In tema di esecuzione di pene detentive brevi, ai fini della sospensione dell’ordine di esecuzione correlata ad un’istanza di affidamento in prova ai servizi sociali ai sensi dell’articolo 47 Ord. Pen., comma 3-bis, il limite edittale cui il pubblico ministero deve fare riferimento per l’emissione dell’ordine di carcerazione
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In tema di esecuzione di pene detentive brevi, ai fini della sospensione dell’ordine di esecuzione correlata ad un’istanza di affidamento in prova ai servizi sociali ai sensi dell’articolo 47 Ord. Pen., comma 3-bis, il limite edittale cui il pubblico ministero deve fare riferimento per l’emissione dell’ordine di carcerazione

Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 15 marzo 2018, n. 11916. In tema di esecuzione di pene detentive brevi, ai fini della sospensione dell’ordine di esecuzione correlata ad un’istanza di affidamento in prova ai servizi sociali ai sensi dell’articolo 47 Ord. Pen., comma 3-bis, il limite edittale cui il pubblico ministero deve fare riferimento...

Si e’ in presenza di un fatto di riciclaggio ogni qualvolta il singolo, ricevuta una somma di denaro provento di reato, lo reimpiega mediante versamento su conti correnti bancari intestati a proprio nome con l’intento di mascherare l’effettiva provenienza dello stesso
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Si e’ in presenza di un fatto di riciclaggio ogni qualvolta il singolo, ricevuta una somma di denaro provento di reato, lo reimpiega mediante versamento su conti correnti bancari intestati a proprio nome con l’intento di mascherare l’effettiva provenienza dello stesso

Corte di Cassazione, sezione seconda penale, sentenza 15 marzo 2018, n. 11836. Si e’ in presenza di un fatto di riciclaggio ogni qualvolta il singolo, ricevuta una somma di denaro provento di reato, lo reimpiega mediante versamento su conti correnti bancari intestati a proprio nome con l’intento di mascherare l’effettiva provenienza dello stesso e con...

Risponde ad una precisa esigenza di chiarezza l’inserimento della specificazione “anche senza convivenza” in quest’ultima norma, che prevede l’aggravamento del reato di violenza sessuale di cui all’articolo 609-bis c.p. se vi e’ o vi e’ stata relazione affettiva fra l’agente e la persona offesa.
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Risponde ad una precisa esigenza di chiarezza l’inserimento della specificazione “anche senza convivenza” in quest’ultima norma, che prevede l’aggravamento del reato di violenza sessuale di cui all’articolo 609-bis c.p. se vi e’ o vi e’ stata relazione affettiva fra l’agente e la persona offesa.

Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 14 marzo 2018, n. 11604. Risponde ad una precisa esigenza di chiarezza l’inserimento della specificazione “anche senza convivenza” in quest’ultima norma, che prevede l’aggravamento del reato di violenza sessuale di cui all’articolo 609-bis c.p. se vi e’ o vi e’ stata relazione affettiva fra l’agente e la persona...

Dopo l’intervento della Corte Costituzionale con la sentenza n. 106 del 2010 i praticanti avvocati non possono essere nominati difensori d’ufficio.
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Dopo l’intervento della Corte Costituzionale con la sentenza n. 106 del 2010 i praticanti avvocati non possono essere nominati difensori d’ufficio.

Corte di Cassazione, sezione quarta penale, sentenza 16 marzo 2018, n. 12247. Dopo l’intervento della Corte Costituzionale con la sentenza n. 106 del 2010 i praticanti avvocati non possono essere nominati difensori d’ufficio. Sentenza 16 marzo 2018, n. 12247 Data udienza 15 febbraio 2018 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI...

La “partecipazione” al reato di violenza sessuale di gruppo non e’ limitata al compimento, da parte del singolo, di un’attivita’ tipica di violenza sessuale, ma ricomprende qualsiasi condotta partecipativa, tenuta in una situazione di effettiva presenza non da mero “spettatore”
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La “partecipazione” al reato di violenza sessuale di gruppo non e’ limitata al compimento, da parte del singolo, di un’attivita’ tipica di violenza sessuale, ma ricomprende qualsiasi condotta partecipativa, tenuta in una situazione di effettiva presenza non da mero “spettatore”

Corte di Cassazione, sezione terza penale, sentenza 13 marzo 2018, n. 11036. La “partecipazione” al reato di violenza sessuale di gruppo non e’ limitata al compimento, da parte del singolo, di un’attivita’ tipica di violenza sessuale, ma ricomprende qualsiasi condotta partecipativa, tenuta in una situazione di effettiva presenza non da mero “spettatore”, sia pure compiacente,...

