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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 24 febbraio 2016, n. 7244. Il dato temporale che deve contraddistinguere la reazione determinata dal fatto ingiusto di cui all’art. 599 comma 2 c.p. deve essere interpretato con elasticità: se da un lato l’immediatezza della reazione non deve consistere nella contemporaneità, dall’altro lato il passaggio di un lasso di tempo considerevole può assumere rilevanza al fine di escludere il rapporto causale tra fatto ingiusto e stato d’ira e di riferire la reazione a un movente differente

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 24 febbraio 2016, n. 7244 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FUMO Maurizio – Presidente Dott. BRUNO Paolo Antonio – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – rel. Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 febbraio 2016, n. 7157. Misure cautelari: l’obbligo di motivazione della custodia è rafforzato se vi è dismissione dalle cariche

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 23 febbraio 2016, n. 7157 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VECCHIO Massimo – Presidente Dott. MAZZEI Antonella P – Consigliere Dott. SANDRINI Enrico G. – Consigliere Dott. TALERICO Palma – Consigliere Dott....

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Corte di Casaszione, sezione VI, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6673. Il decorso del quinquennio dal passaggio in giudicato della sentenza di applicazione della pena comporta l’estinzione del relativo reato e dei connessi effetti penali (ivi compresa, pertanto, la rilevanza dell’illecito ai fini della contestazione della recidiva), precisando che tali conseguenze si producono ipso iure, senza necessità di una formale declaratoria in tal senso da parte del giudice dell’esecuzione

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 febbraio 2016, n. 6673 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. TRONCI Andrea – rel. Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6665. E’ certamente suscettibile di integrare la violazione di legge rilevante ai fini dell’art. 323 cod. pen. l’inosservanza alle disposizioni fissate in materia di procedimento disciplinare dalla legge (art. 2106 cod. civ.; D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, come modificato con D.Lgs. 27 ottobre 2009, n.150), allorchè il potere disciplinare sia esercitato non in funzione dell’interesse pubblico, ma da motivi pretestuosi e sorretti da un intento ritorsivo

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 febbraio 2016, n. 6665 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. GIORDANO Umberto – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. BASSI...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 14 marzo 2016, n. 10758. Il cassiere di un’agenzia bancaria non abbia la disponibilità neanche provvisoria della provvista dei conti correnti dei clienti dell’istituto. Egli, nel momento in cui effettua il pagamento degli assegni, non esercita un libero atto dì disponibilità ma si limita a compiere una mera attività di esecuzione di precise disposizioni del correntista, il quale rimane, in ogni momento, possessore e “dominus” della gestione del conto. Pertanto, risponde del reato di furto e non del delitto di appropriazione indebita, il cassiere che, con movimentazioni fittizie, effettui spostamenti o prelievi dai conti correnti dei clienti, sottraendo denaro alla disponibilità di costoro, nonché quello che, dopo avere richiesto alla sede centrale fondi maggiori di quelli necessari, gonfiando il fabbisogno giornaliero, s’impossessi del denaro contante che transiti nella cassa per fare fronte alle esigenze correnti, posto che egli di tali somme ha la mera, momentanea detenzione senza alcun autonomo potere di disposizione. Risponde del reato di furto aggravato e non di appropriazione indebita, il dipendente di una banca che si impossessi, mediante movimentazioni effettuate con i terminali dell’ufficio, di somme di danaro di clienti depositate in conti correnti

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 14 marzo 2016, n. 10758 Ritenuto in fatto T. L., a mezzo del suo difensore, propone ricorso avverso la sentenza dei 16 ottobre 2014 della Corte di appello di Bolzano che aveva ridotto la pena fissata dal locale Tribunale con sentenza del 17 luglio 2013 ad anni 5,...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 marzo 2016, n. 10944. L’obbligo di versare l’assegno di mantenimento è inderogabile e indisponibile e non può essere sostituito con prestazioni di altra natura, tanto più che l’accollo dei pagamento delle rate dei mutuo dell’ immobile costituito in fondo patrimoniale

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 15 marzo 2016, n. 10944 Ritenuto in fatto 1. II difensore di M.M. ha proposto ricorso per Cassazione contro la sentenza 11/2/2014 della Corte di Appello di Trieste che aveva confermato la sentenza di condanna del Tribunale di Udine per i reati di cui agli artt. 594 (ingiurie...