SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI sentenza 26 maggio 2015, n.10798 SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Nel gennaio 1995 M. P., vedova ed erede di D. R., convenne in giudizio il Comune di Reggio Calabria chiedendone la condanna al pagamento di Lire 23.967.034, oltre accessori, a titolo di arricchimento senza causa. Espose che il marito, cui...
Categoria: Diritto Civile e Procedura Civile
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 11 giugno 2015, n. 12158. In tema di distinzione tra erede e legatario, ex art. 588 c.c., l’assegnazione di beni determinati configura una successione a titolo universale (c.d. istitutio ex re certa) ove il testatore abbia inteso chiamare l’istituito nella universalità dei beni o in una quota del patrimonio relitto, mentre deve interpretarsi come legato se egli abbia voluto attribuire singoli, determinati beni
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 11 giugno 2015, n. 12158 Ritenuto in fatto Con atto di citazione del 20.11.2000 C.G. , C.L. e C.A. , quali eredi legittime di C.A. , deceduta il 21.4.2000, convenivano in giudizio, innanzi al Tribunale di Terni, Z.M. , C.F. e C.D. , queste ultime quali eredi di...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 21 maggio 2015, n. 10472. Il principio secondo il quale la portata precettiva di una pronunzia giurisdizionale va individuata tenendo conto non soltanto del dispositivo, ma anche della motivazione, trova applicazione soltanto quando il dispositivo contenga comunque una pronuncia di accertamento o di condanna e, in quanto di contenuto precettivo indeterminato o incompleto, si presti ad integrazione, ma non quando il dispositivo manchi del tutto, giacché in tal caso ricorre un irrimediabile vizio di omessa pronuncia su una domanda o un capo di domanda denunciabile ai sensi dell’art. 112 cod. proc. civ., non potendo la relativa decisione, con il conseguente giudicato, desumersi da affermazioni contenute nella sola parte motiva
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 21 maggio 2015, n. 10472 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LAMORGESE Antonio – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. BANDINI Gianfranco – rel. Consigliere Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. BERRINO Umberto...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 21 maggio 2015, n. 10449. Nel caso in cui un rapporto di lavoro si configuri come presupposto per il sorgere del diritto alla costituzione di un successivo rapporto, i criteri di identificazione della competenza territoriale devono essere riferiti al rapporto in essere, stante il collegamento funzionale tra i rapporti in questione
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 21 maggio 2015, n. 10449 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. ARIENZO Rosa – rel. Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere Dott. MANCINO Rossana – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 21 maggio 2015, n. 10483. In un fabbricato con più scale, l’apertura di nuovo varco d’accesso, anche se non strettamente necessario, comporta un oggettivo miglioramento per la funzionalità dell’edificio, per cui non rientra tra le spese voluttuarie da porre a carico di una parte soltanto dei condomini (quelli della scala ‘beneficiata’)
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 21 maggio 2015, n. 10483 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ODDO Massimo – Presidente Dott. MATERA Lina – rel. Consigliere Dott. PETITTI Stefano – Consigliere Dott. PICARONI Elisa – Consigliere Dott. FALASCHI...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 20 maggio 2015, n. 10386. La Suprema Corte si è nuovamente soffermata sul disposto del novellato art. 434, comma 1, cod. proc. civ., norma che, per il rito del lavoro, in coerenza con il paradigma generale contestualmente introdotto nell’art. 342 cod. civ., specifica i requisiti della motivazione che il ricorso in appello deve presentare, a pena di inammissibilità del gravame
