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Corte di Casaszione, sezione VI, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6673. Il decorso del quinquennio dal passaggio in giudicato della sentenza di applicazione della pena comporta l’estinzione del relativo reato e dei connessi effetti penali (ivi compresa, pertanto, la rilevanza dell’illecito ai fini della contestazione della recidiva), precisando che tali conseguenze si producono ipso iure, senza necessità di una formale declaratoria in tal senso da parte del giudice dell’esecuzione

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 febbraio 2016, n. 6673 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. TRONCI Andrea – rel. Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6665. E’ certamente suscettibile di integrare la violazione di legge rilevante ai fini dell’art. 323 cod. pen. l’inosservanza alle disposizioni fissate in materia di procedimento disciplinare dalla legge (art. 2106 cod. civ.; D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, come modificato con D.Lgs. 27 ottobre 2009, n.150), allorchè il potere disciplinare sia esercitato non in funzione dell’interesse pubblico, ma da motivi pretestuosi e sorretti da un intento ritorsivo

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 febbraio 2016, n. 6665 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. GIORDANO Umberto – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. BASSI...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 14 marzo 2016, n. 10758. Il cassiere di un’agenzia bancaria non abbia la disponibilità neanche provvisoria della provvista dei conti correnti dei clienti dell’istituto. Egli, nel momento in cui effettua il pagamento degli assegni, non esercita un libero atto dì disponibilità ma si limita a compiere una mera attività di esecuzione di precise disposizioni del correntista, il quale rimane, in ogni momento, possessore e “dominus” della gestione del conto. Pertanto, risponde del reato di furto e non del delitto di appropriazione indebita, il cassiere che, con movimentazioni fittizie, effettui spostamenti o prelievi dai conti correnti dei clienti, sottraendo denaro alla disponibilità di costoro, nonché quello che, dopo avere richiesto alla sede centrale fondi maggiori di quelli necessari, gonfiando il fabbisogno giornaliero, s’impossessi del denaro contante che transiti nella cassa per fare fronte alle esigenze correnti, posto che egli di tali somme ha la mera, momentanea detenzione senza alcun autonomo potere di disposizione. Risponde del reato di furto aggravato e non di appropriazione indebita, il dipendente di una banca che si impossessi, mediante movimentazioni effettuate con i terminali dell’ufficio, di somme di danaro di clienti depositate in conti correnti

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 14 marzo 2016, n. 10758 Ritenuto in fatto T. L., a mezzo del suo difensore, propone ricorso avverso la sentenza dei 16 ottobre 2014 della Corte di appello di Bolzano che aveva ridotto la pena fissata dal locale Tribunale con sentenza del 17 luglio 2013 ad anni 5,...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 marzo 2016, n. 10944. L’obbligo di versare l’assegno di mantenimento è inderogabile e indisponibile e non può essere sostituito con prestazioni di altra natura, tanto più che l’accollo dei pagamento delle rate dei mutuo dell’ immobile costituito in fondo patrimoniale

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 15 marzo 2016, n. 10944 Ritenuto in fatto 1. II difensore di M.M. ha proposto ricorso per Cassazione contro la sentenza 11/2/2014 della Corte di Appello di Trieste che aveva confermato la sentenza di condanna del Tribunale di Udine per i reati di cui agli artt. 594 (ingiurie...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6659. Il delitto di concussione differisce dal delitto di induzione indebita non solo per la maggiore intensità della pressione psicologica esercitata sul soggetto passivo dal soggetto qualificato, ma anche per la tipologia del danno prospettato, il quale si atteggia quale danno ingiusto nel delitto di concussione, laddove risulta conforme alle previsioni normative in quello di induzione indebita

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 febbraio 2016, n. 6659 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. TRONCI Andrea – rel. Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 febbraio 2016, n. 6463. Sia il diritto di cronaca che quello di critica presuppongono che il fatto narrato sia corrispondente al vero e precisa che l’”immutatio veri” può essere ottenuta anche con la sapiente insinuazione, l’accostamento tendenzioso tra notizie, la maliziosa allusione

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 17 febbraio 2016, n. 6463 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LAPALORCIA Grazia – Presidente Dott. FUMO Maurizio – rel. Consigliere Dott. BRUNO Paolo A. – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott....