Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 giugno 2014, n. 13026 Fatto e diritto Rilevato che in data 11 dicembre 2013 è stata depositata relazione ex art. 380 bis che qui si riporta: 1. Il Tribunale di Siena ha dichiarato l’addebito della separazione dei coniugi D.F. e A.M. a carico del primo e ha...
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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 28 maggio 2014, n. 11991. Non può considerarsi prescritta la parcella dell'avvocato qualora l'onerato ammetta, sia pure implicitamente, in una raccomandata, di non aver estinto il debito o ne contesti l'entità
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 28 maggio 2014, n. 11991 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. NUZZO Laurenza – rel. Consigliere Dott. SAN GIORGIO Maria Rosaria – Consigliere Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 10 giugno 2014, n. 13037. Il requisito della specificità dell'atto di accertamento deve dirsi osservato per il tramite dell'indicazione del giorno e dell'ora, della natura della violazione, del tipo e della targa del veicolo, nonché della località del verificarsi del fatto, senza necessità di ulteriori indicazioni non indispensabili ad assicurare il diritto di difesa dell'incolpato e ciò, in quanto l'infrazione deve essere contestata in breve periodo di tempo, entro il quale può aversi ancora un collegamento mnemonico con il fatto ascritto, così che il soggetto è in grado, anche con la semplice indicazione della via, di sostenere e provare che la sua vettura non si trovava affatto in detta località. Ne consegue che erroneamente il Tribunale ha delimitato i confini applicativi delle norme in esame pretendendo – in disparte da qualunque ulteriore accertamento resosi eventualmente necessario a tenore delle difese sviluppate dal trasgressore (neppure riportate nella gravata decisione) – che la semplice omessa indicazione del numero civico o della intersezione stradale a presidio della quale sarebbe stato posto il semaforo – pur in presenza di tutti gli altri parametri identificativi della condotta – facesse venir meno la specificità della contestazione e, quindi, determinasse un vulnus alla difesa del preteso trasgressore
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 10 giugno 2014, n. 13037 “1. – Il Comune di Salussola ha proposto ricorso per la cassazione della sentenza n. 501/2011 del Tribunale di Biella con la quale era stato respinto l’appello del medesimo ente territoriale avverso la decisione del Giudice di Pace di Biella che aveva annullato,...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 6 giugno 2014, n. 12830. In tema di responsabilità medica, il professionista è soggetto a responsabilità per i danni alla salute anche quando derivano da un intervento compiuto con perizia ma sulla base di un consenso assente o viziato, per il solo fatto oggettivo di aver omesso informazioni di carattere medico al paziente sottoposto all’intervento chirurgico
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 6 giugno 2014, n. 12830 Svolgimento del processo 1. B.E. convenne, davanti al tribunale di Perugia, il Dott. L.L. chiedendone la condanna al risarcimento dei danni subiti a seguito di un intervento di chirurgia estetica volto alla rimozione di un tatuaggio sulla spalla. Il L. , costituitosi, contestò...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza del 6 maggio 2014, n. 9730. E’ legittima la dichiarazione di fallimento di una società che abbia presentato proposta di concordato, poi dichiarata inammissibile, anche in assenza della riconvocazione della stessa nella relativa udienza camerale, sempre che non si fondi su elementi nuovi ed ulteriori. Il sub-procedimento diretto alla declaratoria del fallimento si apre nell'ambito di una procedura unitaria nella quale il debitore ha già formalizzato il rapporto processuale innanzi al tribunale, il cui eventuale sbocco nella dichiarazione di fallimento deve essergli noto sin dal momento della proposizione della domanda di concordato, ed ancor più dopo aver preso conoscenza dell'emissione del decreto con cui il tribunale dichiara l'inammissibilità della proposta.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza del 6 maggio 2014, n. 9730 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: ha pronunciato la seguente: sentenza sul ricorso 8006/2012 proposto da: ALFA S.R.L. (C.F. (OMISSIS)), in persona del legale rappresentante pro tempore,...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 7 maggio 2014, n. 9895. Deve essere cassata con rinvio la sentenza della Corte d’Appello che erroneamente abbia assunto come provati i danni da immissioni ex art. 844 c.c. sulla base del comportamento processuale della società convenuta ai sensi e per gli effetti dell’art. 116 c.p.c.. La produzione di danni da vibrazioni rumorose intollerabili va provata in concreto e non in termini del tutto generici e sbrigativi, dovendosi invece dimostrare con rigore logico-giuridico la configurazione di un rapporto di causalità fra l’esistenza delle propagazioni ed il pregiudizio che da esse sarebbe derivato alla produzione industriale
