Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 7 aprile 2016, n. 6787 Svolgimento del processo § 1. – In relazione alla scoperta del coinvolgimento dell’onorevole e giornalista R.F. col SISMI, sulla rubrica on-line dei giornale Repubblica e nella rubrica curata da V.Z., alla lettera 26.7.06 di un lettore, che gli chiedeva se la vicenda poteva...
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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 1 aprile 2016, n. 6407. Ai fini di cui all’art. 2051 cod. civ., il caso fortuito può essere integrato anche dalla colpa del danneggiato, poiché la pericolosità della cosa impone un obbligo massimo di cautela, proprio in quanto il pericolo è altamente prevedibile. E tale prevedibilità con l’ordinaria diligenza è sufficiente ad escludere la responsabilità del custode anche ai sensi dell’art. 2051 cod. civ.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 1 aprile 2016, n. 6407 Svolgimento del processo È stata depositata la seguente relazione. 1. E.R. convenne in giudizio, davanti al Tribunale di Viterbo, Sezione distaccata di Civita Castellana, la F. moda s.r.l., chiedendo il risarcimento dei danni conseguenti alla sua caduta, avvenuta dentro il negozio della convenuta...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 4 aprile 2016, n. 6430. In tema di liquidazione del compenso al curatore cessato dalla carica prima della conclusione della procedura fallimentare, ai sensi dell’art. 39 l.fall. (nel testo anteriore al d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5, vigente ratione temporis), il provvedimento adottabile in quella fase dal Tribunale può avere per oggetto solo acconti, ma non il compenso definitivo, poiché il contributo di ciascun curatore ai risultati della procedura può valutarsi solo con le operazioni di chiusura della stessa, allorché diviene possibile una disamina unitaria dei fatti rilevanti ai fini della liquidazione. Ne consegue l’improponibilità, rilevabile anche d’ufficio, della domanda di liquidazione del compenso formulata dal cessato curatore prima del termine della procedura
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 4 aprile 2016, n. 6430 Fatto e diritto È stata depositata in Cancelleria la seguente relazione, ai sensi dell’art. 380 bis cod. proc. civ.: “1. Con il decreto di cui in epigrafe, il Tribunale di Palermo ha rigettato le istanze di liquidazione dei compensi finali richiesti dagli avv....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 2 marzo 2016, n. 4175. Confermata la sentenza della Corte d’appello con la quale si disponeva l’assegno divorzile nei confronti di una donna, sul presupposto che la stessa svolgeva attività lavorativa saltuaria e “in nero” e pur avendo intrapreso una nuova convivenza, questa non aveva il carattere della stabilità
Suprema Corte di Cassazione Sezione VI Ordinanza 2 marzo 2016, n. 4175 Rilevato che: 1. Il Tribunale di Civitavecchia, con sentenza del 4 febbraio 2011, ha dichiarato la cessazione degli effetti civili del matrimonio fra G.D. e R.C. e ha respinto la domanda della C. intesa al riconoscimento del diritto a un assegno divorzile...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 6 aprile 2016, n. 6623. Nell’ipotesi in cui il terzo sia stata chiamato in causa dal convenuto come soggetto effettivamente e direttamente obbligato alla prestazione pretesa dall’attore, la domanda attrice si estende automaticamente ad esso, senza necessità di un’espressa istanza, dal momento che il giudizio verte sull’individuazione del responsabile sulla base di un rapporto – obbligazione ex illicito – oggettivamente unico
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI ORDINANZA 6 aprile 2016, n. 6623 [omissis] – Preliminarmente si rileva che dagli atti in possesso di questo consigliere relatore non risulta l’avviso di ricevimento della notificazione effettuata al condominio Vicolo San Pancrazio a mezzo del servizio postale. – Con l’unico motivo di ricorso è dedotto il vizio di...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 4 aprile 2016, n. 6427. Il parametro indispensabile di riferimento per la valutazione di congruità dell’assegno di mantenimento è costituito dal tenore di vita di cui i coniugi hanno goduto nel corso della convivenza, quale elemento condizionante la qualità e la quantità delle esigenze del richiedente, al cui accertamento il giudice di merito deve procedere verificando le disponibilità patrimoniali dell’onerato, senza limitarsi a considerare il reddito emergente dalla documentazione fiscale prodotta, ma tenendo conto anche degli altri elementi di ordine economico, o comunque apprezzabili in termini economici, suscettibili di incidere sulle condizioni delle parti, quali la disponibilità di un consistente patrimonio e la conduzione di uno stile di vita particolarmente agiato e lussuoso
