Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 5 marzo 2014, n. 5087 Svolgimento del processo 1. Con atto di citazione del 19 luglio 1997, B.F. , premesso di essere unico erede dello zio B.F. senior, fu M. , deceduto il (omissis) , nel cui asse ereditario era compresa un’azienda farmaceutica in (…), da lui gestita...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 6 marzo 2014, n. 5240. Il danno patrimoniale futuro, derivante da lesioni personali, è da valutare su base prognostica e il danneggiato può avvalersi anche di presunzioni semplici. Pertanto, provata la riduzione della capacità di lavoro specifica, se essa è di una certa entità e non rientra tra i postumi permanenti di piccola entità, è possibile presumere che anche la capacità di guadagno risulti ridotta nella sua proiezione futura – non necessariamente in modo proporzionale – qualora la vittima già svolga un'attività o presumibilmente la svolgerà; tuttavia, l'aggravio in concreto nello svolgimento dell'attività già svolta o in procinto di essere svolta deve essere dedotto e provato dal danneggiato.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 6 marzo 2014, n. 5240 Svolgimento del processo .1 – Con sentenza in data 13 marzo 1998 il Tribunale di Benevento condannò M.P. e l’Aurora Assicurazioni S.p.A. a pagare in solido, a titolo di risarcimento danni da sinistro stradale, a favore di D.P.G. e di C.M. , in...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 26 febbraio 2014, n. 9268. Ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001, articolo 3, comma 1, lettera e, n. 5), le roulotte e le case mobili rientrano tra i manufatti leggeri, prefabbricati, per la cui installazione e' necessario il preventivo ottenimento del permesso di costruire se utilizzati come abitazioni, e non dirette a soddisfare esigenze meramente temporanee
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 26 febbraio 2014, n. 9268 MISURE CAUTELARI – REALI REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. AMOROSO Giovanni – rel. Consigliere Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. MULLIRI Guicla...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 febbraio 2014, n. 7058. E' inammissibile l'istanza di rinvio dell'udienza per concomitante impegno del difensore trasmessa via telefax e/o via e-mail a mezzo pec, poichè l'art. 121 c.p.p. stabilisce l'obbligo per le parti di presentare le memorie e le richieste rivolte al giudice mediante deposito in cancelleria, mentre il ricorso al telefax è riservato ai funzionari di cancelleria ai sensi dell'art. 150 c.p.p.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 febbraio 2014, n. 7058 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente – Dott. GENTILE Mario – Consigliere – Dott. ACETO Aldo – Consigliere – Dott. GENTILI Andrea – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 6 marzo 2014, n. 10806. La persona che assume per libera scelta una carica (in questo caso societaria) che comporta, tra l'altro, l'assolvimento di determinati obblighi di rilevanza pubblicistica, qualora rinunci, in assenza di un giustificato motivo all'esercizio dei poteri di controllo che la carica gli attribuisce” non può ritenersi esonerata dalle responsabilità inerenti alla carica. L'assunzione di una carica come quella di presidente del consiglio di amministrazione tra le quali rientr, appunto, il compito di presentare la dichiarazioni annuale ai fini IVA.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 6 marzo 2014, n. 10806 Ritenuto in fatto 1. Vicenda processuale e provvedimento impugnato – Con la sentenza impugnata, la Corte d’appello ha respinto l’impugnazione che l’odierno ricorrente aveva proposto dinanzi ad essa contro la condanna, riportata in primo grado, per violazione dell’art. 4 d.lgs. 74/00. Al T....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 6 marzo 2014, n. 5297. Nel rapporto di portierato, in cui la subordinazione deve essere ravvisata nell'assoggettamento del lavoratore al potere direttivo del datore di lavoro, esercitato anche mediante il controllo dei singoli condomini, la somministrazione dell'alloggio ubicato nell'edificio condominiale, ove non risulti giustificata da un diverso titolo, deve presumersi effettuata, in favore del lavoratore che vi dimora, al fine di svolgervi il servizio di portierato, che implica l'attività di vigilanza e custodia, alla prestazione delle quali è finalizzata la suddetta somministrazione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 6 marzo 2014, n. 5297 Fatto e diritto 1. Con sentenza del 6.7.2011, la Corte d’appello di Roma confermava la decisione del tribunale della stessa sede che aveva rigettato la domanda delle sorelle C. volta all’accertamento del loro rapporto di lavoro subordinato alle dipendenze del condominio di via (omissis)...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza n. 563 del 5 febbraio 2014. In tema di corresponsione della indennità di qualificazione
Consiglio di Stato sezione III sentenza n. 563 del 5 febbraio 2014 FATTO e DIRITTO 1. Con il ricorso proposto avanti al T.A.R. per la Campania i sig.ri L. B.e M. R. M., – già dipendenti della ex U.S.L. 42 dal mese di febbraio 1982, successivamente transitati nei ruoli della A.S.L. Napoli 1 con la qualifica...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 marzo 2014, n. 11123. Respinta la richiesta di emissione di misura cautelare nei confronti dell'indagato. Il Tribunale ha ritenuto di qualificare il reato di violenza sessuale nella sua forma attenuata ai sensi del comma 3 dell'art. 609-bis cod. pen. e di non ravvisare esigenze cautelari attuali che giustifichino l'emissione della misura. Per la Cassazione nessun palese errore si ravvisa nella qualificazione dei fatti ai sensi del comma 3 dell'art. 609-bis cod. pen.; la presenza di modeste lesioni e il fatto che al fatto abbia assistito la figlia della persona offesa non costituiscono circostanze da sole impeditive di una riconduzione del fatto alla connotazione più lieve del reato contestato, posto che detta valutazione deve avere riguardo al bene tutelato dalla disposizione (la libertà sessuale della vittima).
