Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 12 dicembre 2013, n. 27855 Svolgimento del processo Con citazione notificata il 2 febbraio 1990 B.M. e L.S. , in proprio e quali esercenti la potestà parentale sul figlio R. , convennero innanzi al Tribunale di Caltagirone M.A. e la USL n. XX della stessa città, chiedendone la...
Categoria: Diritto Civile e Procedura Civile
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 dicembre 2013, n. 27854. Fondo patrimoniale: l’annotazione di cui all’art. 162, comma 4, cod. civ., che è norma speciale, è l’unica forma di pubblicità idonea ad assicurare l’opponibilità della convenzione matrimoniale ai terzi, mentre la trascrizione di cui all’art. 2647 cod. civ., che è norma generale, ha funzione di mera pubblicità-notizia
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 12 dicembre 2013, n. 27854 Svolgimento del processo Con ricorso depositato il 30 maggio 2005 A.M. , L.B. , S.M.P. e C.G. proposero opposizione avverso il pignoramento notificato da Tercas-Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo s.p.a. in virtù di decreto ingiuntivo in base al quale il creditore...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 13 dicembre 2013, n. 27923. Il volontario abbandono del domicilio coniugale è causa di per sé sufficiente di addebito della separazione, quale violazione di un obbligo matrimoniale (art. 143, secondo comma, cod. civ.) che comporta l’impossibilità della convivenza: salvo che si provi – e l’onere incombe su chi ha posto in essere l’abbandono – che esso è stato determinato dal comportamento dell’altro coniuge, ovvero quando il suddetto abbandono sia intervenuto nel momento in cui l’intollerabilità della prosecuzione della convivenza si sia già verificata ed in conseguenza di tale fatto
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 13 dicembre 2013, n. 27923 Svolgimento del processo Con sentenza 22 dicembre 2006 il Tribunale di Catania dichiarava la separazione personale dei coniugi V.S. e L.G. ed affidava il figlio minore ad entrambi i genitori, disciplinandone i periodi di permanenza presso ciascuno di essi. Poneva a carico del...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 13 dicembre 2013 n. 27940. La comproprietà non dà diritto al parcheggio nel cortile condominiale
Il testo integrale [1] La Corte territoriale ha chiarito che correttamente era stato impedito il parcheggio in quanto il relativo esercizio oltre a rendere scomodo il raggiungimento a piedi delle singole unità immobiliari, avrebbe impedito all’altro condomino, l’ordine maltese, di utilizzare il cortile per l’introduzione di automezzi nei vani di sua proprietà posti a...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 12 dicembre 2013, n. 27846. A norma dell’art. 39, primo comma, cod. proc. civ., qualora la medesima causa venga introdotta davanti a giudici diversi, quello successivamente adito è tenuto a dichiarare la litispendenza, rispetto alla causa identica precedentemente iniziata, anche se questa, già decisa in primo grado, penda davanti al giudice dell’impugnazione
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 12 dicembre 2013, n. 27846 Svolgimento del processo 1. Con citazione del 15 dicembre 2009, M..P. citava dinnanzi al Tribunale di Orvieto Banca Intesa san Paolo s.p.a. chiedendo, come titolare del contratto di deposito titoli sul quale era stato effettuato in data 26 febbraio 1999 l’acquisto di obbligazioni...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 11 dicembre 2013, n. 27801. In tema di responsabilità civile (si consideri che la vicenda risulta inquadrata in base all’art. 2043 c.c. sula base della prospettazione delle parti e della configurazione attribuita dai giudici di merito), dovendosi ancorare il concetto di caso fortuito al criterio generale della prevedibilità con l’ordinaria diligenza del buon padre di famiglia, la quale si risolve in un giudizio di probabilità, non si può far carico al soggetto dell’obbligo di prevedere e prevenire, nell’infinita serie di accadimenti naturali (la presenza della volpe sulla strada) o umani che possono teoricamente verificarsi, anche quegli eventi di provenienza esterna che presentino un così elevato grado di improbabilità, accidentalità o anormalità da poter essere parificati, in pratica, ai fatti imprevedibili
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 11 dicembre 2013, n. 27801 In fatto e in diritto Nella causa indicata in premessa. é stata depositata la seguente relazione: “1. – La Corte d’appello di Lecce, con la sentenza oggetto della presente impugnazione (depositata il 21/06/2012, notificata il 30/07/2012), in accoglimento dell’appello spiegato dalla Regione Puglia,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 11 dicembre 2013, n. 27730. In tema di separazione personale tra coniugi, il giudice non può fondare la pronuncia di addebito sulla mera inosservanza dei doveri di cui all’art. 143 cod. civ., dovendo, per converso, verificare l’effettiva incidenza delle relative violazioni nel determinarsi della situazione di intollerabilità della convivenza. In particolare, l’inosservanza dell’obbligo di fedeltà coniugale in tanto può giustificare l’addebito della separazione al coniuge responsabile, in quanto determini la situazione d’intollerabilità del protrarsi della convivenza coniugale ma non anche se intervenga dopo che questa situazione sia già maturata e dunque in un contesto di disgregazione della comunione materiale e spirituale
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 11 dicembre 2013, n. 27730 Svolgimento del processo Con sentenza depositata il 5.06.2008 il Tribunale di Udine dichiarava la separazione personale dei coniugi B.L. , ricorrente (ricorso dell’8.02.2006) ed Be.En. , sposatisi il 27.08.1998, e la addebitava al marito per avere egli violato l’obbligo di fedeltà coniugale, come...
