Consiglio di Stato sezione V sentenza 24 luglio 2014, n. 3952 Fatto e diritto 1.- A seguito di accertamento dei tecnici dell’Ufficio controllo edilizio del Comune di Piove di Sacco è stata rilavata la realizzazione, da parte dei signori Adriano Benettello e Maria Boaretto, di un manufatto di circa mq. 33 realizzato, in assenza di...
Categoria: Consiglio di Stato
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 5 agosto 2014, n. 4165. Il principio di non aggravio del procedimento, secondo il quale non risulta logica l’imposizione, a pena di esclusione, dell’onere di produrre per la seconda volta, in sede di presentazione di offerta, la medesima documentazione già prodotta in occasione della prequalifica, non può trovare applicazione nel caso in cui in sede di prequalifica sia stata prodotta solo l’autocertificazione e debba, quindi, consentirsi il suo controllo tramite la necessaria documentazione attestante il possesso dei requisiti.
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 5 agosto 2014, n. 4165 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8246 del 2012, proposto da: Ge. Srl, Pr. Srl, Fe. Srl, in persona dei legali rappresentanti p.t.,...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 28 luglio 2014, n. 3999. La pretesa risarcitoria, conseguente all'annullamento di un atto illegittimo della P.A., non può trovare accoglimento qualora il vizio accertato non contenga alcuna valutazione definitiva in ordine al rapporto giuridico controverso, risolvendosi nel riscontro di una violazione del del provvedimento. Il risarcimento è in linea di principio subordinato alla dimostrazione, secondo un giudizio di prognosi formulato ex ante dell'effettiva spettanza in capo all'interessato del bene che viene ad essere colpevolmente inciso dai provvedimenti illegittimamente assunti dall'Amministrazione.
Consiglio di Stato sezione V sentenza 28 luglio 2014, n. 3999 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1126 del 2003, proposto dal signor Ri.Ra., rappresentato e difeso dagli avvocati Lu.To., Fi.Sa. e Ra.Ve.,...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza del 24 luglio, n. 3927. Sussiste la giurisdizione del G.A. nelle controversie aventi ad oggetto la graduatoria redatta a conclusione della procedura concorsuale indetta per la costituzione di rapporti parasubordinati, involgendo detto contenzioso valutazioni discrezionali (comparazione di titoli con attribuzione di punteggi e graduatoria finale) da parte dell'Amministrazione procedente nel conferimento degli incarichi. Nel caso in cui il rapporto di lavoro con una pubblica amministrazione sia qualificabile come rapporto di lavoro (rectius: di parasubordinazione), le controversie attinenti alla fase che precede la stipula della convenzione o del contratto, ove si riferiscano all'esercizio di un potere discrezionale della Pubblica Amministrazione, rientrano nella giurisdizione di legittimità del giudice amministrativo, quale giudice naturale dell’esercizio del potere pubblicistico, che deve essere esercitato nel rispetto della normativa che disciplina tale attività amministrativa e che si sostanzia nella valutazione dei titoli e delle eventuali incompatibilità dei candidati e che culmina nella formazione della graduatoria. Al contrario, le controversie attinenti, una volta stipulata la convenzione o il contratto, allo svolgimento (o alla risoluzione) del rapporto di lavoro rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, atteso che il rapporto stesso, da ricondurre nell'ambito della categoria della parasubordinazione, attribuisce al lavoratore veri e propri diritti soggettivi.
CONSIGLIO DI STATo sezione V SENTENZA 24 luglio 2014, n.3927 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 38 del 2014, proposto da: Rosanna Alagia, rappresentata e difesa dall’avv. Salvatore Lacerra, con domicilio eletto presso l’avv. Biagio Sole in Roma, via Salaria, 290; contro Regione Basilicata, rappresentata e difesa dall’avv. Maurizio Roberto Brancati, con domicilio eletto...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 19 giugno 2014, n. 3115. Al fine di valutare un'ipotesi di lottizzazione abusiva c.d. materiale, appare necessaria una visione d'insieme dei lavori, ossia una verifica nel suo complesso dell'attività edilizia realizzata, atteso che potrebbero anche ricorrere modifiche rispetto all'attività assentita idonee a conferire un diverso assetto al territorio comunale oggetto di trasformazione. Proprio in quanto sussiste lottizzazione abusiva in tutti i casi in cui si realizza un'abusiva interferenza con la programmazione del territorio, la verifica dell'attività edilizia realizzata nel suo complesso può condurre a riscontrare un illegittimo mutamento della destinazione all'uso del territorio autoritativamente impressa anche nei casi in cui le variazioni apportate incidano esclusivamente sulla destinazione d'uso dei manufatti realizzati. Ciò perché è proprio la formulazione dell'art. 30 del D.P.R. n. 380/01 che impone di affermare che integra un'ipotesi di lottizzazione abusiva qualsiasi tipo di opere in concreto idonee a stravolgere l'assetto del territorio preesistente, a realizzare un nuovo insediamento abitativo e, quindi, in ultima analisi, a determinare sia un concreto ostacolo alla futura attività di programmazione (che viene posta di fronte al fatto compiuto), sia un carico urbanistico che necessita adeguamento degli standards. Come già affermato dalla giurisprudenza di merito il concetto di "opere che comportino trasformazione urbanistica od edilizia" dei terreni deve essere, dunque, interpretato in maniera "funzionale" alla ratio della norma, il cui bene giuridico tutelato è costituito dalla necessità di preservare la potestà programmatoria attribuita all'Amministrazione nonché l'effettivo controllo del territorio da parte del soggetto titolare della stessa funzione di pianificazione (cioè il Comune), al fine di garantire una ordinata pianificazione urbanistica, un corretto uso del territorio ed uno sviluppo degli insediamenti abitativi e dei correlativi standards compatibile con le esigenze di finanza pubblica.
