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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 23 febbraio 2015, n. 7961. Qualificata come nullità a regime intermedio l'omesso avviso della facoltà dell'indagato di farsi assistere da un difensore di fiducia per il compimento dell'alcoltest. È applicabile a tale ipotesi di nullità la disciplina dell'art. 182, 2° co., c.p.p., ma "parte" non può considerarsi l'indagato o l'imputato, bensì solo il difensore (o il pubblico ministero)

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 23 febbraio 2015, n. 7961 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. ZOSO Liana Maria T. – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – rel....

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 23 febbraio 2015, n. 7912. Fissata, nuovamente, la linea di confine tra disturbo derivante da rumori eccessivi e disturbo prodotto attraverso l'esercizio di mestieri rumorosi, ipotesi costituenti i reati rispettivamente del primo e secondo comma dell'art. 659 c.p.. Chiarita anche la differenza con l'illecito amministrativo previsto dalle legge n. 447 del 1995

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 23 febbraio 2015, n. 7912 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – rel. Consigliere Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. ANDRONIO...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 marzo 2015, n. 9957. L'elemento materiale del reato previsto dall'art. 651 cod. pen. consiste nel rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità e non nella mancata esibizione di un documento, che costituisce violazione degli artt. 4, comma secondo, T.U.L.P.S. e 294 del relativo regolamento: pertanto, l'indicazione orale delle proprie generalità è sufficiente ad escludere il reato

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 marzo 2015, n. 9957 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 26.6.2013, il Tribunale di Messina in composizione monocratica condannava D.M.D. alla pena di 150,00 euro di ammenda per essersi rifiutato di fornire ai Carabinieri del R.O.N.R. di quella città i propri documenti e le proprie generalità,...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 9 marzo 2015, n. 4656. In materia di contratto di locazione di immobili destinati ad uso non abitativo, in relazione alla libera determinabilità convenzionale del canone locativo, la clausola che prevede la determinazione del canone in misura differenziata e crescente per frazioni successive di tempo nell'arco del rapporto, ovvero prevede variazioni in aumento in relazione ad eventi oggettivi predeterminati (del tutto diversi e indipendenti rispetto alle variazioni annue del potere d'acquisto della moneta), deve ritenersi legittima ex artt. 32 e 79 della legge sull'equo canone, salvo che non costituisca un espediente diretto a neutralizzare gli effetti della svalutazione monetaria». Nel caso in esame, invece, l'aggiornamento in misura del 100 per cento dell'indice ISTAT e l'esclusione della necessità della previa richiesta da parte del locatore costituivano – come emerge dalla sentenza in esame – sono esempi di clausole in contrasto con gli artt. 32 e 79 della legge n. 392 del 1978.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 9 marzo 2015, n. 4656 Svolgimento del processo È stata depositata la seguente relazione: 1. R.M., sulla premessa di aver locato un immobile, ad uso commerciale, alla TG s.r.l., con ricorso al Tribunale di Frosinone chiese che la società conduttrice fosse condannata a corrisponderle l’aggiornamento del canone nella...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 9 gennaio 2015, n. 171. Il termine di decadenza stabilito a carico dell'ufficio tributario ed in favore del contribuente per l'esercizio del potere impositivo ha natura sostanziale e non appartiene a materia sottratta alla disponibilità delle parti, in quanto tale decadenza non concerne diritti indisponibili dello Stato alla percezione di tributi, ma incide unicamente sul diritto del contribuente a non vedere esposto il proprio patrimonio, oltre un certo limite di tempo, alle pretese del Fisco

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI ordinanza 9 gennaio 2015, n. 171 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IACOBELLIS Marcello – Presidente – Dott. DI BLASI Antonino – Consigliere – Dott. CARACCIOLO Giuseppe – Consigliere – Dott. COSENTINO...

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Consiglio di Stato, adunanza plenaria, ordinanza 4 marzo 2015, n. 2. È sollevata questione di legittimità costituzionale degli artt. 106 c.p.a. e 395 e 396 c.p.c. in relazione agli artt. 117, co.1, 111 e 24 Cost nella parte in cui non prevedono un diverso caso di revocazione della sentenza quando ciò sia necessario, ai sensi dell'art. 46 par. 1, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, per conformarsi ad una sentenza definitiva della Corte europea dei diritti dell'uomo

CONSIGLIO DI STATO ADUNANZA PLENARIA ORDINANZA 4 marzo 2015, n. 2 ORDINANZA sul ricorso numero di registro generale 22 di A.P. del 2014, proposto da: Stefania Staibano, Caterina Andrianou, Daniela Palmieri, Maria Erennia Vitullo, Rosa Imperatore, Federico Toni, Tullio Cafiero, Antonio Formato, Silvana Lombardi, Paola Nappa, Donata Martellotta, Maurizio Lo Presti, Fausta Micanti, Daniela Mattera,...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 17 febbraio 2015, n. 3136. La fase dell'opposizione ai sensi del comma 51 dell'articolo 1 della legge 92/2012

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 17 febbraio 2015, n. 3136 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – rel. Presidente Dott. AMOROSO Giovanni – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. LORITO Matilde – Consigliere Dott. TRICOMI Irene...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 17 febbraio 2015, n. 3138. La delibera di esclusione del socio lavoratore di cooperativa di produzione e lavoro non costituisce di per sé atto idoneo alla risoluzione del rapporto di lavoro; la collaborazione autonoma o il rapporto di lavoro subordinato con la cooperativa, infatti, possono ben proseguire dopo l'esclusione dalla compagine sociale attesa l'autonomia dei due rapporti (principio enunciato in relazione a fattispecie anteriore all'entrata in vigore della legge 30/2003)

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 17 febbraio 2015, n. 3138 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. DE MARINIS Nicola...