Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 28 maggio 2015, n. 22933 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BEVERE Antonio – Presidente Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – rel. Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. POSITANO...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 maggio 2015, n. 22526. Non è la mera posizione sovraordinata e di supremazia, sempre connaturata alla qualifica di pubblico ufficiale in ragione della qualità rivestita o della funzione svolta, a integrare il delitto di concussione soltanto perché la controparte, per motivazioni a se interne, venga comunque ad avvertire uno state di soggezione, ciò perché, ai fini dell’integrazione di tale illecito, è necessario che la condotta abusiva del pubblico ufficiale divenga positivamente concreta, nel senso che la vittima deve essere posta nella condizione di percepirne l’effettiva portata intimidatoria e costrittiva, idonea a ingenerare in lei il timore di un danno contra ius, in caso di mancata adesione alla richiesta d’indebito che gli viene rivolta
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 28 maggio 2015, n. 22526 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 28 maggio 2015, n. 22471. Per i delitti di cui all’articolo 73 del Dpr 9 ottobre 1990 n. 309, l’aumento di pena calcolato a titolo di continuazione per i reatisatellite in relazione alle droghe leggere deve essere oggetto di specifica rivalutazione da parte dei giudici di merito, alla luce della più favorevole cornice edittale applicabile per tali violazioni, a seguito della sentenza n. 32 del 2014 della Corte costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli articoli 4 bis e 4 vicies ter della legge 21 febbraio 2006 n. 49, di conversione del decreto legge 30 dicembre 2005 n. 272, ed ha così determinato, in merito, la reviviscenza della più favorevole disciplina anteriore vigente
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 28 maggio 2015, n. 22471 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. CHIEFFI Severo – Consigliere Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. AMORESANO Silvio –...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 22 maggio 2015, n. 10684. Le disposizioni normative in tema di limiti di velocità consentono all’ente proprietario della strada di ridurre i limiti di velocità (o di elevarli) fissati dal Ministero nel caso in cui, date le condizioni del manto stradale e/o della tipologia di tratto interessato (urbano, extraurbano, autostradale ecc.), sia opportuno fissare limiti diversi
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 22 maggio 2015, n. 10684 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 2 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BIANCHINI Bruno – Presidente Dott. PROTO Cesare Antonio – rel. Consigliere Dott. MANNA Felice – Consigliere Dott. FALASCHI Milena –...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 maggio 2015, n. 10546. In tema di esecuzione specifica dell’obbligo di concludere un contratto
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 maggio 2015, n. 10546 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. SPIRITO Angelo – Consigliere Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. STALLA Giacomo Maria – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 maggio 2015, n. 10526. La responsabilità del prestatore d’opera intellettuale nei confronti del proprio cliente per negligente svolgimento dell’attività professionale presuppone la prova del danno e del nesso causale tra la condotta del professionista ed il pregiudizio del cliente. Qualora si tratti dell’attività dell’avvocato, l’affermazione della responsabilità per colpa professionale implica una valutazione prognostica positiva circa il probabile esito favorevole dell’azione giudiziale che avrebbe dovuto essere proposta e diligentemente seguita; tale giudizio, da compiere sulla base di una valutazione necessariamente probabilistica, è riservato al giudice di merito, con decisione non sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata ed immune da vizi logici
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 maggio 2015, n. 10526 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. STALLA Giacomo Maria – Consigliere Dott. BARRECA Giuseppina Luciana – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 19 maggio 2015, n. 10233. La durata ragionevole delle procedure fallimentari può essere stimata in cinque anni per quelle di media complessità, ed è elevabile fino a sette anni allorquando il procedimento si presenti notevolmente complesso; ipotesi, questa, ravvisabile in presenza di un numero elevato di creditori, di una particolare natura o situazione giuridica dei beni da liquidare (partecipazioni societarie, beni indivisi ecc.), della proliferazione di giudizi connessi alla procedura, ma autonomi e quindi a loro volta di durata condizionata dalla complessità del caso, oppure della pluralità delle procedure concorsuali interdipendenti
Suprema Corte di Cassazione sezione VI civile sentenza 19 maggio 2015, n. 10233 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 2 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETITTI Stefano – rel. Presidente – Dott. MANNA Felice – Consigliere – Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere – Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 giugno 2015, n. 24342. Il delitto di cui all’art. 609 quater, a differenza dell’ipotesi di cui all’art. 609 bis, in generale, punisce chiunque compia atti sessuali con persona minore, anche se consenziente, senza che assumano rilievo la concreta lesione della libertà sessuale della vittima ed il suo successivo corretto sviluppo psicofisico. In sostanza, tale fattispecie prescinde dalla concreta soggezione della persona offesa, assegnando rilevanza (nei n. 1) al mero dato dell’età, (nei n. 2) al dato formale della relazione esistente tra l’agente ed il minore e (nel 2 comma) all’abuso dei poteri connessi ad una delle posizioni qualificate dell’agente, rispetto al minore
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 8 giugno 2015, n. 24342 Ritenuto in fatto Vicenda processuale e provvedimento impugnato – Il ricorrente è stato accusato di avere violato gli artt. 609 quater e 600 ter c.p. ponendo in essere atti sessuali con una minore quattordicenne che gli era stata affidata per ragioni di cura,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 giugno 2015, n. 11890. In tema di dichiarazione dello stato di adottabilità, l’ascolto del minore di almeno dodici anni, e anche di età minore ove capace di discernimento, costituisce una modalità tra le più rilevanti di riconoscimento del suo diritto fondamentale ad essere informato e ad esprimere le proprie opinioni nei procedimenti che lo riguardano, nonché elemento di primaria importanza nella valutazione del suo interesse
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 9 giugno 2015, n. 11890 Ritenuto in fatto Con sentenza n. 21/13, depositata il 5.12.2013, il Tribunale per i Minorenni di Potenza dichiarava lo stato di adottabilità del minore C.A. , in conseguenza della ritenuta sussistenza di una situazione di abbandono del medesimo, ai sensi degli artt. 8...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 7 maggio 2015, n. 2291. L’in house providing, così come costruito dalla giurisprudenza comunitaria, rappresenta, prima che un modello di organizzazione dell’amministrazione, un’eccezione alle regole generali del diritto comunitario, le quali richiedono che l’affidamento degli appalti pubblici avvenga mediante la gara
Consiglio di Stato, Sezione 3 sezione III sentenza 7 maggio 2015, n. 2291 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 10173 del 2014, proposto da: Ma. S.r.l., rappresentata e difesa dagli avv. Si.Bo. ed altri,...