Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 20 marzo 2014, n. 6557 Svolgimento del processo Il Tribunale di Palermo con sentenza del 18 luglio 2003 respingeva la richiesta di A.C. di condanna dell’Assemblea regionale siciliana al pagamento dell’intero trattamento economico e indennitario che avrebbe dovuto essergli corrisposto quale deputato della stessa, nel periodo 2 novembre-23 dicembre...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 marzo 2014, n. 6347. Condannato un avvocato al risarcimento dei danni da inadempimento contrattuale per non aver adempiuto al mandato professionale conferito da un incidentato al fine di ottenere il relativo risarcimento nei confronti del responsabile
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 19 marzo 2014, n. 6347 Svolgimento del processo 1. Il sig. S.G. il (omissis) rimase coinvolto in un sinistro stradale, a seguito del quale il suo autoveicolo Fiat 128 venne danneggiato. Per ottenere il relativo risarcimento nei confronti del responsabile conferì mandato professionale all’avv. P.E. . Nel 1999...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 marzo 2014, n. 5943. Fermo l'onere dell'attore di provare il fatto costitutivo – di cui un elemento e' il nesso di causalita' tra la condotta dell'autore e l'evento – la decisione di secondo grado secondo cui la polvere sollevata dal passaggio dell'auto, in mancanza di altri elementi probatori, tra cui l'esclusione di altri mezzi in transito, non e' sufficiente a dimostrare che l'evento sia attribuibile alla condotta di guida del conducente dell'auto, rimasta sconosciuta, non costituendo il sollevamento della polvere al passaggio di essa fatto notorio della causa del rimbalzo di un sassolino, ma essendo a tal fine necessari ulteriori accertamenti di fatto e valutazioni di natura tecnica, e' immune da vizi logici e giuridici
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 marzo 2014, n. 5943 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Giovanni B. – Presidente Dott. CHIARINI Maria Margherita – rel. Consigliere Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. FRASCA Raffaele – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 marzo 2014, n. 6341. L'accertamento di postumi permanenti, incidenti con una certa entità sulla capacità lavorativa specifica, non comporta l'automatico obbligo del danneggiante di risarcire il danno patrimoniale, conseguenza della riduzione della capacità di guadagno – derivante dalla ridotta capacità lavorativa specifica – e quindi di produzione di reddito; detto danno patrimoniale da invalidità deve perciò essere accertato in concreto attraverso la dimostrazione che il soggetto leso svolgesse o, trattandosi di persona non ancora dedita ad attività lavorativa, presumibilmente avrebbe svolto, un'attività produttiva di reddito. La liquidazione del danno, peraltro, non può essere fatta in modo automatico in base ai criteri dettati dall'art. 4 legge 26 febbraio 1977 n. 39, che non comporta alcun automatismo di calcolo, ma si limita ad indicare alcuni criteri di quantificazione del danno sul presupposto della prova relativa che incombe al danneggiato e può essere anche data in via presuntiva, purché sia certa la riduzione di capacità lavorativa specifica
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 19 marzo 2014, n. 6341 Svolgimento del processo p.1. S.A. ha proposto ricorso per cassazione contro l’Azienda sanitaria RM – F Polo Ospedaliero Civitavecchia Bracciano e Si.Cl. avverso la sentenza del 19 maggio 2009, con la quale la Corte d’Appello di Roma ha rigettato il suo appello contro...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 marzo 2014, n. 12253. La facolta' dell'imputato di accedere a un rito alternativo (nella specie, il patteggiamento) puo' essere esercitata, in caso d'imputazione alternativa, fino a quando viene meno l'incertezza determinata dalla duplicita' della contestazione mediante la formulazione da parte del P.M., ove effettuata, dell'imputazione definitiva
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 marzo 2014, n. 12253 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. GENTILE Mario – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 19 marzo 2014, n. 6297. L'ordinanza ex art.708 c.p.c. non costituisce titolo per l'emanazione di decreto ingiuntivo, trattandosi di provvedimento (esaminabile soltanto nel contesto del procedimento cui accede) autonomamente presidiato da efficacia esecutiva, opera in relazione alle somme che in detto titolo risultino determinate o determinabili con un semplice calcolo aritmetico, mentre, ove l'obbligo inadempiuto di contribuzione afferisce anche alle spese straordinarie della minore, genericamente considerate in quel provvedimento, in conformità ai principi che regolano il processo di esecuzione, è necessario acquisire il titolo esecutivo attraverso un intervento del giudice che accerti l'insorgenza stessa dell'obbligo di quelle spese, e ne determini l'esatto ammontare
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 19 marzo 2014, n. 6297 Svolgimento del processo G.G. proponeva avanti al Giudice di pace opposizione al decreto ingiuntivo per il pagamento della somma di Euro 2582,28, quale partecipazione nella misura del 50% alle spese straordinarie per la figlia, in forza dell’ordinanza presidenziale resa il 6/6/01 nel giudizio...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 marzo 2014, n. 6432. Gli agenti ed ufficiali di polizia municipale, in conformità della regola generale stabilita dall'art. 13 della l. n. 689 del 1981 in tema di accertamento delle sanzioni amministrative pecuniarie, in quanto organi di polizia giudiziaria con competenza estesa all'intero territorio comunale, hanno il potere di accertare le violazioni in materia di circolazione stradale punite con sanzioni amministrative pecuniarie in tutto tale territorio, anche, quindi, su strade statali al di fuori del centro abitato. Ne deriva che, una volta stabilito che gli ufficiali e gli agenti della polizia municipale hanno tale potere nell'ambito dell'intero territorio comunale, gli accertamenti di violazioni del codice della strada da essi compiuti in tale territorio debbono ritenersi per ciò stesso legittimi sotto il profilo della competenza dell'organo accertatore, restando l'organizzazione, la direzione e il coordinamento del servizio elementi esterni all'accertamento, ininfluenti su detta competenza
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 19 marzo 2014, n. 6432 Svolgimento del processo Con ricorso depositato il 29-4-2006 N.M. proponeva opposizione avverso il verbale di accertamento n. 327/2006. emesso dalla Polizia Municipale di Riace, notificatogli il 24-3-2006, con il quale gli era stata contestata la violazione dell’art. 142 comma 8 C.d.S., per eccesso...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 14 marzo 2014, n. 12228. Il reato di cui all'articolo 317 c.p., come novellato dalla Legge n. 190 del 2012, e' designato dall'abuso costrittivo del pubblico ufficiale
Le massime 1) “il reato di cui all’articolo 317 c.p., come novellato dalla Legge n. 190 del 2012, e’ designato dall’abuso costrittivo del pubblico ufficiale, attuato mediante violenza o – piu’ di frequente – mediante minaccia, esplicita o implicita, di un danno contra ius, da cui deriva una grave limitazione, senza tuttavia annullarla del tutto,...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 marzo 2014, n. 12418. L’esimente ex art. 598 c.p. costituisce applicazione estensiva del più generale principio posto dall'art. 51 cp, in quanto riconducibile all'art. 24 Cost. e si fonda esclusivamente sul rapporto di strumentalità tra le frasi offensive e le tesi prospettate nell'ambito della controversia giudiziaria in corso, sicché non si richiede che le offese abbiano una base di veridicità o una particolare continenza espressiva (sez. 5 n. 6701 rv 234008 8.2.06). Per l'applicazione della cosiddetta immunità giudiziale non occorre che le offese siano in rapporto di giuridica necessità o utilità con l'esercizio del diritto di difesa del soggetto che le ha scritte, bastando che le espressioni diffamatorie, anche se non rispondenti a verità o dettate da motivi personali di risentimento dell'offensore, siano in qualche modo collegate con la tesi difensiva delle parti in contesa e con l'oggetto della causa
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 17 marzo 2014, n. 12418 Fatto e diritto Con sentenza 5.3.2012, il tribunale di Bologna ha confermato la sentenza 23.2.2010 del giudice di pace della medesima sede, con la quale l’avvocato M.M. era stato condannato,per il reato di diffamazione in danno di S.S. , previa concessione delle attenuanti...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 3 marzo 2014, n. 4919. Non può attribuirsi rilevanza al motivo delle dimissioni presentate nel periodo di gravidanza anche nelle ipotesi in cui le stesse risultino preordinate all'assunzione della lavoratrice alle dipendenze di altro datore di lavoro
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 3 marzo 2014, n. 4919 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. ARIENZO Rosa – rel. Consigliere Dott. LORITO Matilde – Consigliere Dott. FERNANDES Giulio...