Consiglio di Stato sezione IV sentenza 6 giugno 2014, n. 2880 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8166 del 2012, proposto da: Gi.Sa., rappresentato e difeso dall’avv. Gi.Pe. e presso lo studio di...
Categoria: Diritto Amministrativo
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 giugno 2014, n. 12707. In tema di illeciti amministrativi, l'adozione dei principi di legalità, irretroattività e divieto di analogia, di cui all'art. 1 della legge n. 689 del 1981, comporta l'assoggettamento del fatto alla legge del tempo del suo verificarsi, con conseguente inapplicabilità della disciplina posteriore eventualmente più favorevole, a nulla rilevando che detta più favorevole disciplina, successiva alla commissione del fatto, sia entrata in vigore anteriormente all'emanazione del provvedimento di accertamento. Dichiarata illecita la somministrazione di test ai candidati alla selezione di un dirigente tecnico da inserire in organico ai sensi degli artt. 143 comma 1 lett. c) e 154 comma 1 lett. d) D.Lvo n. 196/03
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 giugno 2014, n. 12707 Ragioni in fatto e in diritto della decisione 1.- Con la sentenza impugnata (depositata in data 11.8.2012) il Tribunale di Brescia ha rigettato l’opposizione proposta dall’Aler di Brescia contro il provvedimento in data 21 luglio 2011 con il quale il Garante per...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 14 maggio 2014, n. 14014. La parte che abbia proposto ricorso straordinario al Capo dello Stato allegando, come indefettibile presupposto, la giurisdizione del giudice amministrativo, senza che la parte intimata abbia esercitato l'opposizione ex art. 48 cod. proc. amm. né abbia contestato la sussistenza di tale presupposto, eventualmente proponendo il regolamento preventivo di giurisdizione, non può proporre ricorso per cassazione ex art. 111 Cost., comma 8, e art. 362 cod. proc. civ. avverso il decreto del Presidente della Repubblica che abbia deciso il ricorso su conforme parere del Consiglio di Stato reso sull'implicito (come nella specie) – o esplicito – presupposto della sussistenza della giurisdizione del giudice amministrativo allegato dalla parte stessa, sul punto non soccombente
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezioni unite sENTENZA 14 maggio 2014, n. 14014 SVOLGIMENTO DEL PROCESSO 1. Con ricorso straordinario al Presidente della Repubblica V. G. ricorreva avverso l’Ordinanza Sindacale n. 431 del 5 luglio 2010, notificatagli il 6 luglio 2010, a firma del Sindaco del Comune di Andria e del ‘Capo Settore Espropriazioni Appalti Contratti...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 20 maggio 2014, n. 2555. In materia di accesso ai documenti amministrativi, il diritto di difesa, per quanto privilegiato in ragione della previsione di cui all'art. 24, comma 7, L. n. 241 del 1990, va contemperato con la tutela di altri diritti tra cui quello alla riservatezza, anche dei lavoratori che hanno reso dichiarazioni in sede ispettiva. Ciò allo scopo di prevenire eventuali ritorsioni o indebite pressioni da parte delle società datrici di lavoro, ovvero di quelle obbligate in solido con le medesime, per preservare in tal modo l'interesse generale ad un compiuto controllo della regolare gestione dei rapporti di lavoro. In via generale, pertanto, deve ritenersi prevalente la tutela alla necessità di riservatezza delle suddette dichiarazioni contenenti dati sensibili la cui divulgazione potrebbe comportare azioni discriminatorie o indebite pressioni nei confronti dei lavoratori, i quali devono essere posti in grado di collaborare con le autorità amministrative e giudiziarie, nonché di presentare esposti e denunce senza temere possibili ritorsioni nell'ambiente di lavoro in cui vivono
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 20 maggio 2014, n. 2555 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8877 del 2013, ex art. 116 del codice del processo amministrativo, proposto dal Ministero del lavoro e...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 22 maggio 2014, n. 2633. In tema di misure di salvaguardia, l'art. 12, c. 3 d.P.R. n. 380/2001 ha valenza mista: edilizia, da un lato, in quanto volta a incidere sui tempi dell'attività edificatoria; urbanistica, dall'altro, in quanto finalizzata alla salvaguardia, in definiti ambiti temporali, degli assetti urbanistici in itinere e, medio tempore, dell'ordinato assetto del territorio; ha inoltre carattere di principio, ai sensi dell'art. 117, terzo comma, Cost., e prevale sulle previgenti disposizioni legislative regionali, ove difformi. Proprio per in ragione di tale carattere di principio che essa riveste, la norma ricordata deve essere considerata parametro di interpretazione e applicazione della disciplina vigente in materia, anche se di fonte regionale
