Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 29 maggio 2014, n. 22247 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere Dott. CIAMPI Francesco Mari – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. DELL’UTRI...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 26 maggio 2014, n. 21227. Qualora il profitto tratto da taluno dei reati per i quali è prevista la confisca per equivalente sia costituito da denaro, l'adozione del sequestro preventivo non è subordinata alla verifica che le somme provengano dal delitto e siano confluite nella effettiva disponibilità dell'indagato, in quanto il denaro oggetto di ablazione deve solo equivalere all'importo che corrisponde per valore al prezzo o al profitto del reato, non sussistendo alcun nesso pertinenziale tra il reato e il bene da confiscare
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza del 26 maggio 2014, n. 21227 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente – Dott. PRESTIPINO Antonio – Consigliere – Dott. CAMMINO Matilde – rel. Consigliere – Dott. PELLEGRINO Andrea –...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 30 maggio 2014, n. 22618. Il reato di adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari, previsto dall'art. 440 cod. pen., è a forma libera e quindi può realizzarsi anche mediante attività non occulte o fraudolente, né espressamente vietate dalla legge. Quanto all'elemento psicologico, questo è costituito dal dolo generico, di tal che risulta sufficiente la semplice coscienza e volontà della condotta e dell'evento ad essa ricollegabile (pericolo obiettivo per la salute pubblica connesso al corrompimento o all'adulterazione delle acque o sostanze destinate all'alimentazione), senza alcuna necessità che il detto evento sia specificamente perseguito in funzione dell'obiettivo di realizzare un attentato alla salute pubblica
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 30 maggio 2014, n. 22618 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 19.3.2013, la corte d’appello di Catania riformava solo in punto pena (da sei a quattro anni di reclusione) la condanna inflitta a R.N. dal gip del Tribunale della stessa città, in data 12.6.2008, per i...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 26 maggio 2014, n. 21241. Quando l'obbligo di impedire l'evento ricade su più persone che debbano intervenire o intervengano in tempi diversi, il nesso di causalità tra la condotta omissiva o commissiva del titolare di una posizione di garanzia non viene meno per effetto del successivo mancato intervento da parte di un altro soggetto, parimenti destinatario dell'obbligo di impedire l'evento, configurandosi, in tale ipotesi, un concorso di cause ai sensi dell'articolo 41, comma primo, cod. pen. In questa ipotesi, la mancata eliminazione di una situazione di pericolo (derivante da fatto commissivo od omissivo dell'agente), ad opera di terzi, non è una distinta causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l'evento, ma una causa/condizione negativa grazie alla quale la prima continua ad essere efficace. (Confermata nella specie la condanna di più imputati per la morte di un lavoratore-schiacciato da una gru caduta a terra- ai quali veniva contestata la negligenza dei montatori della gru, il mancato controllo sulla gru e l'assegnazione del compito di manovrare la complessa attrezzatura ad un soggetto al quale si era mancato di somministrare la necessaria attività di formazione).
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 26 maggio 2014, n. 21241 Ritenuto in fatto 1. D.M.G.R. , D.M.A. , D.M.D.N. , O.M. , Be.Se. , B.G. venivano giudicati dal Tribunale di Montepulciano responsabili della morte di C.B. il quale, mentre era intento a schiodare delle assi di legno all’interno del cantiere edile della...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 maggio 2014, n. 20492. In tema di gestione dei rifiuti, deve essere considerato "fuori uso" in base alla disciplina di cui all'art. 3 D.Lgs. 209/2003, sia il veicolo di cui il proprietario si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi, sia quello destinato alla demolizione, ufficialmente privo delle targhe di immatricolazione, anche prima della materiale consegna a un centro di raccolta, sia quello che risulti in evidente stato di abbandono, anche se giacente in area privata
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 19 maggio 2014, n. 20492 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 22 gennaio 2013 il Tribunale di Termini Imerese, sezione distaccata di Cefalù, ha imputato per il delitto di cui all’articolo 6, comma 1, lettera a), l. 210/2008 per avere 2.000 di multa, riqualificando il reato...
Corte di cassazione, sezione II, sentenza 2 aprile 2014, n. 15093. Qualora un imputato sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere venga condannato per reati unificati dal vincolo della continuazione, resta ferma la presunzione di adeguatezza della sola misura applicata, sussistente per uno dei reati satellite
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 2 aprile 2014, n. 15093 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CASUCCI Giulian – Presidente Dott. FIANDANESE F. – rel. Consigliere Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere Dott. BELTRANI Sergio – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 12 maggio 2014, n. 19470. Dichiarato colpevole del reato di cui all'art. 636 c.p., comma 2 e art. 639 bis c.p. per avere introdotto o comunque abbandonato quattro mucche di sua proprietà nel fondo altrui
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza del 12 maggio 2014, n. 19470 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Ciro – Presidente – Dott. CASUCCI Giuliano – rel. Consigliere – Dott. DAVIGO Piercamillo – Consigliere – Dott. IASILLO Adriano...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 12 maggio 2014, n.19472. Dichiarati colpevoli rispettivamente del reato di ricettazione di telefono cellulare compendio di furto e di favoreggiamento personale per avere aiutato la complice ad eludere le investigazioni dell'Autorità avendo dichiarato falsamente che quest'ultima aveva trovato il telefono smontato e abbandonato vicino ad un cassonetto della spazzatura ed erano stati condannati, riconosciute ad entrambi le attenuanti generiche e con l'attenuante di cui al capoverso dell'art. 648 c.p., alla pena di venti giorni di reclusione e Euro duecento di multa la prima e di venti giorni di reclusione il secondo, pene interamente condonate. In tema di ricettazione, l'ipotesi attenuata prevista dall'art. 648 c.p., comma 2, non costituisce una autonoma previsione incriminatrice, ma una circostanza attenuante speciale sicchè, ai fini dell'applicazione della prescrizione, deve aversi riguardo alla pena stabilita dal comma 1 del predetto articolo
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza del 12 maggio 2014, n.19472 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Ciro – Presidente – Dott. CASUCCI Giuliano – rel. Consigliere – Dott. DAVIGO Piercamillo – Consigliere – Dott. IASILLO Adriano – Consigliere – Dott. RAGO Geppino – Consigliere...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 15 maggio 2014, n. 20214. Nell'udienza preliminare la richiesta di giudizio abbreviato può essere presentata dopo la formulazione delle conclusioni da parte del pubblico ministero e deve essere formulata da ciascun imputato al più tardi nel momento in cui il proprio difensore formula le proprie conclusioni definitive
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 15 maggio 2014, n. 20214 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. DE ROBERTO Giovanni – Consigliere Dott. SIOTTO Maria Cristina – Consigliere Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. CONTI Giovanni...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 14 maggio 2014, n. 20028. In tema di resistenza a pubblico ufficiale, la condotta penalmente rilevante deve intendersi rappresentata da qualsivoglia attivita' omissiva o commissiva che si traduca in un atteggiamento, anche talora implicito, purche' percepibile ex adverso, che impedisca, intralci, valga a compromettere, anche solo parzialmente e temporaneamente, la regolarita' del compimento dell'atto di ufficio o di servizio da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio, e cio' indipendentemente dal fatto che l'atto di ufficio possa comunque essere eseguito
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 14 maggio 2014, n. 20028 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GARRIBBA Tito – Presidente Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. APRILE Ercole – Consigliere Dott. DE...