Corte di Cassazione, sezioni unite, ordinanza 10 dicembre 2013, n. 27495. La domanda diretta ad ottenere la condanna dell’ex coniuge (al pari dell’attrice cittadino italiano residente e) domiciliato in Italia, al pagamento di metà dell’importo conseguito dalla vendita a terzi, stipulata successivamente alla cessazione degli effetti civili del matrimonio, di un immobile, già ricadente in comunione legale, situato a Malta, non rientra nell’ambito di applicazione della regola sulla competenza esclusiva, in materia di diritti reali immobiliari, prevista dall’art. 22, punto 1, del regolamento CE n. 44/2001 del Consiglio, del 22 dicembre 2000, concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale
La massima La domanda diretta ad ottenere la condanna dell’ex coniuge (al pari dell’attrice cittadino italiano residente e) domiciliato in Italia, al pagamento di metà dell’importo conseguito dalla vendita a terzi, stipulata successivamente alla cessazione degli effetti civili del matrimonio, di un immobile, già ricadente in comunione legale, situato a Malta, non rientra nell’ambito...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza n. 16669 del 3 luglio 2013. La sopravvenuta inefficacia di un contratto preliminare di compravendita, a seguito della prescrizione del diritto da esso derivante alla stipulazione del contratto definitivo, comporta per il promissario acquirente, che abbia ottenuto dal promittente venditore la consegna e il godimento anticipati della cosa, l’obbligo di restituzione, a norma dell’art. 2033 c.c., della cosa stessa e degli eventuali frutti (“condictio indebiti ab causam finitam”), non un’obbligazione risarcitoria per il mancato godimento del bene nel periodo successivo al compimento della prescrizione
La massima Nella promessa di vendita, quando viene convenuta la consegna del bene prima della stipula del contratto definitivo, e unitamente, o non, il pagamento anticipato del prezzo non si verifica un’anticipazione degli effetti traslativi, bensì un rapporto tra contratti collegati, in cui il ruolo di contratto principale è svolto dal preliminare vero e proprio,...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 dicembre 2013, n. 27433. I gravi difetti dell’opera, oggetto della garanzia di cui all’art. 1669 c.c., ricorrono anche se non si producono fenomeni tali da influire sulla stabilità della costruzione e consistono in qualsiasi alterazione, conseguente ad un’insoddisfacente realizzazione dell’opera, che, pur non riguardando le sue parti essenziali, ne compromettono la conservazione, limitandone sensibilmente il godimento o diminuendone in maniera rilevante il valore, nella categoria di questi difetti, va sicuramente compreso quello in merito al distacco dell’intonaco esterno poichè ha riguardato una parte della superficie esterna dell’edificio che comprometteva l’intero intonaco dello stesso edificio, dato che era uno strumento di protezione uniforme ed a struttura unica
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 9 dicembre 2013, n. 27433 Svolgimento del processo Il condominio della palazzina XXXX con atto di citazione del 21 aprile 1990 conveniva in giudizio, davanti al Tribunale di Cosenza, la società C.E.I.A. per sentirla condannare al rifacimento dell’intonaco delle pareti esterne del fabbricato condominiale ed al risarcimento dei...