Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 ottobre 2013 n. 43292[1] L’elusione dell’esecuzione di un provvedimento del giudice civile che riguardi l’affidamento di minori può concretarsi in un qualunque comportamento da cui derivi la ‘frustrazione’ delle legittime pretese altrui, ivi compresi gli atteggiamenti di mero carattere omissivo, quando questi siano finalizzati...
Categoria: Corte di Cassazione
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 ottobre 2013, n. 23919. Non opera la presunzione di responsabilità di cui all’art. 2051 c.c. quando il conducente del motorino a conoscenza dell’esistenza di buche, ben avrebbe potuto evitarle. In seguito a tale conoscenza gravava su di lui la prova della non visibilità e non prevedibilità. Detto onere non è stato da lui adempiuto
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 ottobre 2013, n. 23919 Svolgimento del processo R.D.G. convenne in giudizio, dinanzi al Tribunale di Roma, il Comune della stessa città esponendo che, mentre era alla guida del proprio ciclomotore, era caduto e si era ferito a causa di una buca presente sul manto stradale, non...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 23 ottobre 2013 n. 24033. La Usl può interrompere la somministrazione gratuita della cura (terapia Dikul) a cui è stata condannata con provvedimento del tribunale – “per tutto il tempo necessario dal punto di vista riabilitativo” – una volta accertato che il proseguimento delle cure non avrebbe apportato ulteriori miglioramenti al quadro fisico
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 23 ottobre 2013 n. 24033[1] In base al principio di efficacia enunciato dalla normativa in materia (D.Lgs. n. 502 deI 1992- art. 1, come modificato dal D.Lgs. n. 229-art.) i benefici conseguibili con la prestazione richiesta devono essere posti a confronto con l’incidenza terapeutica sulle...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 22 ottobre 2013, n. 23949. Nel rito del lavoro, proposta una domanda risarcitoria ex art. 414 c.p.c., la richiesta del risarcimento degli ulteriori danni maturati nel corso del processo e di una somma maggiore rispetto a quella inizialmente indicata in relazione ad un più ampio periodo temporale maturato nel corso dello svolgimento del giudizio, non comporta alcuna immutazione dei fatti posti a fondamento della domanda, non introducendo alcun nuovo tema di indagine sul quale la controparte non abbia potuto svolgere le proprie difese, né un ampliamento del tema sottoposto all’indagine del giudice, versandosi in tema di conseguenze risarcitorie dipendenti dall’unico fatto dedotto con il ricorso introduttivo e maturate in corso di causa, e non già di eventi provocati da circostanze diverse successive alla proposizione della domanda e sulle quali sarebbe necessaria un’ulteriore indagine in punto di fatto.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 22 ottobre 2013, n. 23949 Svolgimento del processo La Corte d’appello di Roma, confermando la sentenza di primo grado, ha rigettato la domanda di M.G..P. , diretta ad ottenere l’accertamento che gli atti e i comportamenti adottati nei suoi confronti dal Ministero per i beni culturali e ambientali...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 23 ottobre 2013 n. 24037. Quando il giustificato motivo oggettivo si identifica nella generica esigenza di riduzione di personale omogeneo e fungibile, non sono utilizzabili né il normale criterio della posizione lavorativa da sopprimere in quanto non più necessaria, né il criterio della impossibilità di repechage, in quanto tutte le posizioni lavorative sono equivalenti e tutti i lavoratori sono potenzialmente licenziabili
Il testo integrale [1] Quando il giustificato motivo oggettivo si identifica nella generica esigenza di riduzione di personale omogeneo e fungibile, non sono utilizzabili né il normale criterio della posizione lavorativa da sopprimere in quanto non più necessaria, né il criterio della impossibilità di repechage, in quanto tutte le posizioni lavorative sono equivalenti e tutti...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 22 ottobre 2013, n. 23892. La legge sull’adozione non intende sanzionare il comportamento dei genitori, ma si ispira alla tutela esclusiva dell’interesse del minore. Può condividersi l’affermazione per cui il minore stesso non può essere allontanato sempre e comunque dalla sua famiglia di origine, pur in presenza di gravi situazioni a rischio dei genitori, quali malattie mentali o tossicodipendenze; la permanenza o il ritorno del fanciullo in famiglia può peraltro verificarsi solo a condizione che tali situazioni siano risolvibili in tempi compatibili con quelli di crescita del minore oppure quando vi siano parenti che già abbiano assunto con lui rapporti significativi, in grado di svolgere una funzione genitoriale vicariante ed assicurare al minore stesso le condizioni morali e materiali per garantirgli un percorso di sviluppo corretto, sereno ed equilibrato
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 22 ottobre 2013, n. 23892 Svolgimento del processo Con sentenza in data 3/02/2011, il Tribunale per i Minorenni di Torino dichiarava lo stato di adottabilità del minore F.D.B. . Avverso tale sentenza ricorrevano in appello, con separati ricorsi, la madre del minore, A.I. , la nonna paterna, M.M....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 22 ottobre 2013, n. 23955. Le spese seguono la soccombenza si applica anche alla volontaria giurisdizione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 22 ottobre 2013, n. 23955 Svolgimento del processo M..S. , partecipante al condominio (omissis) , propone ricorso per cassazione avverso il decreto emesso in data 8.3.2007, col quale la Corte d’appello di Messina ha rigettato il reclamo contro il provvedimento del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, che...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 14 ottobre 2013, n. 5000. Gli accordi integrativi del contenuto discrezionale di provvedimenti non sono negozi di diritto privato, bensì contratti ad oggetto pubblico per i quali sussiste la giurisdizione esclusiva del Giudice amministrativo ai sensi art. 133, comma 1, lett. a), punto 2, c.p.a. (già art. 11, comma 5, della l. n. 241/1990)
La massima 1. Gli accordi integrativi del contenuto discrezionale di provvedimenti non sono negozi di diritto privato, bensì contratti ad oggetto pubblico per i quali sussiste la giurisdizione esclusiva del Giudice amministrativo ai sensi art. 133, comma 1, lett. a), punto 2, c.p.a. (già art. 11, comma 5, della l. n. 241/1990). Detti accordi costituiscono...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 ottobre 2013, n. 41831. In caso di impresa di rilevanti dimensioni e con numerosi cantieri in attività in diversi luoghi, al titolare di una posizione di garanzia è consentito trasferire, con atto scritto di delega espresso, inequivoco e certo, obblighi e compiti che alla stessa posizione ineriscono ad altro soggetto, non solo tecnicamente capace ed in possesso delle necessarie cognizioni tecniche, ma anche dotato dei relativi poteri decisionali e di intervento
La massima In caso di impresa di rilevanti dimensioni e con numerosi cantieri in attività in diversi luoghi, al titolare di una posizione di garanzia è consentito trasferire, con atto scritto di delega espresso, inequivoco e certo, obblighi e compiti che alla stessa posizione ineriscono ad altro soggetto, non solo tecnicamente capace ed in possesso...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 ottobre 2013, n. 23923. Opposizione a decreto ingiuntivo. L’omessa produzione della copia notificata del decreto ingiuntivo non è causa di improcedibilità dell’opposizione
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 ottobre 2013, n. 23923 Svolgimento del processo Con sentenza in data 01.11.1993, il Tribunale di Velletri dichiarava inammissibile l’opposizione proposta da A..M. avverso il decreto ingiuntivo di pagamento della somma di L. 7.259.000 emesso ad istanza della s.a.s. C.E.D. ’90 a titolo di corrispettivo di servizi di...