Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 dicembre 2013, n. 51027 Ritenuto in fatto e considerato in diritto Sull’appello proposte per i soli interesse civili da D.G.M.C. , nella qualità di parte civile nel procedimenti penale a carice di G.R. , imputato del reato di cui all’art. 570 co.2 n.2 cp. per aver fatto...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 dicembre 2013, n. 49461. Trattandosi di sanzione obbligatoria conseguente al reato di cui all’articolo 186 C.d.S., la sua applicazione e’ un atto dovuto e prescinde dall’accordo della parti in sede di patteggiamento
Suprema Corte di Cassazione sezione II Sentenza 9 dicembre 2013, n. 49461 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CASUCCI Giuliano – Presidente Dott. GALLO Domenico – rel. Consigliere Dott. TADDEI Margherita – Consigliere Dott. CERVADORO Mirella – Consigliere Dott. VERGA...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 19 dicembre 2013, n. 28448. Nei casi di mobbing è il lavoratore che deve provare la condotta persecutoria e ciò non può avvenire con una ctu, che non è mezzo di prova
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 19 dicembre 2013, n. 28448 Svolgimento del processo La Cassa di Risparmio di Chieti impugnava – con distinti ricorsi – la sentenza non definitiva n. 806/2006 del Tribunale di Chieti, che aveva dichiarato l’illegittimità del licenziamento intimato da tale società al dipendente S.U. con lettera del 5.02.2002 per...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 dicembre 2013, n. 28229. Il provvedimento giudiziale di assegnazione della casa familiare al coniuge affidatario, avendo per definizione data certa, è opponibile, ancorché non trascritto, al terzo acquirente in data successiva per nove anni dalla data dell’assegnazione, ovvero – ma solo ove il titolo sia stato in precedenza trascritto – anche oltre i nove anni.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 18 dicembre 2013, n. 28229 Ritenuto in fatto e in diritto 1.- Il 3 aprile 2000 O.G. ha acquistato da Santini Silvio – coniuge separato di F.M. – la quota di un mezzo di un immobile assegnato, nel corso del giudizio di separazione, alla predetta F.M. , comproprietaria...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 11 dicembre 2013, n. 27749. L’atto di impugnazione della sentenza, nel caso di morte della parte vittoriosa (o parzialmente vittoriosa), deve essere rivolto agli eredi, indipendentemente sia dal momento in cui il decesso è avvenuto sia dall’eventuale ignoranza – anche se incolpevole – dell’evento da parte del soccombente, altresì precisando che detta notifica (che può sempre essere effettuata personalmente ai singoli eredi) può anche essere rivolta agli eredi in forma collettiva ed impersonale, purché entro l’anno dalla pubblicazione ( comprensivo dell’eventuale periodo di sospensione feriale ), nell’ultimo domicilio della parte defunta ovvero, nel solo caso di notifica della sentenza ad opera della parte deceduta dopo l’avvenuta notificazione, nei luoghi di cui all’art. 330, 1 co., c.p.c.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 11 dicembre 2013, n. 27749 Svolgimento del processo Con sentenza del 30/9/2006 la Corte d’Appello di Ancona dichiarava inammissibile il gravame principale del sig. B.G. e inefficace quello incidentale del sig. S.L. , interposti nei confronti della pronunzia Trib. Ancona 12/10/2004 di rigetto della domanda dal primo proposta...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 6 dicembre 2013, n. 27402. La competenza del capo dell’ufficio giudiziario adito per il processo” sancita dagli artt. 28 e 29 della legge 13 giugno 1942 n. 794 per la liquidazione delle spese e dei compensi dell’avvocato o procuratore nei confronti del proprio cliente ha natura funzionale e inderogabile con riferimento non solo all’ufficio, ma anche alla persona del titolare di questo (presidente del collegio, se l’organo è collegiale, magistrato a capo dell’ufficio, se questo è costituito come tale), senza che assuma rilievo, in contrario, la eventuale divisione dell’ufficio (nella specie, di pretura) in sezioni, in quanto siffatta suddivisione, anche per le sezioni del lavoro istituite presso le preture dopo la riforma introdotta con la legge 11 agosto 1973 n. 533, risponde ad esigenze meramente organizzative, con la conseguenza che, ove la suindicata liquidazione inerisca ad una causa di lavoro, la competenza ex artt. 28 e 29 citati spetta, non al singolo pretore (ovvero al dirigente della sezione lavoro), ma al pretore dirigente
Suprema Corte di Cassazione sezione II Sentenza 6 dicembre 2013, n. 27402 Svolgimento del processo L’avv. M.G. con ricorso dell’11 giugno 2009 chiedeva al tribunale di Reggio Calabria ai sensi dell’art. 28 legge n. 794 del 1942 che provvedesse alla liquidazione delle spettanze maturate per la prestazione professionale svolta nell’interesse di C.V. nel giudizio promosso...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 dicembre 2013, n. 28052. In tema di connessione, quando una domanda si sarebbe dovuta decidere secondo diritto e l’altra secondo equità, comporta che l’intero giudizio debba essere deciso secondo diritto, con la conseguenza che per entrambi il mezzo di impugnazione è l’appello
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 dicembre 2013, n. 28052 Svolgimento del processo 1.- Nel 2003 (atto di citazione notificato in data 11.9.2003) P.G. convenne in giudizio il Comune di Tortoli innanzi al locale Giudice di pace, domandandone la condanna al risarcimento dei danni (Euro 738,00) riportati dalla propria autovettura, che in una...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 17 dicembre 2013, n. 50971. In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare; l’imputato si difendeva sostendo di essere stato per un lungo periodo detenuto. Ma siffatta evenienza non ha tuttavia inciso sulla conclusione finale assunta perché lo stesso ha pure goduto di periodi di libertà, sempre durante il medesimo arco temporale, senza tuttavia modificare in alcun modo il comportamento palesemente refrattario rispetto agli obblighi penalmente sanzionati ex art. 570 cp. A fronte dell’inadempimento all’obbligo di sostentamento economico, l’imputato, per sottrarsi alla responsabilità penale, doveva dimostrare di essersi trovato nella impossibilità oggettiva di provvedere, di certo esclusa laddove, malgrado la detenzione, l’interessato è stato considerato comunque dotato di adeguate disponibilità patrimoniali.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 17 dicembre 2013, n. 50971 Osserva 1. C.M. propone ricorso per Cassazione avverso la sentenza della Corte di Appello di Firenze con la quale è stata confermata la condanna resa in primo grado dal Tribunale di Firenze alla pena ritenuta di giustizia per il reato allo stesso ascritto,...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza n. 27812 del 12 dicembre 2013. Requisito reddituale per la pensione di inabilità
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza n. 27812 del 12 dicembre 2013 Fatto e diritti 1- Con la sentenza impugnata la Corte d’appello di Messina, riformando la sentenza del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, ha accolto la domanda proposta da N.M. nei confronti dell’Inps ed ha riconosciuto il diritto dell’invalida a percepire la...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 16 dicembre 2013, n. 50606. Mamma responsabile dell’infortunio del bambino in visita al figlio. La posizione di garanzia della madre che le imponeva di vigilare sui bambini affidati discende dal tacito consenso prestato al padre del piccolo di lasciare il figlioletto nelle pertinenza esterne della sua abitazione a giocare col di lei figlio e con altri compagni. In sostanza, acconsentendo a ciò, l’imputata assumeva gli stessi obblighi di vigilanza e di custodia gravanti sul genitore per tutto il tempo in cui il bambino rimaneva affidato alle sue cure, a nulla rilevando che la donna non abbia manifestato un espresso consenso, dovendosi esso desumere da comportamenti concludenti quali acconsentire che il piccolo si trattenesse negli spazi esterni della sua abitazione, incompatibile con una volontà contraria.
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 16 dicembre 2013, n. 50606 Considerato in fatto Con sentenza in data 28.1.08 il Giudice di Pace di Seneghe dichiarava M.K. e Ma.Ma. responsabili per concorso colposo, in qualità di genitori del minore ma.ma. , nel reato di lesioni colpose ai danni del minore ma.ma. (art. 40 co....