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 19 giugno 2014, n. 3115 LOTTIZZAZIONE ABUSIVA REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3733 del 2010, proposto da: Du.Co. S.r.l., in persona del legale rappresentante in carica rappresentato...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 22 luglio 2014, n. 3912. E' legittima la decisione del Direttore dell'ASL che, dopo aver pubblicato un avviso per il conferimento, ai sensi dell'art. 15 ter, D.Lgs. n. 502 del 1992, dell'incarico di direttore di una struttura complessa di un Presidio ospedaliero e ricevuto la rinuncia all'incarico del soggetto prescelto, nel riesercitare il proprio potere di nomina, ritenga di non nominare nessuno degli altri idonei, in quanto da un lato ritenuto il profilo professionale dei candidati del tutto incoerente con lo specifico incarico in oggetto, e dall'altro lato valutato che il tempo oramai trascorso dall'iniziale selezione consigliasse di indire una nuova procedura. In merito deve, invero, rilevarsi che la scelta, da parte del Direttore dell'ASL, di non nominare nessuno degli idonei in precedenza selezionati, sia di natura fiduciaria al pari dell'ipotesi, più frequente, in cui tale nomina avvenga in favore di uno dei selezionati a scapito degli altri.
Consiglio di Stato sezione III sentenza 22 luglio 2014, n. 3912 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 404 del 2013, proposto da: Azienda Sanitaria Locale di Bari, in persona del Direttore pro tempore,...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 22 luglio 2014, n. 3909. La condanna penale riportata dallo straniero per il reato di cui all'art. 14, comma 5 ter, D.Lgs. n. 286 del 1998 non è ostativa all'accoglimento della domanda di regolarizzazione del rapporto di lavoro dal medesimo intrattenuto, la quale, di conseguenza, deve essere nuovamente esaminata dall'Amministrazione competente.
Consiglio di Stato sezione III sentenza 22 luglio 2014, n. 3909 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2236 del 2011, proposto da: Kh.Am., rappresentato e difeso dall’avv. El.Za., con domicilio eletto presso la...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 21 luglio 2014, n.3873. Ai fini dell’adozione dell’informativa antimafia legittimamente l’autorità prefettizia può valorizzare elementi non risalenti ad un tempo troppo remoto, dai quali si possa desumere la sicura o verosimile contiguità del socio rispetto ad ambienti mafiosi, ancor prima della costituzione della società, senza che sopravvengano elementi contrari, anche successivi a tale costituzione, che inducano ad una diversa valutazione, facendo ritenere spezzato il pernicioso legame con la criminalità.
CONSIGLIO DI STATO sezione III sENTENZA 21 luglio 2014, n.3873 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 6026 del 2013, proposto da: The World s.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dall’Avv. Felice Laudadio e dall’Avv. Carlo Russo, con domicilio eletto presso lo stesso Avv. Felice Laudadio in Roma, via...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 14 luglio 2014, n. 3609. Il provvedimento di divieto di detenzione di armi e munizioni, ex art. 39 T.U.L.P.S., può essere adottato senza la previa comunicazione di avvio del procedimento di cui all'art. 7, legge n. 241/1990, in quanto rientra tra gli atti caratterizzati da particolari esigenze di celerità, per i quali la comunicazione può essere omessa. La nullità della notifica effettuata nei confronti di un'amministrazione statale presso l'Avvocatura Distrettuale dello Stato anziché presso l'Avvocatura Generale nel cui distretto ha sede l'autorità giudiziaria adita, viene sanata nel caso in cui l'Amministrazione interessata si costituisca in giudizio
Consiglio di Stato sezione III sentenza 14 luglio 2014, n. 3609 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1955 del 2009, proposto da: Fi.Fr., rappresentato e difeso dagli avv.ti Fr.Gr. e Fr.Ca. ed elettivamente domiciliato...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 15 luglio 2014, n. 3692. Ai fini del riparto di giurisdizione tra Giudice amministrativo e Giudice ordinario in base alla dicotomia diritto soggettivo – interesse legittimo, non rileva la prospettazione delle parti, bensì il cosiddetto petitum sostanziale, identificato non solo in funzione della concreta pronuncia che si richiede al Giudice, ma soprattutto in funzione della causa petendi, vale a dire dell'intrinseca natura della posizione dedotta in giudizio ed individuata dal giudice con riguardo alla sostanziale protezione ad essa accordata dall'ordinamento. È, dunque, compito del Giudice stabilire, sulla base dei fatti di causa dedotti dalla parte che agisce in giudizio, se la pretesa azionata ha la consistenza di diritto soggettivo o di interesse legittimo, indipendentemente dalla qualificazione da questi offerta
Consiglio di Stato sezione V sentenza 15 luglio 2014, n. 3692 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3208 del 2014, proposto dal signor An.Ca., rappresentato e difeso dall’avvocato Si.La., con domicilio eletto presso il...