Corte di Cassazione, sezione seconda penale, Sentenza 20 maggio 2019, n. 21987. La massima estrapolata: I reati di cui agli articoli 615-ter e 615-quater del Cp non possono concorrere tra loro. Quest’ultimo reato, infatti, costituisce necessario antefatto del primo, poiché le due fattispecie criminose si pongono in stretta connessione, tutelando entrambe il medesimo bene giuridico,...
Categoria: Cassazione civile 2015
Nel caso in cui il sostituto ometta di versare le somme
Corte di Cassazione, sezioni unite civili, Sentenza 12 aprile 2019, n. 10378. La massima estrapolata: Nel caso in cui il sostituto ometta di versare le somme per le quali ha però operato le ritenute d’acconto il sostituito non è tenuto in solido in sede di riscossione, perché la responsabilità solidale prevista dall’articolo 35 del Dpr...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 aprile 2016, n. 6787. Il diritto di satira, a differenza da quello di cronaca, è sottratto al parametro della verità dei fatto, in quanto esprime, mediante il paradosso e la metafora surreale, un giudizio ironico su un fatto, purché il fatto sia espresso in modo apertamente difforme dalla realtà, tanto da potersene apprezzare subito l’inverosimiglianza e il carattere iperbolico: altrimenti, nemmeno la satira sfugge al limite della correttezza e della continenza delle espressioni o delle immagini utilizzate, rappresentando comunque una forma di critica caratterizzata dal carattere corrosivo dei particolari mezzi espressivi. Beninteso, nessuna scriminante può ammettersi allorché la satira diventa forma pura di dileggio, disprezzo, distruzione della dignità della persona, ovvero quando comporta l’impiego di espressioni gratuite, volgari, umilianti o dileggianti, non necessarie all’esercizio del diritto, comportanti accostamenti volgari o ripugnanti o tali da comportare la deformazione dell’immagine pubblica del soggetto bersaglio e da suscitare il disprezzo della persona o il ludibrio della sua immagine pubblica
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 7 aprile 2016, n. 6787 Svolgimento del processo § 1. – In relazione alla scoperta del coinvolgimento dell’onorevole e giornalista R.F. col SISMI, sulla rubrica on-line dei giornale Repubblica e nella rubrica curata da V.Z., alla lettera 26.7.06 di un lettore, che gli chiedeva se la vicenda poteva...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 26 febbraio 2016, n. 3802. In tema di vendita internazionale di cose mobili, il giudice chiamato a decidere sulla propria giurisdizione deve applicare il criterio del luogo di esecuzione della prestazione di consegna, di cui all’art. 5, punto 1, lett. b), del regolamento (CE) n. 44/2001 del 22 dicembre 2000, che va individuato, qualora dall’esame del complesso delle clausole contrattuali non risulti una sua chiara identificazione, non in base al diritto sostanziale applicabile al contratto, ma nel luogo della consegna materiale (e non soltanto giuridica) dei beni, mediante la quale l’acquirente ha conseguito o avrebbe dovuto conseguire il potere di disporre effettivamente dei beni stessi alla destinazione finale dell’operazione di vendita
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE SENTENZA 26 febbraio 2016, n.3802 Ritenuto in fatto Con atto di citazione notificato il 5 gennaio 2006, la società Geo-pietra s.r.l. conveniva in giudizio dinanzi al Tribunale di Brescia, sezione distaccata di Salò, la società spagnola Ecopiedra s.l., esponendo che: (a) la società attrice commercializzava il prodotto denominato “pietra...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 23 dicembre 2015, n. 25957. In tema di azione di indebito arricchimento nei confronti della P.A. conseguente all’assenza di un valido contratto d’opera, l’indennità prevista dall’art. 2041 cod. civ. va liquidata nei limiti della diminuzione patrimoniale subita dall’esecutore della prestazione resa in virtù del contratto invalido, con esclusione di quanto lo stesso avrebbe percepito nell’ipotesi che il rapporto negoziale fosse stato valido ed efficace
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 23 dicembre 2015, n. 25957 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BUCCIANTE Ettore – Presidente Dott. MATERA Lina – rel. Consigliere Dott. BIANCHINI Bruno – Consigliere Dott. LOMBARDO Luigi – Consigliere Dott. GIUSTI...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 dicembre 2015, n. 25932. In sede di accertamento al passivo fallimentare dei crediti insinuati dall’agente per la riscossione dei tributi, il credito per aggio non può essere considerato inerente al tributo riscosso e non è, pertanto, assistito dal relativo privilegio
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 23 dicembre 2015, n. 25932 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. FERRO Massimo – rel....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 22 dicembre 2015, n. 25852. L’agente alla riscossione dei tributi agisce in giudizio in proprio, sia pure in virtù del sottostante rapporto di mandato intercorrente con l’ente impositore, cosicché spetta ad esso, e non al mandante, la scelta se rinunciare o meno all’azione: ne consegue che, al pari di ogni altro soggetto dotato di legittimazione, anche l’agente soggiace alla sanzione processuale derivante dall’aver agito con colpa grave
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 22 dicembre 2015, n. 25852 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RAGONESI Vittorio – Presidente Dott. CRISTIANO Magda – rel. Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. ACIERNO Maria – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione tributaria, ordinanza 22 dicembre 2015, n. 25818. In tema di imposta di registro, per stabilire se una abitazione sia di lusso e, quindi, esclusa dall’agevolazione per l’acquisto della “prima casa”, occorre fare riferimento alla nozione di “superficie utile complessiva” di cui all’art. 6 del d.m. Lavori Pubblici 2 agosto 1969, in forza del quale è irrilevante il requisito della “abitabilità” dell’immobile, siccome da esso non richiamato, mentre quello dell’”utilizzabilità” degli ambienti, a prescindere dalla loro effettiva abitabilità, costituisce parametro idoneo ad esprimere il carattere “lussuoso” di una abitazione
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria ordinanza 22 dicembre 2015, n. 25818 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IACOBELLIS Marcello – Presidente Dott. CARACCIOLO Giuseppe – Consigliere Dott. CIGNA Mario – Consigliere Dott. COSENTINO Antonello – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 22 dicembre 2015, n. 25780. Quando il lavoratore denuncia l’illegittimità dell’esercizio dello ius variandi a causa di demansionamento o dequalificazione, ha l’onere di allegare gli elementi di fatto significativi circa l’inesatto adempimento dell’obbligo di adibizione a mansioni corrispondenti alla categoria e qualifica di appartenenza o a mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte; al datore di lavoro incombe invece l’onere di provare l’esatto adempimento del suo obbligo, o attraverso la prova della mancanza in concreto di qualsiasi dequalificazione o demansionamento, ovvero attraverso la prova che l’una o l’altro siano state giustificate dal legittimo esercizio dei poteri imprenditoriali o disciplinari ovvero, in base al principio generale di cui all’art. 1218 cod. civ., comunque da una impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 22 dicembre 2015, n. 25780 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VENUTI Pietro – Presidente Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. GHINOY Paola – rel. Consigliere Dott. TRICOMI Irene...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 22 dicembre 2015, n. 25764. Il soggetto che possiede un bene per un certo numero di anni per cui può diventarne legittimo proprietario grazie all’usucapione, non può vedersi interrotto il termine nel caso dovesse inviare una lettera con l’intenzione di voler in futuro diventare proprietario del bene dal presunto titolare
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 22 dicembre 2015, n. 25764 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BUCCIANTE Ettore – Presidente Dott. MATERA Lina – Consigliere Dott. ORICCHIO Antonio – Consigliere Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere Dott. SCALISI Antonino...