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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 21 ottobre 2014, n. 43820. Agli effetti della qualifica di pubblico ufficiale, non è richiesto lo svolgimento di un'attività che abbia efficacia diretta nei confronti di terzi, giacché ogni atto preparatorio, propedeutico o accessorio, che esplichi, nell'ambito del procedimento di riscossione, i suoi effetti certificativi, valutativi o autoritativi, seppure destinato a fini interni alla p.a., comporta l'attuazione completa e connaturale dei fini dell'ente pubblico e non può essere isolato all'interno dell'intero contesto delle funzioni pubbliche. Ne consegue che deve considerarsi pubblico ufficiale il dipendente di Equitalia S.p.a. che, nello svolgimento dei compiti d’ufficio a lui assegnati, contribuisce in modo univoco alla formazione e manifestazione della volontà dell'ente di appartenenza, intesa la sua attività come contributo, anche istruttorio e preparatorio, funzionale a dare impulso determinante all'iter deliberativo dell'organo stesso, finalizzato all'utile riscossione del tributo nei confronti degli Enti ai cui rapporti egli è preposto.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 21 ottobre 2014, n. 43820 Ritenuto in fatto M.L. e F.S. ricorrono, a mezzo dei loro difensori avverso l’ordinanza 29 aprile 2014 del Tribunale del riesame di Roma che ha confermato l’ordinanza 7 aprile 2014 del G.I.P. presso il Tribunale di Roma, di applicazione della misura della custodia...

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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 14 ottobre 2014, n. 42858. Successivamente a una sentenza irrevocabile di condanna, la dichiarazione d'illegittimita' costituzionale di una norma penale diversa dalla norma incriminatrice, idonea a mitigare il trattamento sanzionatorio, comporta la rideterminazione della pena, che non sia stata interamente espiata, da parte del giudice dell'esecuzione. Ne consegue che: per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 251 del 2012, che ha dichiarato l'illegittimita' costituzionalita' dell'articolo 69 c.p., comma 4, nella parte in cui vietava di valutare prevalente la circostanza attenuante di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, articolo 73, comma 5, sulla recidiva di cui all'articolo 99 c.p., comma 4, il giudice dell'esecuzione, ai sensi dell'articolo 666 c.p.p., comma 1, e in applicazione della Legge 11 marzo 1953, n. 87, articolo 30, comma 4, potra' affermare la prevalenza della circostanza attenuante, sempreche' una simile valutazione non sia stata esclusa nel merito dal giudice della cognizione, secondo quanto risulta dal testo della sentenza irrevocabile; per effetto della medesima sentenza della Corte costituzionale n. 251 del 2012, e' compito del pubblico ministero, ai sensi degli articoli 655, 656 e 666 c.p.p., di richiedere al giudice dell'esecuzione l'eventuale rideterminazione della pena inflitta all'esito del nuovo giudizio di comparazione

Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 14 ottobre 2014, n. 42858 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. ESPOSITO Antonio – Consigliere Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Consigliere Dott. ZAMPETTI Umberto – Consigliere Dott. IPPOLITO Francesco...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 17 ottobre 2014, n. 22044. L'articolo 345 c.p.c., comma 3, nel subordinare l'ammissione di nuovi mezzi di prova in grado d'appello alla condizione che il collegio li ritenga indispensabili ai fini della decisione ovvero, in via alternativa, che la parte dimostri di non averli potuti proporre in primo grado per causa ad essa non imputabile, stabilisce sul piano generale il principio dell'inammissibilita' di mezzi di prova "nuovi", cioe' di mezzi di prova la cui ammissione non sia stata richiesta in precedenza. Il requisito dell'indispensabilita' prescritto dall'articolo 345, comma 3, cit. costituisce infatti un quidpluris rispetto a quello della rilevanza, cui l'articolo 184 c.p.c., comma 1, (nel testo, applicabile ratione temporis al giudizio in esame, anteriore alle modificazioni introdotte dal Decreto Legge 14 marzo 2005, n. 355, convertito in Legge 14 maggio 2005, n. 80) condiziona in via generale l'ammissione dei mezzi di prova, presupponendo che, in quanto di per se' sufficiente a provocare un ribaltamento della decisione, il mezzo istruttorio sia dotato di un'influenza causale piu' incisiva rispetto a quella che le prove dedotte o prodotte in primo grado hanno sulla decisione finale della controversia

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 17 ottobre 2014, n. 22044 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 20 ottobre 2014, n. 22154. Nessun risarcimento per l'infortunio in itinere se l'uso della propria autovettura non era «necessario». Il modo «normale» e più sicuro per spostarsi, infatti, è l'uso dei «mezzi pubblici», e laddove possibile anche l'utilizzo delle proprie gambe.

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 20 ottobre 2014, n. 22154   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. AMENDOLA Fabrizio...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 17 ottobre 2014, n. 22084. Lo sviluppo da parte del coniuge di un interesse per una diversa tipologia di vita sessuale, che aveva contribuito a causare la suddetta perdita di interesse sessuale nei confronti dell'altro coniuge, può determinare l'addebito della separazione

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 17 ottobre 2014, n. 22084 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo –...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 ottobre 2014, n. 41191. Risponde di abuso di ufficio il carabiniere che suggerisce il nome di un avvocato al soggetto arrestato.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V PENALE sentenza 3 ottobre 2014, n. 41191   Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata veniva confermata la sentenza del Tribunale di Cagliari del 30/11/2012, con la quale R.S. era ritenuto responsabile del reato continuato di cui agli artt. 323 e 479 cod. pen., commesso fino al 13/04/2007, quale...