Articolo

Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 17 ottobre 2014, n. 43459. Responsabilità penale per il datore che non elimini attrezzature pericolose per i lavoratori. Il principio vale anche se lo strumento che ha causato l'infortunio sia stato lasciato dalla precedente società andata via

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 17 ottobre 2014, n. 43459   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIRENA Pietro A. – Presidente Dott. FOTI Giacomo – Consigliere Dott. MASSAFRA Umberto – Consigliere Dott. CIAMPI Francesco – Consigliere Dott....

Articolo

Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 23 ottobre 2014, n. 44106. Chi utilizza macchinari pericolosi non solo deve essere istruito sulle attività di propria pertinenza, ma deve sapere fino a dove può spingersi in caso di anomalie e, dunque, «ciò da cui astenersi, proprio perché ad altri riservato». Un alto numero di infortuni, infatti, si verifica proprio perché questo confine non è ben chiaro ai dipendenti

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 23 ottobre 2014, n. 44106 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. CIAMPI Francesco Maria – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – rel. Consigliere...

Articolo

Corte di cassazione, sezione VI, sentenza 15 ottobre 2014, n. 43170. La sussistenza dai gravi indizi va presunta dai documenti che le convenzioni indicano e che devono essere allegati alla domanda, sulla base di una procedura "semplificata" – rispetto a quanto previsto dall'articolo 705 c.p.p., comma 1, – che trova la sua giustificazione nel reciproco riconoscimento di una comune cultura giuridica e di un rapporto di affidabilita' tra Stati che sottoscrivono una comune convenzione in cui e' preventivamente operata una scelta in ordine all'effettivo riconoscimento del diritto ad un "processo giusto" in favore dell'estradando. In tali casi, tuttavia, l'esame non dovra' limitarsi alla verifica dell'avvenuta trasmissione dei documenti ovvero ad un controllo meramente formale, in quanto la presunzione di sussistenza dei gravi indizi puo' risultare superata quando i fatti allegati appaiano del tutto inconciliabili con essa: l'esame dovra' essere condotto accertando che dalla documentazione trasmessa risultino evocate le ragioni per le quali si ritiene probabile che l'estradando abbia commesso il reato oggetto dell'estradizione. In questo modo, a differenza di quanto accade per il regime previsto dall'articolo 705 c.p.p., comma 1, la parte richiesta non deve ne' valutare autonomamente tale presupposto, ne' rielaborare criticamente il materiale trasmesso

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 15 ottobre 2014, n. 43170 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GARRIBBA Tito – Presidente Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. FIDELBO G. – rel. Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. PATERNO’...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 15 ottobre 2014, n. 21847. Il titolare di un marchio, dopo aver contrassegnato il suo prodotto ed averlo immesso sul mercato, ovvero dopo aver consentito (attraverso, ad esempio, un contratto di licenza) che altri vi apponesse il segno e lo commercializzasse, non puo' impedire che il cessionario ne usi secondo le proprie scelte ne' puo' opporsi alla circolazione in Italia del prodotto precedentemente messo in commercio da lui stesso (o da soggetti a cio' legittimati) in un paese dell'Unione Europea (verificandosi, in tal caso, il fenomeno del cosiddetto esaurimento del marchio), ma puo', per converso, opporsi all'importazione di prodotti provenienti da un paese extracomunitario e contrassegnati (anche legittimamente) con il suo marchio, sempre che egli, ovvero altro soggetto da lui legittimato, dopo aver contrassegnato il suo prodotto ed averlo immesso sul mercato, non abbia consentito alla introduzione ulteriore di quei beni nel mercato europeo

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 15 ottobre 2014, n. 21847 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – rel. Consigliere Dott....

Cassazione, sentenza 15 ottobre 2014, n. 21854
Articolo

Cassazione, sentenza 15 ottobre 2014, n. 21854

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 15 ottobre 2014, n. 21854 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BURSESE Gaetano Antonio – Presidente Dott. PROTO Cesare Antonio – Consigliere Dott. PARZIALE Ippolisto – Consigliere Dott. PICARONI Elisa – rel. Consigliere...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 novembre 2014, n. 23432. L'art. 16 preleggi, nella parte in cui subordina alla condizione di reciprocità l'esercizio dei diritti civili da parte dello straniero, pur essendo tuttora vigente, dev'essere interpretato in modo costituzionalmente orientato, alla stregua dell'art. 2 Cost., che assicura tutela integrale ai diritti inviolabili. Pertanto allo straniero, che sia o meno residente in Italia, è sempre consentito (a prescindere da qualsiasi condizione di reciprocità) domandare al giudice italiano il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale derivato dalla lesione di diritti inviolabili della persona (quali il diritto alla salute e ai rapporti parentali o familiari), avvenuta in Italia, sia nei confronti del responsabile del danno, sia nei confronti degli altri soggetti che per la legge italiana, siano tenuti a risponderne, ivi compreso l'assicuratore della responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli od il Fondo di garanzia per le vittime della strada

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 4 novembre 2014, n. 23432   Motivi della decisione Con la prima doglianza, deducendo la violazione e la falsa applicazione degli artt. 2 della Costituzione, 16 delle preleggi, parte ricorrente ha censurato la sentenza impugnata nella parte in cui la Corte di Appello ha trascurato che l’art.16 delle...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 ottobre 2014, n. 43314. Reati contro l'onore: pur essendo indubbia la terminologia volgare e ineducata delle specifiche parole ricomprese nella frase contestata, l'inequivoco riferimento non già al destinatario, bensì a chi profferisce, esclude l'assenza di offesa alla dignità altrui e, dunque, la stessa sussistenza del reato contestato

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 ottobre 2014, n. 43314 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. ANDREAZZA Gastone – rel. Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA...