Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 9 settembre 2014, n. 18953 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – rel. Consigliere Dott. PATTI...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 4 settembre 2014, n. 18675. La cessione di ramo d'azienda, prevista dall'art. 2112 del c.c., può essere invocata soltanto quanto preesista una autonomia funzionale ed organizzativa dell'area ceduta. E non certo nelle ipotesi in cui venga creato un contenitore ad hoc per trasferirvi le risorse umane considerate in eccesso
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 4 settembre 2014, n. 18675 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – rel. Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. GHINOY...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 8 settembre 2014, n. 4539. Sussiste un interesse tutelabile all'accesso agli atti in base ai quali una ASL ha disposto nei confronti di un suo dipendente una visita medica collegiale ai fini della verifica della permanenza dell'idoneità
Consiglio di Stato sezione III sentenza 8 settembre 2014, n. 4539 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 114 del 2014, proposto da: Ma.Fe., rappresentata e difesa dall’avv. Pa.Ma., con domicilio eletto presso Pa.Ma....
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 15 settembre 2014, n. 4674. In seno ad un procedimento ad evidenza pubblica può configurarsi, accanto ad una responsabilità civile per lesione dell’interesse legittimo, derivante dalla illegittimità degli atti o dei provvedimenti relativi al procedimento amministrativo di scelta del contraente, una responsabilità di tipo precontrattuale per violazione di norme imperative che pongono “regole di condotta”, da osservarsi durante l’intero svolgimento della procedura di evidenza pubblica. Il danno risarcibile a titolo di responsabilità precontrattuale, in relazione alla mancata stipula di un contratto d’appalto o in relazione all’invalidità dello stesso, comprende le spese sostenute dall’impresa per aver partecipato alla gara (danno emergente), ma anche la perdita, se adeguatamente provata, di ulteriori occasioni di stipulazione di altri contratti altrettanto o maggiormente vantaggiosi, impedite proprio dalle trattative indebitamente interrotte (lucro cessante), con esclusione del mancato guadagno che sarebbe derivato dalla stipulazione ed esecuzione del contratto non concluso.
CONSIGLIO DI STATO sezione IV sentenza 15 settembre 2014, n. 4674 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2412 del 2010, proposto da: D.R. Multiservice S.r.l., rappresentata e difesa dall’avv. Giuliano Di Pardo, con domicilio eletto presso Segreteria Sezionale Cds in Roma, piazza Capo di Ferro, 13; contro Anas Spa, rappresentato e difeso per legge...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 4 settembre 2014, n. 36949. In tema di guida in stato di ebbrezza; Impugnazione del decreto penale di condanna, esclusione della restituzione in termini
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 4 settembre 2014, n. 36949 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIRENA Pietro Antonio – Presidente Dott. IZZO Fausto – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 settembre 2014, n. 37573. Ai fini del riconoscimento del vizio totale o parziale di mente, anche i "disturbi della personalità", che non sempre sono inquadragli nel ristretto novero delle malattie mentali, possono rientrare nel concetto di "infermità", purché siano di consistenza, intensità e gravità tali da incidere concretamente sulla capacità di intendere o di volere, escludendola o scemandola grandemente, e a condizione che sussista un nesso eziologico con la specifica condotta criminosa, per effetto del quale il fatto di reato sia ritenuto causalmente determinato dal disturbo mentale. Ne consegue che nessun rilievo, ai fini dell'imputabilità, deve essere dato ad altre anomalie caratteriali o alterazioni e disarmonie della personalità che non presentino i caratteri sopra indicati, nonché agli stati emotivi e passionali, salvo che questi ultimi non si inseriscano, eccezionalmente, in un quadro più ampio di "infermità"
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 12 settembre 2014, n. 37573 Rilevato in fatto Con sentenza in data 7.11.2012 la Corte di assise d’appello di Milano confermava la sentenza del GUP del Tribunale di Milano in data 31.3.2011 nei confronti di C.M. con la quale il predetto, a seguito di rito abbreviato, era stato...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 settembre 2014, n. 37585. La contravvenzione prevista dall'art. 681 c.p. è configurabile ogniqualvolta l'agente organizzi un pubblico spettacolo in assenza di licenza e delle prescrizioni ad essa normalmente inerenti ovvero senza avere osservato le prescrizioni imposte, ai sensi del R.D. 18 giugno 1931, n. 773, art. 80, (T.U.L.P.S.) dall'autorità a tutela dell'incolumità pubblica. Per quanto concerne il soggetto attivo del reato, destinatario della norma di cui all'art. 681 c.p. è "chiunque", cioè tutti coloro i quali, a qualunque titolo e in qualunque veste aprono o tengono aperti luoghi di pubblico spettacolo, trattenimento o ritrovo, senza aver osservato le prescrizioni dell'autorità a tutela dell'incolumità pubblica. Nella disposizione generica "chiunque" è, quindi, compreso, non solo il titolare di diritto del locale, per esserne proprietario in forza di un titolo giuridico valido, ma altresì chiunque gestisca di fatto il locale stesso, giacché scopo della norma è quello di tutelare la pubblica incolumità e di prevenire eventuali danni o lesioni alle persone che frequentano il locale stesso
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 12 settembre 2014, n. 37585 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 26.9.2011, il Tribunale di Trieste in composizione monocratica dichiarava T.P. e T.F. responsabili, in concorso tra loro e con G.M. (giudicata separatamente), di una duplice violazione dell’art. 681 c.p. (rispettivamente accertate in data (omissis) e in...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 settembre 2014, n. 37196. Non risponde del reato di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone il gestore del locale che abbia esercitato correttamente i poteri di controllo e, ciononostante, non sia riuscito ad impedire gli schiamazzi avvenuti all'esterno dell'esercizio commerciale.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III sentenza 5 settembre 2014, n. 37196 Ritenuto in fatto 1. Il Tribunale di Firenze, con ordinanza in data 22.1.2014, ha annullato il decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP presso il Tribunale di Firenze il 18.12.2013, ordinando la restituzione di quanto in sequestro. Ha premesso il Tribunale che i...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 4 settembre 2014, n. 36920. In presenza di una condotta altamente imprudente e deliberatamente rischiosa della vittima – consistente nel guidare una motoslitta ad alta velocità per superare depressioni profonde del terreno non facilmente visibili – deve essere escluso il nesso causale tra la condotta omissiva addebitata al proprietario del terreno, non recintato e aperto al pubblico, e l'evento, perché la condotta della vittima rappresenta una condizione sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l'evento.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 4 settembre 2014, n. 36920 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza dell’11/3/2010 il G.u.p. del Tribunale di Campobasso, all’esito di giudizio abbreviato, dichiarava C.R. responsabile del delitto p. e p. dagli artt. 40, comma 2, e 589 cod. pen. a lui ascritto, quale legale rappresentante della Intur S.p.a.,...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 1 settembre 2014, n. 18468. È inammissibile il ricorso straordinario per cassazione contro il provvedimento emesso in sede di reclamo dalla corte di appello avverso l'ordinanza di esonero dell'esecutore testamentario per gravi irregolarità assunta dal Presidente del tribunale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 1 settembre 2014, n. 18468 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 2 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETITTI Stefano – Presidente Dott. MANNA Felice – rel. Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – Consigliere Dott. GIUSTI Alberto –...