Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 novembre 2013, n. 25751 Svolgimento del processo p.1. Con sentenza del 1 ottobre 2007 la Corte d’Appello di Roma ha dichiarato inammissibile l’appello proposto da M..L. contro il Comune di Pomezia avverso la sentenza dell’11 luglio 2003, con cui il Tribunale di Roma aveva rigettato le domande...
Categoria: Diritto Civile e Procedura Civile
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 novembre 2013 n.25843. Addebitata la separazione alla moglie affetta da shopping compulsivo
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 novembre 2013 n.25843 [1] La Ctu disposta nel giudizio di merito aveva, infatti, accertato che l’utilizzo da parte della donna di denaro sottratto ai familiari ed ai terzi, per soddisfare la propria esigenza di effettuare acquisti sempre più frequenti e dispendiosi di beni mobili,...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 14 ottobre 2013, n. 23218. Salvo che l’atto costitutivo della società a responsabilità limitata non contenga una disciplina diversa, deve presumersi che l’assemblea dei soci sia validamente costituita ogni qual volta i relativi avvisi di convocazione siano stati spediti agli aventi diritto almeno otto giorni prima dell’adunanza (o nel diverso termine eventualmente in proposito indicato dall’atto costitutivo), ma tale presunzione può essere vinta nel caso in cui il destinatario dimostri che, per causa a lui non imputabile, egli non ha affatto ricevuto l’avviso di convocazione o lo ha ricevuto così tardi da non consentirgli di prendere parte all’adunanza, in base a circostanze di fatto il cui accertamento e la cui valutazione in concreto sono riservati alla cognizione del giudice di merito
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Sentenza 14 ottobre 2013, n. 23218 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. – Dott. LUCCIOLI Maria Gabriella – Presidente Sez. – Dott. RORDORF Renato – rel....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 14 novembre 2013, n. 25607. In tema di risarcimento del danno, l’ipotesi del fatto colposo del creditore che abbia concorso al verificarsi dell’evento dannoso (di cui al primo comma dell’art. 1227 cod. civ.) va distinta da quella (disciplinata, dal secondo comma della medesima norma) riferibile ad un contegno dello stesso danneggiato che abbia prodotto il solo aggravamento del danno senza contribuire alla sua causazione, giacché, mentre nel primo caso il giudice deve procedere d’ufficio all’indagine in ordine al concorso di colpa del danneggiato, sempre che risultino prospettati gli elementi di fatto dai quali sia ricavabile la colpa concorrente, sul piano causale, dello stesso, la seconda di tali situazioni forma oggetto di un’eccezione in senso stretto, in quanto il dedotto comportamento del creditore costituisce un autonomo dovere giuridico, posto a suo carico dalla legge quale espressione dell’obbligo di comportarsi secondo buona fede
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 14 novembre 2013, n. 25607 Svolgimento del processo Con ricorso al Tribunale di Verona B.A. , premesso che era stato assunto, quale operaio edile, il 7 gennaio 2004 dalla Demoter s.r.l. con contratto a tempo determinato, poi trasformato a tempo indeterminato, quale operaio edile e di essere stato...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 novembre 2013 n. 25761. È escluso il dolo processuale revocatorio nel caso in cui l’avvocato presenti l’atto di appello fuori termine
Il testo integrale [1] Per integrare la fattispecie del dolo processuale revocatorio ai sensi dell’art. 395 cod. proc. civ., n. 1, non è, dunque, sufficiente la sola violazione dell’obbligo di lealtà e probità previsto dall’art. 88 cod. proc. civ., né, in linea di massima, sono di per sé sufficienti il mendacio, le false allegazioni o...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 novembre 2013 n. 25625. In tema di obbligo di ricostruzione ai sensi dell’art. 184, terzo comma, cod. civ., la comunione legale nello stato in cui si trovava o, in caso di impossibilità, al pagamento per equivalente.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 novembre 2013 n. 25625 Svolgimento del processo 1. A seguito del prelevamento, da parte di P..R. , di titoli appartenenti alla comunione legale fra la medesima ed il coniuge R..M. per il valore di circa 175 milioni di lire, quest’ultimo otteneva dal Tribunale di Venezia un provvedimento...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 novembre 2013 n. 25767. L’azione per i danni da infiltrazioni d’acqua integranti pericolo di rovina dell’immobile può essere esercitata non solo dal committente contro l’appaltatore, come espressamente previsto dall’articolo 1669 del c.c., ma anche dall’acquirente contro il venditore che ha costruito l’immobile sotto la sua responsabilità
Il testo integrale [1] L’operatività della garanzia di cui all’art. 1669 cod. civ. non è esclusa in ragione del fatto che si verta in ipotesi di vendita giacché l’azione di responsabilità per rovina e difetti di cose immobili, prevista dall’art. 1669 cod. civ., può essere esercitata non solo dal committente contro l‘appaltatore, ma anche...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 novembre 2013, n. 25415. Se è vero che lo status di separato – connettendosi alla sua non definitività e alla possibile ripresa della comunione familiare, oltre che, comunque, alla pregressa esistenza di un rapporto di coniugio nei suoi aspetti spirituali e materiali, e alla eventuale esistenza di figli – non è in astratto incompatibile con la posizione di danneggiato secondario ; è altrettanto vero che, nella richiesta del danno, quale “danno conseguenza” subito da un danneggiato secondario, l’allegazione e prova dello status di separato è essenziale e caratterizza la stessa domanda dei danni patiti.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 12 novembre 2013, n. 25415 Svolgimento del processo 1. S..B.S. e M..S. ricorrono per cassazione, con due motivi, esplicati da memoria, avverso la sentenza della Corte di appello di Trento (del 12 luglio 2007), resa in controversia relativa al danno da sinistro stradale, nel quale aveva perduto la...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 14 novembre 2013, n. 25589. Rigettata la domanda di risarcimento del danno, poichè è stata esclusa la prova del nesso causale tra danno e cosa in custodia di cui all’art. 2051 c.c., in quanto l’evento infortunistico doveva essere addebitato ad una sua disattenzione che, nell’arretrare verso la botola di collegamento con la scala era precipitato senza che la mancanza della ringhiera potesse essere considerata causa della stessa e dei conseguenti danni
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 14 novembre 2013, n. 25589 In fatto e in diritto Nella causa indicata in premessa, è stata depositata la seguente relazione: “1. – La sentenza impugnata (Corte d’Appello Roma, 11/10/2011) ha, per quanto qui rileva, rigettato l’appello proposto da D.P., N. e A.G. (in qualità di eredi di...
In tema di corresponsabilità ex art. 2054 c.c.
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza n. 25620 del 14 novembre 2013. In tema di corresponsabilità ex art. 2054 c.c. Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza n. 25620 del 14 novembre 2013 Svolgimento del processo Con sentenza dell’8 maggio 2007 la Corte di appello di Roma, premesso che con citazione del 31 maggio 1999...