Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 22 febbraio 2016, n. 6814 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. TARDIO Angela – rel. Consigliere Dott. BONITO Francesco M.S. – Consigliere Dott. LOCATELLI Giuseppe – Consigliere Dott....
Categoria: Cassazione penale 2016
Corte di Casaszione, sezione VI, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6673. Il decorso del quinquennio dal passaggio in giudicato della sentenza di applicazione della pena comporta l’estinzione del relativo reato e dei connessi effetti penali (ivi compresa, pertanto, la rilevanza dell’illecito ai fini della contestazione della recidiva), precisando che tali conseguenze si producono ipso iure, senza necessità di una formale declaratoria in tal senso da parte del giudice dell’esecuzione
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 febbraio 2016, n. 6673 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. TRONCI Andrea – rel. Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA...
Corte di Casaszione, S.U.P., sentenza 16 marzo 2016, n. 10959. La disposizione dell’art. 408, comma 3-bis, cod. proc. pen., che stabilisce l’obbligo di dare avviso alla persona offesa della richiesta di archiviazione con riferimento ai delitti commessi con violenza alla persona, è riferibile anche ai reati di atti persecutori e di maltrattamenti, previsti rispettivamente dagli articoli 612-bis e 572 cod. pen., perché l’espressione violenza alla persona deve essere intesa alla luce del concetto di violenza di genere, quale risulta dalle pertinenti disposizioni di diritto internazionale recepite e di diritto comunitario
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. SENTENZA 16 marzo 2016, n. 10959 Ritenuto in fatto Il procedimento. Con decreto dell’11 luglio 2014 il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, su conforme richiesta del Pubblico ministero, disponeva l’archiviazione del procedimento penale a carico di C.A. , indagato, a seguito della presentazione di querela da...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6665. E’ certamente suscettibile di integrare la violazione di legge rilevante ai fini dell’art. 323 cod. pen. l’inosservanza alle disposizioni fissate in materia di procedimento disciplinare dalla legge (art. 2106 cod. civ.; D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, come modificato con D.Lgs. 27 ottobre 2009, n.150), allorchè il potere disciplinare sia esercitato non in funzione dell’interesse pubblico, ma da motivi pretestuosi e sorretti da un intento ritorsivo
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 febbraio 2016, n. 6665 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. GIORDANO Umberto – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. BASSI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 14 marzo 2016, n. 10758. Il cassiere di un’agenzia bancaria non abbia la disponibilità neanche provvisoria della provvista dei conti correnti dei clienti dell’istituto. Egli, nel momento in cui effettua il pagamento degli assegni, non esercita un libero atto dì disponibilità ma si limita a compiere una mera attività di esecuzione di precise disposizioni del correntista, il quale rimane, in ogni momento, possessore e “dominus” della gestione del conto. Pertanto, risponde del reato di furto e non del delitto di appropriazione indebita, il cassiere che, con movimentazioni fittizie, effettui spostamenti o prelievi dai conti correnti dei clienti, sottraendo denaro alla disponibilità di costoro, nonché quello che, dopo avere richiesto alla sede centrale fondi maggiori di quelli necessari, gonfiando il fabbisogno giornaliero, s’impossessi del denaro contante che transiti nella cassa per fare fronte alle esigenze correnti, posto che egli di tali somme ha la mera, momentanea detenzione senza alcun autonomo potere di disposizione. Risponde del reato di furto aggravato e non di appropriazione indebita, il dipendente di una banca che si impossessi, mediante movimentazioni effettuate con i terminali dell’ufficio, di somme di danaro di clienti depositate in conti correnti
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 14 marzo 2016, n. 10758 Ritenuto in fatto T. L., a mezzo del suo difensore, propone ricorso avverso la sentenza dei 16 ottobre 2014 della Corte di appello di Bolzano che aveva ridotto la pena fissata dal locale Tribunale con sentenza del 17 luglio 2013 ad anni 5,...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 marzo 2016, n. 10944. L’obbligo di versare l’assegno di mantenimento è inderogabile e indisponibile e non può essere sostituito con prestazioni di altra natura, tanto più che l’accollo dei pagamento delle rate dei mutuo dell’ immobile costituito in fondo patrimoniale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 15 marzo 2016, n. 10944 Ritenuto in fatto 1. II difensore di M.M. ha proposto ricorso per Cassazione contro la sentenza 11/2/2014 della Corte di Appello di Trieste che aveva confermato la sentenza di condanna del Tribunale di Udine per i reati di cui agli artt. 594 (ingiurie...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 marzo 2016, n. 9442. Il delitto di induzione indebita di cui all’art. 319 quater cod. pen. può concorrere con il reato di violenza sessuale per induzione di cui al comma 2 n. 1 cod. pen. essendo diversi i beni giuridici protetti e soprattutto, differenti sul piano strutturale le condotte poste in essere, in quanto, mentre l’abuso insito nel delitto di induzione indebita va riferito al soggetto agente, quello insito nel delitto di violenza sessuale va riferito al soggetto passivo del reato ferma restando quale elemento comune una condotta induttiva di tipo approfittatrice tale da condizionare, seppur al di fuori di condotte violente, minacciose o costrittive, la volontà del soggetto passivo.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 8 marzo 2016, n. 9442 Ritenuto in fatto 1.1 Con sentenza del 22 ottobre 2013 la Corte di Appello di Genova confermava la sentenza del GUP del Tribunale della stessa città del 21 novembre 2011 con la quale C.S. , imputato dei reati di concussione (art. 317 cod....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 25 febbraio 2016, n. 7731. A fronte dell’esercizio di un potere discrezionale del pubblico ufficiale, gli estremi della corruzione propria ricorrono nelle ipotesi in cui il soggetto agente abbia accettato, dietro compenso, o di non esercitare la discrezionalità che gli è stata attribuita dall’ordinamento (come avviene nei casi di omissione o ritardo contemplati nella prima parte dell’art. 319 c.p.) o di usare tale discrezionalità in modo distorto, alterandone consapevolmente i fondamentali canoni di esercizio e ponendo perciò in essere una attività contraria ai suoi doveri di ufficio
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 25 febbraio 2016, n. 7731 Ritenuto in fatto Il Tribunale di Verona con sentenza del 20.4.15 ha condannato N.S. (consulente di esercizi pubblici), P.E. (vice comandante vicario della polizia locale della città scaligera) e V.F. (presidente della circoscrizione in cui era compreso un locale per il quale erano...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6659. Il delitto di concussione differisce dal delitto di induzione indebita non solo per la maggiore intensità della pressione psicologica esercitata sul soggetto passivo dal soggetto qualificato, ma anche per la tipologia del danno prospettato, il quale si atteggia quale danno ingiusto nel delitto di concussione, laddove risulta conforme alle previsioni normative in quello di induzione indebita
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 febbraio 2016, n. 6659 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. TRONCI Andrea – rel. Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 febbraio 2016, n. 6463. Sia il diritto di cronaca che quello di critica presuppongono che il fatto narrato sia corrispondente al vero e precisa che l’”immutatio veri” può essere ottenuta anche con la sapiente insinuazione, l’accostamento tendenzioso tra notizie, la maliziosa allusione
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 17 febbraio 2016, n. 6463 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LAPALORCIA Grazia – Presidente Dott. FUMO Maurizio – rel. Consigliere Dott. BRUNO Paolo A. – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott....