Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 17 luglio 2014, n. 16376 Fatto e diritto Il relatore nominato per l’esame del ricorso ha depositato la seguente relazione ai sensi dell’art. 380 bis c.p.c.. Osserva in fatto Con citazione del 22/6/1999 la società Vast di Ardavast Serapian, premesso di avere acquistato qualche mese prima da C.G....
Categoria: Diritto Civile e Procedura Civile
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 giugno 2014, n. 14765. In una vendita forzata immobiliare, anche il terzo – oltre al proprietario (ed all'eventuale custode) – risponde, ex art. 2043 del c.c., per il danno cagionato al bene nel periodo intercorrente tra l'aggiudicazione definitiva e l'emissione del decreto di trasferimento.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 giugno 2014, n. 14765 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Giovanni B. – Presidente Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. SCARANO Luigi Alessandro – rel. Consigliere Dott. LANZILLO Raffaella –...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 16 luglio 2014, n. 16284. Annullamento del matrimonio se una della parti contraenti era affetta da un disturbo, come il bipolarismo di tipo I, tale da influire sulle sue capacità di discernimento
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 16 luglio 2014, n. 16284 Svolgimento del processo La Corte d’appello di Catanzaro, con sentenza del 3.8.011, ha accolto la domanda di S.G. volta ad ottenere la dichiarazione dell’efficacia nell’ordinamento italiano della sentenza del Tribunale Ecclesiastico di Reggio Calabria che aveva dichiarato la nullità del matrimonio concordatario da...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 luglio 2014, n. 16401. L'eventuale lesione del diritto di interrompere la gravidanza è dunque giuridicamente irrilevante se la gestante, quand'anche informata, avrebbe comunque verosimilmente scelto di non abortire. E nel caso di specie, per quanto già detto, la Corte d'appello ha giustappunto escluso tale nesso di causa, con decisione non sindacabile in sede di legittimità.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 17 luglio 2014, n. 16401 Svolgimento del processo 1. Nel 1999 la sig.a R.M. convenne dinanzi al Tribunale di Milano il proprio ginecologo, dott. A.E.M., esponendo che: – nel luglio del 1997, essendo aumentata di peso e ritardando il mestruo, si era rivolta al dott. A.E.M., per sapere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 giugno 2014, n. 14767. Nei termini a ritroso, come per esempio quello relativo al deposito della memoria di parte, in caso di coincidenza con un giorno festivo, lo spostamento della scadenza al primo giorno non festivo opera in modo «speculare» rispetto ai termini a decorrenza successiva.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 giugno 2014, n. 14767 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Giovanni B. – Presidente Dott. SPIRITO Angelo – Consigliere Dott. SCARANO Luigi Alessandro – rel. Consigliere Dott. STALLA Giacomo Maria –...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 11 luglio 2014, n. 15909. In tema di risarcimento del danno per decesso da responsabilità sanitaria, i genitori di un minore deceduto in conseguenza di un fatto illecito sono potenzialmente titolari di un diritto al risarcimento del danno derivante dalla lesione di un'aspettativa alla produzione di un reddito futuro. Tale diritto non è, però, automatico e i genitori hanno l'onere di allegare e dimostrare che il figlio deceduto avrebbe verosimilmente contribuito ai bisogni familiari, secondo criteri di ragionevolezza probabilistica
