L’impugnazione deve contenere una chiara individuazione delle questioni e dei punti contestati della sentenza impugnata
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L’impugnazione deve contenere una chiara individuazione delle questioni e dei punti contestati della sentenza impugnata

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|16 gennaio 2024| n. 1600.

Gli articoli 342 e 434, del Cpc, nel testo formulato dal Dl n. 83 del 2012, convertito con modificazioni dalla legge n. 134 del 2012, vanno interpretati nel senso che l'impugnazione deve contenere, a pena di inammissibilità, una chiara individuazione delle questioni e dei punti contestati della sentenza impugnata e, con essi, delle relative doglianze, affiancando alla parte volitiva una parte argomentativa che confuti e contrasti le ragioni addotte dal primo giudice, senza che occorra l'utilizzo di particolari forme sacramentali o la redazione di un progetto alternativo di decisione da contrapporre a quella di primo grado, ovvero la trascrizione totale o parziale della sentenza appellata, tenuto conto della permanente natura di "revisio prioris instantiae" del giudizio di appello, il quale mantiene la sua diversità rispetto alle impugnazioni a critica vincolata.

Il comando contenuto nel titolo esecutivo giudiziale può essere integrato con gli atti del processo o anche ad esso estrinseci
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Il comando contenuto nel titolo esecutivo giudiziale può essere integrato con gli atti del processo o anche ad esso estrinseci

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|16 gennaio 2024| n. 1619.

In tema di esecuzione forzata, il comando contenuto nel titolo esecutivo giudiziale può essere integrato con gli atti del processo o anche ad esso estrinseci, purché presupposti nei primi o richiamati in modo idoneo, a condizione che l'integrazione abbia ad oggetto il risultato di un'attività di giudizio su questioni comunque esaminate e risolte, seppur non adeguatamente estrinsecate al momento della formazione del documento, e che il titolo non sia intrinsecamente contraddittorio, potendo essere completato in maniera sufficientemente univoca, senza richiedere attività cognitive suppletive da espletarsi ex novo.

L’indagine sulla natura commerciale o agricola di un’impresa agrituristica ai fini della sua assoggettabilità a fallimento
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L’indagine sulla natura commerciale o agricola di un’impresa agrituristica ai fini della sua assoggettabilità a fallimento

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|16 gennaio 2024| n. 1579.

L'indagine sulla natura, commerciale o agricola, di un'impresa agrituristica, ai fini della sua assoggettabilità a fallimento, ai sensi dell'articolo 1 della legge fallimentare, va condotta sulla base di criteri uniformi valevoli per l'intero territorio nazionale, e non già sulla base di criteri valutativi evincibili dalle singole leggi regionali, che possono fungere solo da supporto interpretativo; l'apprezzamento, in concreto, della ricorrenza dei requisiti di connessione tra attività agrituristiche e attività agricole, nonché della prevalenza di queste ultime rispetto alle prime, va condotto in sede giudiziale, alla luce dell'articolo 2135, terzo comma, del codice civile, integrato dalle previsioni della legge 20 febbraio 2006, n. 96 sulla disciplina dell'agriturismo, tenuto conto che quest'ultima costituisce un'attività para-alberghiera, che non si sostanzia nella mera somministrazione di pasti e bevande, onde la verifica della sua connessione con l'attività agricola non può esaurirsi nell'accertamento dell'utilizzo prevalente di materie prime ottenute dalla coltivazione del fondo e va, piuttosto, compiuta avuto riguardo all'uso, nel suo esercizio, di dotazioni (quali i locali adibiti alla ricezione degli ospiti) e di ulteriori risorse (sia tecniche che umane) dell'azienda, che sono normalmente impiegate nell'attività agricola.

La consulenza tecnica di natura contabile e l’attenuazione del sistema basato sulle preclusioni istruttorie
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La consulenza tecnica di natura contabile e l’attenuazione del sistema basato sulle preclusioni istruttorie

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|17 gennaio 2024| n. 1763.

Nella consulenza tecnica di natura contabile, l'attenuazione del sistema basato sulle preclusioni istruttorie, al fine di non violare il principio dispositivo e il principio del contraddittorio, può avvenire, ai sensi dell'art. 198, comma 2, c.p.c., unicamente con il consenso delle parti, che ha valore condizionante rispetto all'esame dei documenti non prodotti in precedenza, i quali possono, tuttavia, anche essere riferibili alla prova dei fatti principali del giudizio.