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 22 maggio 2014, n. 2633 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 6895 del 2006, proposto da: Comune di Ravenna, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 22 maggio 2014, n. 2649. Dal confronto tra l'art. 9, del d.P.R. n. 327/2001, recante "Vincoli derivanti da piani urbanistici" e l'art. 10, recante "Vincoli derivanti da atti diversi dai piani urbanistici generali", si evince come sia prevista una espressa norma di chiusura ("Salvo quanto previsto dal comma 5, nulla è innovato in ordine alla normativa statale o regionale sulla adozione e sulla approvazione degli strumenti urbanistici") solo all'interno del citato art. 9, riferendosi quindi esclusivamente ai vincoli derivanti da piani urbanistici generali. Non è pertanto condivisibile la ricostruzione che miri ad un'artificiosa scissione delle procedure di adozione dello strumento urbanistico a seconda che si verta nella fase principale o in quella di variante. A fronte della realizzazione di una singola opera pubblica, è pertanto corretta la procedura di variante semplificata allo strumento urbanistico, vertendosi in una fattispecie che, non incidendo sull'assetto generale del PRG, non andava sottoposto agli adempimenti procedimentali tipici del diverso livello generale
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 22 maggio 2014, n. 2649 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso in appello n. 4445 del 2013, proposto da Ma. Ch., Gi. Ro., Ma. Ro.e Fi. Ro., rappresentate e difese dagli avv.ti...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 22 maggio 2014, n. 2638. L’inosservanza del termine di conclusione procedimentale comporta: – in generale, il risarcimento del danno ingiusto, qualora, con dimostrazione del nesso di causalità, questo consegua alla predetta inosservanza colposa o dolosa della pubblica amministrazione (art. 2-bis, comma 1, l. 7 agosto 1990 n. 241); – nei casi espressamente previsti, il riconoscimento di un indennizzo, il titolo a ricevere il quale (nelle condizioni previste dalla legge) sorge per il solo fatto del superamento del termine e che, ove concorra con la distinta obbligazione risarcitoria, è detratto dalla somme complessivamente riconosciuta a tale ultimo titolo (art. 2-bis, comma 1-bis, l. 7 agosto 1990 n. 241)
CONSIGLIO DI STATO sezione IV SENTENZA 22 maggio 2014, n. 2638 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 730 del 2013, proposto da: Confezioni Elle & A Srl, rappresentato e difeso dall’avv. Giuseppe Palladino, con domicilio eletto presso Segreteria Sezionale Cds in Roma, piazza Capo di Ferro, 13; contro Comune di Sarno, rappresentato e difeso...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 20 maggio 2014, n. 11027. Qualora il giudice di primo grado dichiari il difetto di giurisdizione sulla domanda, ritenendo che questa solleciti una pronuncia del giudice amministrativo, il giudice di secondo grado che, pur attraverso una diversa qualificazione della domanda stessa, affermi la giurisdizione negata dalla prima sentenza, deve fare applicazione dell'art. 353 cod. proc. civ., indipendentemente dal fatto che le parti abbiano formulato conclusioni di merito, e rimettere la causa al primo giudice, con la conseguenza che, ove a ciò non provveda, statuendo nel merito, la cassazione della relativa pronuncia deve essere disposta dalla Corte direttamente con rinvio al primo giudice
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 20 maggio 2014, n. 11027 Ritenuto in fatto 1. – Con atto di citazione notificato l’8 novembre 2002, F.G. – premesso di avere svolto l’incarico di vice comandante della polizia municipale di Cesena dal 1 marzo 1993 e di avere presentato in tale veste denuncia alla locale Procura della...
Corte di Cassazione, sezioni unite, ordinanza 6 maggio 2014, n. 9667. Spetta al Tar, e non al tribunale ordinario, la giurisdizione in merito alle cause promosse contro il ministero della Difesa dai militari che si sono ammalati gravemente dopo essere stati in missione di pace all'estero venendo a contatto con l'uranio impoverito
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite ordinanza 6 maggio 2014, n. 9667 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. TRIOLA Roberto Michele – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. PICCIALLI...
Consiglio di Stato, adunanza plenaria, sentenza 5 maggio 2014, n. 13. Affinché un determinazione amministrativa possa assumere la natura dell’atto prodromico occorre che sia individuabile nell’atto stesso il compimento di un processo decisionale, ossia la formazione della volontà di compiere un atto di diritto privato, di cui l’ente abbia valutato ed approvato il contenuto, e che ciò risulti verificabile in base al procedimento seguito. In tal caso l’atto assume dignità provvedimentale e può essere autonomamente valutato sul piano della legittimità, e formare oggetto di impugnazione in sede giurisdizionale ovvero di autotutela
CONSIGLIO DI STATO ADUNANZA PLENARIA SENTENZA 5 maggio 2014, n. 13 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 40 di A.P. del 2013, proposto da: Regione Piemonte, in persona del Presidente pro-tempore, rappresentata e difesa dagli avv. Franco Gaetano Scoca, Mauro Renna, con domicilio eletto presso Franco Gaetano Scoca in Roma, via Giovanni Paisiello...