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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 7 gennaio 2014, n. 61. Nel processo di esecuzione forzata, al quale partecipino piu’ creditori concorrenti, le vicende relative al titolo esecutivo del creditore procedente (sospensione, sopravvenuta inefficacia, caducazione, estinzione) non possono ostacolare la prosecuzione dell’esecuzione sull’impulso del creditore intervenuto il cui titolo abbia conservato la sua forza esecutiva. Tuttavia, occorre distinguere: a) se l’azione esecutiva si sia arrestata prima o dopo l’intervento, poiche’ nel primo caso, non esistendo un valido pignoramento al quale gli interventi possano ricollegarsi, il processo esecutivo e’ improseguibile; b) se il difetto del titolo posto a fondamento detrazione esecutiva del creditore procedente sia originario o sopravvenuto, posto che solo il primo impedisce che l’azione esecutiva prosegua anche da parte degli interventori titolati, mentre il secondo consente l’estensione in loro favore di tutti gli atti compiuti finche’ il titolo del creditore procedente ha conservato validita’

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite Sentenza 7 gennaio 2014, n. 61 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. LUCCIOLI Maria Gabriella – Presidente di Sez. Dott. RORDORF Renato – Presidente di Sez....

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 2 gennaio 2014, n. 7. La convivenza “more uxorio”, quale formazione sociale che dà vita ad un autentico consorzio familiare, determina, sulla casa di abitazione dove si svolge e si attua un programma di vita in comune, un potere di fatto basato su di un interesse proprio del convivente ben diverso da quello derivante da ragioni di mera ospitalità, tale da assumere i connotati tipici di una detenzione qualificata, che ha titolo in un negozio giuridico di tipo familiare. Partendo da questo presupposto, l’estromissione violenta o clandestina dall’unità abitativa, compiuta dal convivente proprietario in danno del compagno non proprietario legittima quest’ultimo alla tutela possessoria, consentendogli di esperire l’azione di spoglio. Un diritto che non viene, ovviamente, meno quando a cacciare di casa il convivente non proprietario è un terzo, come avvenuto nel caso specifico.

Suprema Corte di Cassazione sezione II Sentenza 2 gennaio 2014, n. 7 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BURSESE Gaetano Antonio – Presidente Dott. MAZZACANE Vincenzo – Consigliere Dott. MIGLIUCCI Emilio – rel. Consigliere Dott. GIUSTI Alberto – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 gennaio 2014, n. 153. Nel caso di contratti con prestazioni corrispettive, ove venga proposta dalla parte l’eccezione inadimplenti non est adimplendum, il giudice deve procedere ad una valutazione comparativa degli opposti adempimenti, avuto riguardo anche alla loro proporzionalità rispetto alla funzione economico-sociale del contratto e alla loro rispettiva incidenza sull’equilibrio sinallagmatico, sulle posizioni delle parti e sugli interessi delle stesse; per cui, qualora rilevi che l’inadempimento della parte nei cui confronti è opposta l’eccezione non è grave ovvero ha scarsa importanza, in relazione all’interesse dell’altra parte a norma dell’art. 1455 c.c., deve ritenere che il rifiuto di quest’ultima di adempiere la propria obbligazione non sia in buona fede e, quindi, non sia giustificato ai sensi dell’art. 1460 comma 2 c.c.