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 11 luglio 2014, n. 15909 Svolgimento del processo 1. S.I. convenne in giudizio, davanti al Tribunale di Treviso, l’Azienda USL n. X del Veneto per sentirla condannare al risarcimento dei danni conseguenti alla morte del proprio figlio M.M. , di poco meno di tre anni di età, conseguente...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 13 giugno 2014, n. 13507. Perché possa ritenersi integrata la responsabilità precontrattuale, è necessario che tra le parti siano in corso trattative; che le trattative siano giunte ad uno stadio idoneo a far sorgere nella parte che invoca l'altrui responsabilità il ragionevole affidamento sulla conclusione del contratto; che la controparte, cui si addebita la responsabilità, le interrompa senza un giustificato motivo; che, infine, pur nell'ordinaria diligenza della parte che invoca la responsabilità, non sussistano fatti idonei ad escludere il suo ragionevole affidamento sulla conclusione del contratto. La verifica della ricorrenza di tutti i suddetti elementi, risolvendosi in un accertamento di fatto, è demandato al giudice di merito ed è incensurabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 13 giugno 2014, n. 13507 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VITRONE Ugo – Presidente Dott. MACIOCE Luigi – Consigliere Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. BENINI Stefano – Consigliere Dott. CRISTIANO Magda...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 10 luglio 2014, n.15861. L'art. 1 della legge 4 maggio 1983, n. 184 mira a garantire il diritto del minore a crescere ed essere educato nella propria famiglia naturale attraverso la predisposizione d'interventi diretti a rimuovere l'insorgere di situazioni di difficoltà e di disagio che possano compromettere la crescita in essa del minore. Ha “carattere prioritario” il diritto del minore di crescere nell'ambito della famiglia di origine, previsto dall'art. 1 della legge n. 184 del 1983, onde di esso è consentito il sacrificio solo in presenza di una situazione di carenza di cure materiali e morali, da parte dei genitori e degli stretti congiunti, tale da pregiudicare in modo grave e non transeunte lo sviluppo e l'equilibrio psicofisico del minore stesso. Nel sistema della legge, la situazione di abbandono, quale presupposto necessario per la dichiarazione dello stato di adottabilità, comportando il sacrificio dell'esigenza primaria di crescita in seno alla famiglia biologica, è configurabile solo quando si accerti che la vita offerta al minore dai congiunti sia inadeguata al normale sviluppo psico-fisico, così da fare considerare la rescissione del legame familiare come strumento necessario per evitare un più grave pregiudizio.
suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione I sentenza 10 luglio 2014, n.15861 Fatto La Corte d’appello di Torino, sezione per i minorenni, con sentenza del 29 luglio 2013 ha respinto l’impugnazione proposta dai genitori C.D. e Ca.Da. e dalla nonna paterna M.A. avverso la sentenza del Tribunale per i minorenni di Torino, pronunciata in data 3...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 3 giugno 2014, n. 12335. A seguito della riforma ad opera del Decreto Legislativo n. 40 del 2006, la nuova previsione dell'articolo 366 c.p.c., comma 1, n. 6, oltre a richiedere la "specifica" indicazione degli atti e documenti posti a fondamento del ricorso, esige che sia specificato in quale sede processuale il documento, pur individuato in ricorso, risulti prodotto. Tale puntuale indicazione, quando riguardi un documento prodotto in giudizio, postula che si individui dove sia stato prodotto nelle fasi di merito, e, in ragione dell'articolo 369 c.p.c., comma 2, n. 4, anche che esso sia prodotto in sede di legittimita', con la conseguenza che, in caso di omissione di tali adempimenti, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 3 giugno 2014, n. 12335 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. DOGLIOTTI Massimo – Consigliere Dott. RAGONESI Vittorio – rel....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 10 luglio 2014, n. 15842. Le disposizioni della legge n. 39 del 1989 – applicabili ratione temporis – riservano ai soli iscritti al ruolo degli agenti di mediazione lo svolgimento di ogni attività di mediazione, anche se esercitata in modo occasionale o discontinuo, e prevedono l’inesigibilità della provvigione in caso di mancata iscrizione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 10 luglio 2014, n. 15842 Ritenuto in fatto 1. – Con sentenza depositata in data 3 ottobre 2002, il Tribunale di Roma, definendo il giudizio instaurato dall’Avv. M.S. nei confronti di R.R. per il pagamento del pattuito compenso omnicomprensivo per l’attività professionale svolta in esecuzione di un incarico...