Sentenza 105/2014 Giudizio Presidente SILVESTRI – Redattore LATTANZI Camera di Consiglio del 26/02/2014 Decisione del 14/04/2014 Deposito del 18/04/2014 Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Art. 69, c. 4°, del codice penale. Massime: Atti decisi: ord. 114/2013 SENTENZA N. 105 ANNO 2014 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: Presidente:...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 14 febbraio 2014, n. 722. La differenza fra l’avviso orale e le misure di prevenzione propriamente dette consiste essenzialmente in ciò: che le misure di sicurezza impongono al soggetto vincoli di fare e di non fare che ne limitano in qualche modo la libertà personale e in particolare lo privano della facoltà di tenere comportamenti che altrimenti sarebbero leciti; al contrario il semplice avviso orale – ossia quello non accompagnato dalle eventuali prescrizioni che possono esservi annesse ai sensi dell’art. 3, co. 4, D. Lgs. n. 159/2011 – non comporta alcun vincolo, consistendo soltanto nella intimazione di tenere «una condotta conforme alla legge». Nulla di più o di meno quindi di ciò che è richiesto alla generalità dei cittadini. Ne deriva che l’avviso orale non accompagnato dalle ulteriori prescrizioni (previste dalla legge solo come eventuali a discrezione dell’autorità di p.s.) non può essere considerato di per sé una “misura di prevenzione” e non dà luogo all’applicazione dell’art. 120 del codice della strada
Consiglio di Stato Sezione III Sentenza 14 febbraio 2014, n. 722 Fatto e diritto 1. L’appellato, già ricorrente in primo grado, è stato destinatario di un provvedimento di revoca della patente di guida, ai sensi dell’art. 120 del Codice della Strada, emesso sul presupposto che l’interessato aveva ricevuto un “avviso orale” ai sensi della...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 aprile 2014, n. 15742. La norma di cui all'art. 55 c.p. non può trovare applicazione in assenza di scriminante; non può essere configurato l'eccesso colposo previsto in mancanza di una situazione di effettiva sussistenza della singola scriminante, di cui si eccedono colposamente i limiti.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 8 aprile 2014, n. 15742 Ritenuto in fatto 1. La Corte di assise di appello di Catanzaro, con sentenza del 7/11/2012, in riforma di quella della Corte d’assise di Cosenza che aveva condannato M.F. alla pena di anni dodici di reclusione per il delitto di omicidio di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 aprile 2014 n. 15906. È legittima la misura cautelare che impone allo stalker di allontanarsi dall'edificio in cui vive la vittima anche quando tale edificio coincide con il condominio dove lo stesso stalker abita assieme alla propria famiglia, in quanto è irrilevante che la misura cautelare influisca negativamente sull'esercizio del diritto alla genitorialità
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 aprile 2014, n. 15906
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 17 aprile 2014, n. 8932. In un procedimento disciplinare, spetta unicamente all'Ordine stabilire la sanzione da comminare al legale in base ad una valutazione non censurabile, se correttamente motivata, della gravità dell'offesa arrecata al decoro e prestigio della categoria. Dichiarato inammissibile il ricorso di un avvocato cancellato dall'albo per essersi appropriato di fondi regionali destinati ai disabili
Suprema Corte di Cassazione sezione unite sentenza 17 aprile 2014, n. 8932 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. ADAMO Mario – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. CECCHERINI Aldo –...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 17 aprile 2014, n. 8957. Pur non integrando direttamente un patto commissorio, anche la vendita con patto di riscatto o di retrovendita può rappresentare un mezzo per sottrarsi al relativo divieto, ogni qualvolta il versamento del prezzo da parte del compratore non si configuri come corrispettivo dovuto per l'acquisto della proprietà, ma come erogazione di un mutuo, rispetto al quale il trasferimento del bene risponda alla sola finalità di costituire una posizione di garanzia provvisoria, capace di evolversi in maniera diversa a seconda che il debitore adempia o meno l'obbligo di restituire le somme ricevute
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 17 aprile 2014, n. 8957 Ritenuto in fatto Con atto per notaio Zinni del 5 agosto 1996, i coniugi M.P. , titolare della ditta Mafmi, ed Ma.An. vendettero alla G.M.N. S.r.l. una porzione di villa bifamiliare sita in (omissis) , per il prezzo di Lire 260.000.000, che...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 17 aprile 2014, n. 8928. La cognizione delle opposizioni alle ordinanze ingiunzioni applicative di sanzioni per la violazione delle norme che disciplinano il codice della strada spetta all'autorità giudiziaria ordinaria
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 17 aprile 2014, n. 8928 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ADAMO Mario – Primo Presidente f.f. Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. PICCININNI Carlo – Consigliere Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere...
Corte Costituzionale, sentenza n. 106 del 18 aprile 2014. Dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 69, quarto comma, del codice penale, come sostituito dall’art. 3 della legge 5 dicembre 2005, n. 251 (Modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione), nella parte in cui prevede il divieto di prevalenza della circostanza attenuante di cui all’art. 609-bis, terzo comma, cod. pen., sulla recidiva di cui all’art. 99, quarto comma, cod. pen.
Sentenza 106/2014 Giudizio Presidente SILVESTRI – Redattore LATTANZI Udienza Pubblica del 11/03/2014 Decisione del 14/04/2014 Deposito del 18/04/2014 Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Art. 69, c. 4°, del codice penale. Massime: Atti decisi: ord. 275/2013 SENTENZA N. 106 ANNO 2014 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: Presidente: Gaetano...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 15 aprile 2014, n. 16382. Ai fini della configurabilità del reato di ingiuria non è richiesta la sussistenza dell’animus iniurandi, essendo sufficiente il dolo generico che può anche assumere la forma del dolo eventuale, in quanto basta che l’agente, consapevolmente, faccia uso di espressioni o parole socialmente interpretabili come offensive, cioè utilizzate in base al significato che esse vengono oggettivamente ad assumere, senza un diretto riferimento alle intenzioni dell’agente (nella specie il seguente messaggio a mezzo telefono cellulare: “troia, vai con altri…”).
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 15 aprile 2014, n. 16382 Ritenuto di fatto 1. Con l’impugnata sentenza, il Tribunale di Trento il 29 aprile 2013, ha parzialmente confermato la sentenza del Giudice di pace di Trento del 9 novembre 2012 e ha mantenuto ferma la condanna di D.G.P. per il reato di ingiurie,...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 aprile 2014, n. 17348. Integra il reato di furto con strappo la condotta di violenza immediatamente rivolta verso la cosa e solo in via del tutto indiretta verso la persona che la detiene, mentre ricorre il delitto di rapina quando la "res" sia particolarmente aderente al corpo del possessore e la violenza si estenda necessariamente alla persona, dovendo il soggetto attivo vincerne Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 aprile 2014, n. 17348. La resistenza e non solo superare la forza di coesione inerente alla normale relazione fisica tra il possessore e la cosa sottratta
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 18 aprile 2014, n. 17348 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 21/5/2012, la Corte di appello di Roma, confermava la sentenza del Tribunale di Roma, in data 15/11/2011, che aveva condannato B.B. (in concorso con P.S.) alla pena di anni due, giorni venti di reclusione...