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI ORDINANZA 4 aprile 2016, n.6427 [omissis] Il ricorso è in parte infondato, in parte inammissibile. Ai fini dell’imposizione a carico del ricorrente dell’obbligo di contribuire al mantenimento del coniuge e del figlio, la sentenza impugnata si è infatti attenuta al principio, costantemente ribadito dalla giurisprudenza di legittimità in tema...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 29 marzo 2016, n.12675. Il reato di disastro colposo di cui all’art. 449 cod. pen. richiede un avvenimento grave e complesso con conseguente pericolo per la vita o l’incolumità’ delle persone indeterminatamente considerate e l’effettività’ della capacita diffusiva del nocumento deve essere accertata in concreto; tuttavia la qualificazione di grave pericolosità non viene meno allorché, casualmente, l’evento dannoso non si è verificato, essendo necessaria per la sua sussistenza soltanto la prova che dal fatto derivi un pericolo per l’incolumità pubblica e non necessariamente anche la prova che derivi un danno.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 29 marzo 2016, n.12675 Considerato in diritto Il ricorso va rigettato. La Corte territoriale ha disatteso i motivi del gravame, con il quale l’imputato aveva sostanzialmente contestato la sussistenza del fatto addebitatogli, stanti le ridotte dimensioni del fenomeno verificatosi e la riconducibilità dell’evento alle cattive caratteristiche costruttive del...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 1 aprile 2016, n. 1301. In materia di rimozione, di avvio a recupero o di smaltimento dei rifiuti e del ripristino dello stato dei luoghi, la preventiva formale comunicazione dell’avvio del procedimento costituisce un adempimento indispensabile al fine dell’effettiva instaurazione di un contraddittorio procedimentale con gli interessati e non si può applicare il temperamento che l’art. 21 octies della legge n. 241 del 1990 apporta alla regola generale dell’art. 7 della stessa legge
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 1 aprile 2016, n. 1301 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quarta ha pronunciato la presente SENTENZA ex artt. 38 e 60 cod. proc. amm. sul ricorso numero di registro generale 1303 del 2016, proposto da: So. im. El. se....
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 25 marzo 2016, n. 1239. È risarcibile il danno da ritardo se il privato ha avuto il positivo provvedimento finale di una VIA (Valuntazione di impatto ambientale) che gli ha consentito l’ampliamento della propria attività economica, ma l’Amministrazione ha ritardato e non ha osservato i termini procedimentali senza addurre alcuna giustificazione. La sentenza ha esattamento motivato che vi era la “sussistenza dei presupposti di carattere oggettivo (prova ed ingiustizia del danno, nesso causale) e di carattere soggettivo (dolo o colpa del danneggiante)
Consiglio di Stato sezione V sentenza 25 marzo 2016, n. 1239 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quinta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7029 del 2015, proposto da: Regione Campania, rappresentata e difesa per legge dall’avv. An. Ma., domiciliata in...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 23 marzo 2016, n. 1204. L’istanza di accertamento di conformità non incide sulla legittimità dell’ordinanza di demolizione in precedenza emessa, ma ne impedisce unicamente l’esecuzione materiale, con la conseguenza che la medesima ordinanza può essere portata ad esecuzione in caso di rigetto dell’istanza, dopo la maturazione del relativo termine di adempimento che riprende a decorrere dalla conoscenza del diniego
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 23 marzo 2016, n. 1204 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Sesta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3870 del 2015, proposto da: Fr. Ga., rappresentato e difeso dagli avvocati Ma. Sc. e Lu. Ma.,...