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Il creditore che agisce per ottenere il pagamento di un importo a titolo di adempimento contrattuale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|17 gennaio 2024| n. 1838.

Il creditore che agisce per ottenere il pagamento di un importo a titolo di adempimento contrattuale, per non incorrere in una dichiarazione di nullità della domanda giudiziale, è tenuto a indicare le circostanze da cui deriva l'inadempimento del debitore, non essendo sufficiente, stante la natura c.d. eterodeterminata della situazione soggettiva, la sola indicazione del diritto di credito, senza specificazione dei profili di fatto e di diritto da cui scaturisce il titolo alla prestazione di pagamento o di maggiore pagamento rispetto a quanto già percepito.

In tema di danno patrimoniale da lesione della salute
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In tema di danno patrimoniale da lesione della salute

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|16 gennaio 2024| n. 1607.

In tema di danno patrimoniale da lesione della salute ove, in conseguenza dell'illecito, il danneggiato abbia subito una perdita della capacità lavorativa specifica e un conseguente demansionamento che abbia determinato una riduzione della retribuzione precedentemente percepita, è risarcibile, a titolo di danno futuro, da valutare in via prognostica, non solo la componente fissa della retribuzione, ma anche tutti i relativi accessori ed i probabili aumenti retributivi, in ossequio al principio di integralità del risarcimento.

Efficacia esecutiva del titolo formatosi contro la sola associazione non riconosciuta
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Efficacia esecutiva del titolo formatosi contro la sola associazione non riconosciuta

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|18 gennaio 2024| n. 1915.

L’efficacia esecutiva del titolo formatosi contro la sola associazione non riconosciuta in un giudizio di cognizione nel quale il creditore non abbia convenuto, in proprio, anche l’eventuale soggetto responsabile in via solidale con questa ai sensi dell’articolo 38 cod. civ., al fine di ottenere l’accertamento della sua responsabilità solidale e la sua condanna, unitamente a quella dell’ente stesso, non si estende automaticamente al predetto soggetto

La parte che eccepisce il giudicato esterno è tenuta a fornirne la prova
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La parte che eccepisce il giudicato esterno è tenuta a fornirne la prova

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|18 gennaio 2024| n. 1928.

La parte che eccepisce il giudicato esterno è tenuta a fornirne la prova, non soltanto producendo la sentenza emessa in altro procedimento, ma anche corredandola della idonea certificazione ex articolo. 124 disp. att. cod. proc. civ., dalla quale risulti che la stessa non è soggetta ad impugnazione. Infatti, affinché il giudicato esterno possa fare stato nel processo è necessaria la certezza della sua formazione, che deve essere provata, pur in assenza di contestazioni, attraverso la produzione della sentenza munita del relativo attestato di cancelleria

Ricorso per cassazione ed il vizio di violazione di legge
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Ricorso per cassazione ed il vizio di violazione di legge

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|16 gennaio 2024| n. 1613.

In tema di ricorso per cassazione, il vizio di violazione di legge consiste nella deduzione di un'erronea ricognizione, da parte del provvedimento impugnato, della fattispecie astratta recata da una norma di legge e implica necessariamente un problema interpretativo della stessa; l'allegazione di un'erronea ricognizione della fattispecie concreta a mezzo delle risultanze di causa è, invece, esterna all'esatta interpretazione della norma e inerisce alla tipica valutazione del giudice di merito, sottratta al sindacato di legittimità.

Striscia di terreno in comproprietà lungo il confine e la c.d. Strada interpoderale
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Striscia di terreno in comproprietà lungo il confine e la c.d. Strada interpoderale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|16 gennaio 2024| n. 1710.

Il partecipante alla comunione su una striscia di terreno lungo il confine non possono servirsi della strada interpoderale costruita su di essa per accedere ad un immobile di sua esclusiva proprietà, del tutto separato e distinto dai fondi a servizio dei quali la strada comune è destinata, perché l'uso a favore di tale immobile si risolverebbe necessariamente nell'imposizione di fatto di una vera e propria servitù di passaggio, con evidente pregiudizio degli altri partecipanti alla comunione.