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In caso di impugnazione da parte dell’attore della sentenza di rigetto della domanda, la devoluzione al giudice del gravame della domanda in garanzia nei confronti del chiamato da parte del convenuto/appellato, non decisa perché condizionata all’accoglimento della pretesa principale, non richiede la proposizione di appello incidentale, essendo sufficiente la mera riproposizione ai sensi dell’art. 346 c.p.c. Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 19 aprile 2016, n. 7700.

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 19 aprile 2016, n. 7700 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Primo Presidente f.f. Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente di Sez. Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. SPIRITO Angelo –...

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Il c.d. travisamento della prova, consistente nella presenza in motivazione di un’informazione rilevante inesistente nel processo o nell’omissione della valutazione di una prova decisiva apre le porte ad un giudizio che, comunque, rimane improntato alla sola legittimità della motivazione e non anche ad una rilettura nel merito degli elementi posti a sostegno della decisione. Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 28 aprile 2016, n. 17656.

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 28 aprile 2016, n. 17656 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza resa in data 14/6/2012, il Tribunale di Messina ha condannato B.G. alla pena di giustizia, oltre al risarcimento dei danni in favore della parte civile costituita (in solido con il responsabile civile), in relazione al reato di...

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La nozione di quasi flagranza deve essere rigorosamente interpretata tenendo presente che, in generale, essa è configurabile tutte le volte in cui sia possibile stabilire un particolare nesso tra il soggetto ed il reato, il quale presuppone un rapporto di contestualità tra la condotta in cui si sostanzia l’illecito ed il fatto percettivo dell’ufficiale o agente di pg che interviene procedendo all’arresto. Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 22 aprile 2016, n. 17015.

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza  22 aprile 2016, n. 17015 Ritenuto in fatto 1. Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Savona ricorre avverso l’ordinanza in data 23 novembre 2015 con la quale il Tribunale di Savona in composizione monocratica non convalidava l’arresto eseguito nei confronti di S.G. in relazione al reato...

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La presentazione di una dichiarazione di successione contenente indicazioni difformi dal vero integra gli estremi del delitto di falsità ideologica in atto pubblico poiché essa contiene autocertificazioni che, a monte, obbligano il privato a dichiarare il vero. Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 27 aprile 2016, n. 17206.

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 27 aprile 2016, n. 17206 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza emessa in data 7.11.2014 la Corte d’Appello di Perugia, in parziale riforma della sentenza emessa in data.28-5-2013 dal G.u.p. del locale Tribunale nei confronti di S.D. e S.G. , dichiarava la nullità della sentenza impugnata, relativamente alla...

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Per ottenere la condanna al pagamento di una somma determinata, l'attore deve provare non solo l'esistenza ma anche l'ammontare del credito. Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 28 aprile 2016, n. 8463.

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 28 aprile 2016, n. 8463 Considerato in fatto C.A.M., A.F.M. ed A.C., tutti quali eredi dell’Avv. G.A.G. adivano nel 1999 il Tribunale di Palermo citando la Società Cooperativa Stella Polare per ottenerne la condanna al pagamento della somma di £. 180milioni quale saldo per l’attività professionale svolta dal...

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Ai sensi dell’art. 1108, terzo comma, cod. civ. (applicabile al condominio in virtù del rinvio operato dall’art. 1139 cod. civ.), è richiesto il consenso di tutti i comunisti – e, quindi, della totalità dei condomini – per gli atti di alienazione del fondo comune, o di costituzione su di esso di diritti reali, o per le locazioni ultranovennali, con la conseguenza che tale consenso è necessario anche per la transazione che abbia ad oggetto i beni comuni, potendo essa annoverarsi, in forza dei suoi elementi costitutivi (e, in particolare, delle reciproche concessioni), fra i negozi a carattere dispositivo. Pertanto, non rientra nei poteri dell’assemblea condominiale – che decide con il criterio delle maggioranze – autorizzare l’amministratore del condominio a concludere transazioni che abbiano ad oggetto diritti comuni; nella fattispecie in esame però non si versa nelle ipotesi di cui all’art. 1108, terzo comma, cod. civ., perché la transazione riguarda compensi professionali per l’attività svolta dall’ingegnere nell’interesse del condominio, per avere questi curato la pratica volta ad ottenere i benefici di cui alla legge n. 219 del 1981 per il ristoro dei danni subiti dall’intero edificio condominiale: oggetto della transazione era quindi un mero diritto obbligatorio e non certo un diritto reale dei partecipanti al condominio (uti domini o uti condomini). Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 13 aprile 2016, n. 7201.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 13 aprile 2016, n. 7201 Fatto e diritto Ritenuto che il consigliere designato ha depositato, in data 20 luglio 2015, la seguente proposta di definizione, ai sensi dell’art. 380-bis cod. proc. civ.: “I.G. , condomino del Condominio di (omissis), ha impugnato, con ricorso in data 2 aprile 2005,...

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È discriminatorio il licenziamento della lavoratrice che ha manifestato il proposito di sottoporsi all’estero a pratiche di inseminazione artificiale. Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 aprile 2016, n. 6575.

SUPREMA CORTE  DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO  sentenza 5 aprile 2016, n. 6575 Fatto e diritto Con ricorso dei 15.3.2007 S.S. agiva nei confronti dell’avvocato C.L.G. davanti al Tribunale di Roma , quale Giudice dei Lavoro, chiedendo accertarsi la intercorrenza tra le parti di un rapporto di lavoro subordinato nel periodo 6 settembre 1993- 27 settembre...

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Per procedere a prelievo ematico in caso di sinistro stradale, ex art. 186, comma 5, cod. strad., non occorre il consenso dell'interessato, posto che la ratio della norma è quella di ottenere informazioni utili per la verifica di uno stato di ebbrezza alcolica del conducente rimasto coinvolto in un incidente stradale. Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 13 aprile 2016, n. 15329

SUPREMA CORTE  DI CASSAZIONE SEZIONE IV sentenza 13 aprile 2016, n. 15329 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza n.92/15 del 21/04/2015, la Corte di Appello di Torino confermava la sentenza del Tribunale di Alessandria in data 09/12/2013 con la quale R.F. , all’esito del giudizio abbreviato, veniva dichiarato responsabile del reato a lui ascritto ed...