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione II SENTENZA 7 maggio 2014, n. 9895 RITENUTO IN FATTO La Longhi Livio & C s.n.c. esponeva che: era proprietaria di un fabbricato facente parte di un complesso industriale denominato Le Foglie Due, nel quale era ubicato anche il capannone, di proprietà di Locat s.p.a., occupato da Cesana Germano s.n.c....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 10 giugno 2014, n. 13104. Confermata in Cassazione la valutazione della Corte di appello che ha fatto un uso del tutto prudenziale delle stime del patrimonio immobiliare del marito separato. La Corte distrettuale ha tenuto conto dell'attività di bed and breakfast svolta recentemente dalla moglie ma ha rilevato, sulla base degli accertamenti svolti dal C. T. U. , la variabilità e la relativa modestia dei redditi percepiti. Ha messo a confronto i redditi pensionistici dei due ex coniugi che divergono in proporzione di 1 a 5 a favore del marito. Sulla base di queste valutazioni, oltre che della durata del matrimonio (contratto nel 1970), della dedizione della moglie al lavoro domestico e alla cura ed educazione dei figli, la Corte di appello è pervenuta alla conclusione della attendibilità ed equità della determinazione dell'assegno divorzile effettuata dal giudice di primo grado
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 10 giugno 2014, n. 13104 Rilevato che in data 28 novembre 2013 è stata depositata relazione ex art. 380 bis che qui si riporta senza modifiche sostanziali: 1. Il Tribunale di Roma, con sentenza n. 15966/2008, a definizione del giudizio di divorzio, ha determinato in 1.200 euro mensili...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 maggio 2014, n. 10133. Avverso l’ordinanza di accoglimento o rigetto dell’impugnazione del licenziamento, introdotta dall’art. 1, comma 49, l. 28 giugno 2012 n. 92 (Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita – c.d. ‘Riforma Fornero’), è previsto non l’appello, bensì l’opposizione davanti allo stesso giudice, come previsto dall’art. 1, comma 51, della stessa legge. Soltanto contro la sentenza resa a seguito di questa opposizione è ammessa l’impugnazione, a mezzo di reclamo, innanzi alla Corte d’appello. Di conseguenza, contro l’ordinanza ex art. 1, comma 49, l. n. 92/2012, non è applicabile il ricorso per saltum, previsto dall’art. 360, comma 2, c.p.c., poiché questo è contemplato solo in relazione ad una sentenza appellabile
CORTE DI CASSAZIONE sezione lavoro SENTENZA 9 maggio 2014, n. 10133 Ritenuto in fatto Con ordinanza dell’8.7.2013, resa ai sensi della L. n. 92 del 2012, art. 1, comma 49, il Tribunale di Civitavecchia rigettò il ricorso proposto da D.O.A. nei confronti della Holding Civitavecchia Servizi srl in liquidazione e volto al riconoscimento dell’illegittimità del...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 6 giugno 2014, n. 12833. Il Comune è direttamente responsabile allorquando l'evento dannoso risulti come nella specie da ascriversi alla condotta colposa del terzo prestatore (nel caso, vigilatrice) della cui attività si è comunque avvalso per l'adempimento delle prestazioni ricreative oggetto dello contratto stipulato con i genitori del minore affidato al centro estivo comunale, essendo tenuto al risarcimento dei danni dal minore sofferti in conseguenza del comportamento colposo per negligente mantenimento da parte della vigilante della condotta dovuta
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 6 giugno 2014, n. 12833 Svolgimento del processo Con sentenza del 26/3/2008 la Corte d’Appello di Torino, respinti quelli in via incidentale spiegati dalla società Ace European Group Ltd e dalla Coopera Uisp s.c.a.r.l., in parziale accoglimento dei gravami interposti dai sigg. P.F. e L.B.C. – in proprio...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 4 aprile 2014, n. 8006. Relativamente alla condanna del datore di lavoro per licenziamento illegittimo, disposta, ex art. 18 della L. n. 300 del 1970, nella misura delle retribuzioni spettanti nel "triennio post recesso", tale periodo segna di norma un limite oltre il quale l'eziologia della inoccupazione non è automaticamente riferibile più al licenziamento, ove non si oppongano condizioni di mercato specifiche o qualità soggettive del dipendente e pertanto essa è da considerarsi congrua
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Sentenza 4 aprile 2014, n. 8006 Svolgimento del processo La Corte di Appello di Roma con sentenze rispettivamente non definitiva e definitiva, riformando in parte la sentenza del Tribunale di Roma, nel dichiarare l’illegittimità del licenziamento intimato al dott. P.V. dall’Ospedale pediatrico Bambin Gesù, di cui era dipendente quale...