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 7 marzo 2014, n. 11123 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 23/7/2013 il Tribunale di Ancona ha rigettato l’appello proposto dal Pubblico ministero avverso l’ordinanza emessa in data 5/6/203 dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Macerata che ha respinto la richiesta di emissione di misura cautelare...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 marzo 2014, n. 10893. Nei confronti di una presunta "testa di legno" non può trovare «automatica applicazione il principio secondo il quale, una volta accertata la presenza di determinati beni nella disponibilità dell'imprenditore fallito, il loro mancato reperimento, in assenza di adeguata giustificazione della destinazione ad essi data, legittima la presunzione della dolosa sottrazione, dal momento che la pur consapevole accettazione del ruolo di amministratore apparente non necessariamente implica la consapevolezza di disegni criminosi nutriti dall'amministratore di fatto»; tuttavia, ciò vale soltanto per i casi di bancarotta fraudolenta per distrazione, «mentre con riguardo a quella documentale per sottrazione o per omessa tenuta in frode ai creditori delle scritture contabili ben può ritenersi la responsabilità del soggetto investito solo formalmente dell'amministrazione dell'impresa fallita […], atteso il diretto e personale obbligo dell'amministratore di diritto di tenere e conservare le suddette scritture
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 6 marzo 2014, n. 10893 Ritenuto in fatto Il difensore di C.D’I. ricorre avverso la pronuncia indicata in epigrafe, recante la parziale riforma della sentenza di condanna pronunciata nei confronti del suddetto imputato dal Tribunale di Teramo il 14/06/2007; i fatti si riferiscono al fallimento della Geo Progect...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 7 febbraio 2014, n. 2858. In tema di vendita e' configurabile la consegna di "aliud pro alio" non solo quando la cosa consegnata e' completamente difforme da quella contrattata, appartenendo ad un genere del tutto diverso, ma anche quando e' assolutamente priva delle caratteristiche funzionali necessarie a soddisfare i bisogni dell'acquirente, o abbia difetti che la rendano inservibile, ovvero risulti compromessa la destinazione del bene all'uso che abbia costituito elemento determinante per l'offerta di acquisto. Nella specie, secondo quanto accertato dalla sentenza impugnata, l'immobile era idoneo ad essere usato per la destinazione (negozio) pattuita, seppure per dimensioni ridotte rispetto alla superfice dell'immobile: il che esclude l'assoluta inidoneita' del bene ad essere adibito all'uso per il quale era stato acquistato, essendo nella specie configurabile piuttosto un minore sfruttamento dell'immobile suscettibile eventualmente di azione di risarcimento del danno derivante dalla mancanza delle qualita' promesse (articolo 1497 cod. civ.), che pero' soggiace ai termini di prescrizione e di decadenza prescritti dall'articolo 1495 cod. civ.; addirittura, a stregua di quanto ancora affermato dal ricorrente, e' stato possibile adeguare l'immobile ed ottenere le necessarie licenze per rendere l'immobile utilizzabile per l'intera superficie sfruttabile: gli oneri sostenuti avrebbero potuto assumere rilevanza sempre sotto il profilo risarcitorio di cui si e' detto
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 7 febbraio 2014, n. 2858 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ODDO Massimo – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – rel. Consigliere Dott. BIANCHINI Luisa – Consigliere Dott. PROTO Cesare Antonio – Consigliere Dott....