita, ex art. 157, comma ottavo bis, cod. proc. pen., presso il difensore di fiducia dell’imputato, nonostante l’esistenza agli atti del domicilio ritualmente dichiarato dall’imputato, in quanto, in tal caso, il domicilio legale non può prevalere su quello dichiarato, considerato che l’art. 157, comma ottavo bis cod. proc. pen. è chiaramente riferibile, nell’organizzazione della norma in cui si inserisce, alle ipotesi considerate dai commi precedenti; ne consegue che tale nullità tempestivamente eccepita comporta la nullità del giudizio di appello e della sentenza impugnata
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 5 febbraio 2016, n. 4828 Ritenuto in fatto Il difensore di C.O. e R.G. ricorre, con atto unico curato nell’interesse di entrambi gli assistiti, avverso la pronuncia indicata in epigrafe, recante la conferma della sentenza emessa dal Tribunale di Bologna in data 03/10/2011: gli imputati risultano essere stati...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 29 gennaio 2016, n. 362. Non può ravvisarsi a carico della Amministrazione un obbligo giuridico di estendere gli effetti del giudicato a soggetti estranei alla lite; essendo quasto un potere ampiamente discrezionale, a fronte del quale pertanto non sussiste un diritto soggettivo a tale estensione, come sostiene la parte appellante. Gli effetti del giudicato possono estendersi ai terzi solo se l’atto annullato è indivisibile e a contenuto inscindibile oppure ha carattere collettivo: requisiti nel caso di specie insussistenti
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 29 gennaio 2016, n. 362 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Sesta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5827 del 2015, proposto da: Ha.-Ll. (It.) s.r.l.; contro Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato -Antitrust;...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 29 gennaio 2016, n. 367. Il giudice non può valutare le ragioni difensive della parte ricorrente, senza avere prima esaminato e respinto le censure prospettate in via incidentale, per contestare la legittimità dell’ammissione della ricorrente stessa ad una procedura di gara. Il ricorso incidentale deve essere esaminato prima del ricorso principale, qualora abbia carattere escludente, ossia quando con esso venga contestata la legittimazione a ricorrere del ricorrente principale in quanto avrebbe dovuto essere escluso ma non lo è stato per un errore dell’Amministrazione; ciò ad eccezione dell’ipotesi in cui siano rimasti in gara solo due concorrenti e le rispettive offerte siano affette da vizio afferente la medesima fase procedimentale
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 29 gennaio 2016, n. 367 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Sesta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8717 del 2015, proposto dalla società Am. Co. Srl Un.; contro Ministero per i Beni e le...