Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 12 maggio 2016, n. 9749 Svolgimento del processo 1.- Con sentenza del 31 dicembre 2012 la Corte di Appello di Roma ha confermato la pronuncia di primo grado che aveva respinto il ricorso di C.L. volto all’impugnazione del licenziamento a lui intimato dalla Inalca Spa in data 24...
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In tema di bancarotta fraudolenta, la responsabilità a carico dei sindaci è, normalmente, ravvisabile a titolo di concorso omissivo, alla stregua dell'art. 40 c.p.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 10 maggio 2016, n. 19470 Ritenuto in fatto 1.Con l’ordinanza impugnata il Tribunale dei Riesame di Brescia ha annullato la misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip in data 21.10.2015 per i reati di bancarotta fraudolenta distrattiva e documentale e per le correlate condotte di false comunicazioni...
In materia di misure cautelari personali, è illegittima l’ordinanza che dispone, ex art. 282-ter cod. proc. pen., il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa senza determinare specificamente i luoghi oggetto di divieto, considerato che, in tal caso, all’indagato non è consentito – ferma restando la necessità che egli non si accosti fisicamente alla persona offesa ovunque la possa intercettare – di conoscere preventivamente i luoghi ai quali gli è inibito l’accesso in via assoluta, in quanto frequentati dalla persona offesa, luoghi che, pertanto, devono essere specificamente indicati. Né la necessaria determinazione può farsi discendere dal riferimento alle abitudini di vita della persona offesa in ragione della necessaria tipizzazione della misura poiché solo in tal modo il provvedimento cautelare assume una conformazione completa che consente il controllo delle prescrizioni funzionale al tipo di tutela che la legge intende assicurare. Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 12 maggio 2016, n. 19852.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 12 maggio 2016, n. 19852 Ritenuto in fatto 1. V.A. ricorre avverso l’ordinanza con la quale il Tribunale di Milano ha rigettato la richiesta di riesame dell’ordinanza con la quale il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano aveva applicato alla ricorrente la misura del “divieto...
S.U. Con riguardo al presupposto dell’IRAP, il requisito dell’autonoma organizzazione – previsto dall’art. 2 del d.lgs. 15 settembre 1997, n. 496 -, il cui accertamento spetta al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità se congruamente motivato, ricorre quando il contribuente: a) sia, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell’organizzazione e non sia, quindi, inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse; b) impieghi beni strumentali eccedenti, secondo l’id quod plerumque accidit, il minimo indispensabile per l’esercizio dell’attività in assenza di organizzazione, oppure si avvalga in nudo non occasionale di lavoro altrui che superi la soglia dell’impiego di un collaboratore che esplichi mansioni di segreteria ovvero meramente esecutive. Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 10 maggio 2016, n. 9451.
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 10 maggio 2016, n. 9451 Svolgimento del processo L’Agenzia delle entrate propone ricorso per cassazione con un motivo, illustrato con successiva memoria, nei confronti della sentenza della Commissione tributaria regionale della Campania che, rigettandone l’appello, ha riconosciuto a C.N. , avvocato, il diritto al rimborso dell’IRAP versata per...
In tema di bancarotta fraudolenta impropria, nell’ipotesi di fallimento causato da operazioni dolose non determinanti un immediato depauperamento della società, la condotta di reato è configurabile quando la realizzazione di tali operazioni si accompagni, sotto il profilo dell’elemento soggettivo, alla prevedibilità del dissesto come effetto della condotta antidoverosa. Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 maggio 2016, n.18980.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 6 maggio 2016, n.18980 Ritenuto in fatto Con sentenza emessa in data 14.10.2014 la Corte d’Appello di Milano, confermava la sentenza emessa dal locale Tribunale in data 26.05.2011 con la quale M.A. era stato condannato alla pena di anni quattro di reclusione, oltre al risarcimento danni da liquidarsi...
La causa di non punibilità del fatto per particolare tenuità (art. 131-bis cod.pen.), è applicabile anche ai reati tributari che prevedono specifiche soglie di punibilità. Infatti, il valore soglia costituisce elemento che integra il reato, concorrendone a definirne il disvalore, al di sotto del quale la condotta è ritenuta, secondo una valutazione tipica del legislatore, non offensiva dell'interesse tutelato. La non punibilità del fatto ai sensi dell'art. 131-bis c.p., presuppone l'esistenza di un reato perfetto in ogni suo aspetto (oggettivo e soggettivo), sicchè il superamento anche solo di un centesimo del valore soglia costituisce "conditio sine qua non" dell'applicabilità dell'istituto, non ragione della sua esclusione. Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 maggio 2016, n.18680
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 5 maggio 2016, n.18680 RITENUTO IN FATTO Il sig. S.M. ricorre per l’annullamento della sentenza del 16/09/2014 della Corte di appello di Brescia che ha confermato la condanna alla pena (principale) di quattro mesi di reclusione (oltre pene accessorie) inflittagli dal Tribunale di Bergamo che, con sentenza del...
Il carattere eccezionale della "translatio iudicii", per "grave situazione locale" debba intendersi un fenomeno esterno alla dialettica processuale, riguardante l'ambiente territoriale nel quale il processo si svolge e connotato da tale abnormità e consistenza da non poter essere interpretato se non nel senso di un pericolo concreto per la non imparzialità del giudice o di un pregiudizio alla libertà di determinazione delle persone che partecipano al processo medesimo. Di conseguenza i "turbamenti" nel luogo in cui esso si celebra, sia che attengano all'ordine pubblico processuale che alla serenità del giudice, possono essere ricondotti unicamente a fattori che esulano da vizi interni al processo. Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 26 aprile 2016, n. 17170.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 26 aprile 2016, n. 17170 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. COSTANZO Angelo – Consigliere Dott. CRISCUOLO Anna – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. DE AMICIS...
Non è configurabile la violazione della disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato in caso di struttura portante realizzata con travi e pilastri di legno e pareti perimetrali costruite in muratura, ove la stessa non comporti la utilizzazione né di cemento armato né di altri elementi strutturali in metallo. Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 26 aprile 2016, n. 17085.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 26 aprile 2016, n. 17085 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – rel. Consigliere Dott. MENGONI...
Lo specifico comportamento realizzato dal condannato può produrre l’effetto revocatorio solo qualora il tribunale di sorveglianza ne accerti l'incompatibilità con la prosecuzione dell'esecuzione della misura alternativa, siccome non più idonea a perseguire i fini ad essa connessi. Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 22 aprile 2016, n. 17036.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 22 aprile 2016, n. 17036 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VECCHIO Massimo – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. SARACENO Rosa Anna – Consigliere Dott. DI GIURO Gaetano – rel....
La condotta di colui che lasci in sosta in corsia di emergenza di un’automobile priva di carburante non è causa dell’evento mortale occorso a un motociclista che si sia scontrato con il veicolo fermo, ma mera occasione dell’evento, in quanto il rischio che la condotta doverosa omessa tendeva ad evitare appartiene ad un’area diversa da quella in cui si è concretizzato l’evento. Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 22 aprile 2016, n. 16995.
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 22 aprile 2016, n. 16995 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BIANCHI Luisa – Presidente Dott. PICCIALLI Patrizia – Consigliere Dott. SERRAO Eugenia – rel. Consigliere Dott. DELL’UTRI Marco – Consigliere Dott. CENCI...