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 gennaio 2014, n. 153 Svolgimento del processo Con atto di citazione del 22-9-2000 C.M. conveniva dinanzi al Tribunale di Bolzano, Sezione Distaccata di Merano, D.C. , esponendo di aver venduto a quest’ultima, con contratto del 16-2-1999, l’autovettura BMW tipo 325 tg. … per il prezzo di lire...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 gennaio 2014, n. 290. Deve ritenersi collaboratore fisso colui che mette a disposizione le proprie energie lavorative per fornire con continuità ai lettori della testata un flusso di notizie in una specifica e predeterminata area dell’informazione, attraverso la redazione sistematica di articoli o con la tenuta di rubriche, con conseguente affidamento dell’impresa giornalistica, che si assicura così la copertura di detta area informativa, contando per il perseguimento degli obiettivi editoriali sulla disponibilità del lavoratore anche nell’intervallo tra una prestazione e l’altra. Pertanto il collaboratore fisso assicura un contributo professionale ed una continuità di rapporto che lo rendono organizzabile in modo strutturale dalla Direzione, in relazione ai requisiti contrattualmente previsti della “prestazione continuativa”, della “responsabilità di un servizio” e del “vincolo di dipendenza”. In materia di lavoro giornalistico la subordinazione non è esclusa dal fatto che il prestatore goda di una certa libertà di movimento e non sia obbligato al rispetto di un orario predeterminato o alla quotidiana permanenza sul luogo di lavoro, non essendo neanche incompatibile con il suddetto vincolo la commisurazione della retribuzione a singole prestazioni, essendo invece determinante che il giornalista si sia tenuto stabilmente a disposizione dell’editore

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza  9 gennaio 2014, n. 290 Svolgimento del processo D.F.F. chiedeva al Tribunale di Roma di ingiungere all’ANSA il pagamento di crediti a suo avviso conseguenti l’intercorso rapporto di lavoro con la detta società per due anni circa. Il Tribunale di Roma emetteva il decreto ingiuntivo n.2189/2002, con il...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 gennaio 2014, n. 147. In tema di beni condominiali ex art. 1117 c.c. (impianto elettrico e portono d’ingresso)

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 gennaio 2014, n. 147 Svolgimento del processo 1.- Con sentenza n. 148 del 2000 il Tribunale di Ancona sez. distaccata di Jesi, in accoglimento della domanda proposta da C.P. e P.R. nei confronti di A.C. , dichiarava beni condominiali ex art. 1117 cod.civ. l’impianto elettrico di illuminazione...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 9 gennaio 2014, n. 304. L’assegno per il coniuge deve tendere al mantenimento del tenore di vita da questo goduto durante la convivenza matrimoniale, e tuttavia indice di tale tenore di vita può essere l’attuale disparità di posizioni economiche tra i coniugi

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 9 gennaio 2014, n. 304 Fatto e diritto In un procedimento di divorzio tra P.G. e S.S. , la Corte d’Appello di Ancona, con sentenza in data 13 maggio 2011 i confermava la sentenza del Tribunale di Macerata, che determinava in Euro. 270,00 l’assegno in favore della moglie....

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 gennaio 2014, n. 294. Le espressioni utilizzate nei rapporti informativi possono essere ingiuriose e diffamatorie e tendere a porre in cattiva luce il soggetto leso quando veine definito presuntuoso, arrogante e sleale nonché solito ad agire in modo abnorme

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 9 gennaio 2014, n. 294 Svolgimento del processo Con ricorso al Tribunale di Monza M.R. , funzionario in servizio presso l’Ufficio delle imposte dirette di quella città, chiedeva l’annullamento dei rapporti informativi relativi agli anni 1996 e 1997, redatti dal reggente di detto Ufficio, Ma.Do. , e la...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 10 gennaio 2014 n. 372. Anche se imputato in un procedimento penale per abusi sessuali contro il figlio, al padre non vanno impediti, sia pure in forma protetta, gli incontri con il minore

Il testo integrale                         Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 10 gennaio 2014 n. 372[1]   Alla madre che sosteneva che  il minore non veniva tutelato e lo si esponeva al rischio di incontrare chi ne aveva abusato, la Cassazione ha dunque osservato che la...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 gennaio 2014, n. 139. Dalla comparizione personale comporta la formale constatazione della volontà dei coniugi di cessare la convivenza decorrono i tre anni di separazione per potere chiedere il divorzio

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 gennaio 2014, n. 139 Svolgimento del processo A seguito di ricorso del 25.3.2004 il Tribunale di Rimini dichiarava la cessazione degli effetti civili del matrimonio celebrato tra M.A. e Ma.Lo. , emettendo i provvedimenti conseguenziali in tema di affidamento e mantenimento del figlio minore. La decisione, impugnata...