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 20 maggio 2015, n. 10386 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – rel. Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. TRICOMI Irene...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 8 giugno 2015, n. 11770. La concentrazione della tutela risarcitoria dinanzi al giudice amministrativo si verifica quando il danno patito sia conseguenza immediata e diretta della dedotta illegittimità del provvedimento contestato, non costituendo il risarcimento del danno ingiusto una materia di giurisdizione esclusiva ma solo uno strumento di tutela ulteriore e di completamento rispetto a quello demolitorio. Ne deriva che, qualora si tratti di provvedimento amministrativo rispetto al quale l’interesse tutelabile è quello pretensivo, il soggetto che può chiedere la tutela risarcitoria dinanzi al giudice amministrativo è colui che, a seguito di una fondata richiesta, sì è visto ingiustamente negare o ritardare il provvedimento richiesto; qualora, invece, si tratti di provvedimento rispetto al quale l’interesse tutelabile si configura come oppositivo, il soggetto che può chiedere la tutela risarcitoria dinanzi al medesimo giudice è soltanto colui che è portatore dell’interesse alla conservazione del bene o della situazione di vantaggio direttamente pregiudicati dal provvedimento contestato. All’applicazione di tale principio non osta la circostanza che la richiesta di risarcimento sia presentata disgiuntamente dall’impugnazione del provvedimento amministrativo contestato, atteso che la giurisdizione del predetto giudice non dipende dalla contemporaneità della richiesta ma dalla riconducibilità del danno ad un provvedimento, sicché sussiste anche nel caso di domande avanzate prima o dopo o, addirittura, senza instaurazione di un giudizio di tipo demolitorio
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 8 giugno 2015, n. 11770 Svolgimento del processo 1.- L’avv. L.G. citava dinanzi al Tribunale di Roma il Ministero degli Affari esteri, il Dott. V.G.M., già Console generale d’Italia a Zurigo, ed il capo dell’Ufficio consolare sig.ra P.A. per ottenere il risarcimento dei danni a lui derivati dal...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 giugno 2015, n.11903. In tema di comunione, ai fini della decorrenza del termine per l’usucapione, è idoneo soltanto un atto (o un comportamento) il cui compimento da parte di uno dei comproprietari realizzi, per un verso, l’impossibilità assoluta per gli altri partecipanti di proseguire un rapporto materiale con il bene e, per altro verso, denoti inequivocabilmente l’intenzione di possedere il bene in maniera esclusiva; per cui, qualora sussista un ragionevole dubbio sul significato dell’atto materiale, il termine per l’usucapione non può cominciare a decorrere, ove agli altri partecipanti non sia stata comunicata, anche con modalità non formali, la volontà di possedere in via esclusiva
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 9 giugno 2015, n.11903 Ritenuto in fatto Con atto in data 14.11.1992 il condominio di via (omissis) , citava a comparire innanzi al tribunale di Genova D.M.G. e B.M. , proprietari, rispettivamente, degli appartamenti interno n. 7 ed interno n. 49 ricompresi nello stabile condominiale. Deduceva che i...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 maggio 2015, n. 10216. Ai sensi dell’art. 720 cod. civ., in caso di comunione ereditaria avente ad oggetto un immobile non comodamente divisibile, se vi sono coeredi titolari di quote identiche e tutti chiedono l’assegnazione, il giudice ha il potere-dovere di scegliere tra i più richiedenti valutando ogni ragione di opportunità e convenienza, dandone adeguata motivazione; se poi non sia ravvisabile alcun criterio oggettivo di preferenza o nessuno dei condividenti voglia giovarsi della facoltà di attribuzione dell’intero, soccorre il rimedio residuale della vendita all’incanto
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 19 maggio 2015, n. 10216 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ODDO Massimo – Presidente Dott. BURSESE Gaetano Antonio – Consigliere Dott. BIANCHINI Bruno – Consigliere Dott. PETITTI Stefano – Consigliere Dott. GIUSTI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 maggio 2015, n. 10171. La copia del testamento in carta carbone non può valere come olografo
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 18 maggio 2015, n. 10171 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MAZZACANE Vincenzo – Presidente Dott. PARZIALE Ippolisto – Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – rel. Consigliere Dott. ORICCHIO Antonio – Consigliere Dott. ABETE...