L’eventuale nullità dell’avviso di accertamento non determina l’inutilizzabilità ai fini penali dell’avviso stesso e degli atti su cui si fonda
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L’eventuale nullità dell’avviso di accertamento non determina l’inutilizzabilità ai fini penali dell’avviso stesso e degli atti su cui si fonda

Corte di Cassazione, sezione terza penale, sentenza 14 marzo 2018, n. 11570. L’eventuale nullità dell’avviso di accertamento non determina l’inutilizzabilità ai fini penali dell’avviso stesso e degli atti su cui si fonda in quanto le patologie dell’atto impositivo si esauriscono nell’ambito del rapporto giuridico tributario e non incidono sull’attitudine dell’atto a veicolare nel processo penale...

Corte di Cassazione, sezione sesta penale, sentenza 13 marzo 2018, n. 11371. Il giudice del merito non è tenuto a verificare dell’impossibilità da parte del reo di adempiere gli obblighi risarcitori o restitutori cui sia in ipotesi subordinata la concessione della sospensione condizionale della pena
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Corte di Cassazione, sezione sesta penale, sentenza 13 marzo 2018, n. 11371. Il giudice del merito non è tenuto a verificare dell’impossibilità da parte del reo di adempiere gli obblighi risarcitori o restitutori cui sia in ipotesi subordinata la concessione della sospensione condizionale della pena

Corte di Cassazione, sezione sesta penale, sentenza 13 marzo 2018, n. 11371. Il giudice del merito non è tenuto a verificare dell’impossibilità da parte del reo di adempiere gli obblighi risarcitori o restitutori cui sia in ipotesi subordinata la concessione della sospensione condizionale della pena. Tale accertamento lo dovrà effettuare il giudice dell’esecuzione in tempo...

La colpevolezza e l’imputabilità agiscono su piani diversi, poiché la seconda costituisce il presupposto non solo logico e giuridico, ma anzitutto naturalistico della prima.
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La colpevolezza e l’imputabilità agiscono su piani diversi, poiché la seconda costituisce il presupposto non solo logico e giuridico, ma anzitutto naturalistico della prima.

Corte di Cassazione, sezione quarta penale, sentenza del 16 marzo 2018, n.12244. La colpevolezza e l’imputabilità agiscono su piani diversi, poiché la seconda costituisce il presupposto non solo logico e giuridico, ma anzitutto naturalistico della prima. Pertanto, i due concetti sono fra loro indipendenti e l’indagine sulla colpevolezza, presupponendo il superamento logico di quella sulla...

Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 13 marzo 2018, n. 11313. Ai fini dell’ammissione ai benefici penitenziari del soggetto che abbia riportato condanna per reati inclusi nell’elencazione dell’articolo 4-bis, comma 1-bis, dell’ordinamento penitenziario
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Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 13 marzo 2018, n. 11313. Ai fini dell’ammissione ai benefici penitenziari del soggetto che abbia riportato condanna per reati inclusi nell’elencazione dell’articolo 4-bis, comma 1-bis, dell’ordinamento penitenziario

Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 13 marzo 2018, n. 11313. Ai fini dell’ammissione ai benefici penitenziari del soggetto che abbia riportato condanna per reati inclusi nell’elencazione dell’articolo 4-bis, comma 1-bis, dell’ordinamento penitenziario, non è applicabile in favore del richiedente il principio del ragionevole dubbio quale criterio guida per individuare la situazione di collaborazione...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 13 marzo 2018, n. 11055. In tema di furto, ai fini della configurabilita’ della circostanza aggravante della violenza sulle cose prevista dall’articolo 625 c.p., n. 2
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 13 marzo 2018, n. 11055. In tema di furto, ai fini della configurabilita’ della circostanza aggravante della violenza sulle cose prevista dall’articolo 625 c.p., n. 2

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 13 marzo 2018, n. 11055. In tema di furto, ai fini della configurabilita’ della circostanza aggravante della violenza sulle cose prevista dall’articolo 625 c.p., n. 2, non e’ necessario che la violenza venga esercitata direttamente sulla “res” oggetto dell’impossessamento, ben potendosi l’aggravante configurare anche quando la violenza venga...