Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 30 settembre 2016, n. 19403
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Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 30 settembre 2016, n. 19403

La somma di denaro che, all’atto della conclusione di un contratto preliminare di compravendita, il promissario acquirente consegna al promittente venditore a titolo di caparra confirmatoria, assolve la funzione, in caso di successiva risoluzione del contratto per inadempimento, di preventiva liquidazione del danno per il mancato pagamento del prezzo, mentre il danno da illegittima occupazione...

Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 23 settembre 2016, n. 18760
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Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 23 settembre 2016, n. 18760

Ai fini della sussistenza del requisito della determinatezza o della determinabilita’ dell’oggetto del contratto, nell’atto devono essere indicati glielementi necessari per la identificazione del bene venduto, i quali devono essere certi ed oggettivi, e cioe’ idonei per la individuazione dell’oggetto. L’oggetto di un contratto preliminare di vendita immobiliare non puo’ essere determinato attraverso atti e...

Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 5 luglio 2016, n. 13658
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Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 5 luglio 2016, n. 13658

L’elemento distintivo tra contratto definitivo e contratto preliminare di vendita è dato dalla volontà delle parti, che nel primo è rivolta direttamente al trasferimento della proprietà o di altro diritto, mentre nel secondo fa dipendere tale trasferimento da una futura manifestazione di consenso che gli stessi contraenti si obbligano a prestare; con la conseguenza che,...

Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 27 giugno 2016, n.13224
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Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 27 giugno 2016, n.13224

In ordine alla qualificazione del danno da occupazione abusiva di immobile, il danneggiato è onerato della prova del pregiudizio patrimoniale subito dalla lesione del diritto reale o personale esercitato sul bene, o comunque della situazione di fatto consistente nel legittimo esercizio del possesso, pregiudizio che non coincide con l’evento lesivo, essendo un “quid” ontologicamente distinto...

Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 16 maggio 2016, n. 12462
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Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 16 maggio 2016, n. 12462

In tema di rapporti pendenti al momento della dichiarazione di fallimento, l’esercizio da parte del curatore del promissario acquirente della facoltà di scioglimento dal contratto preliminare di vendita pendente, ai sensi dell’art. 72 legge fall. (nel testo, vigente ratione temporis, anteriore alle modifiche introdotte dal d.lgs. n. 5 del 2006), non richiede un negozio formale...

Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 3 giugno 2016, n. 11504
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Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 3 giugno 2016, n. 11504

Non cade in comunione legale l’immobile che, promesso in vendita a persona coniugata in regime di comunione legale, sia coattivamente trasferito ex articolo 2932 cod. civ., a causa dell’inadempimento del promittente venditore, al promissario acquirente, con sentenza passata in giudicato dopo che tra quest’ultimo ed il coniuge era stata pronunciata la separazione. La comunione legale...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 marzo 2016, n. 5762. La regola posta dall’art. 1337 c.c. non si riferisce alla sola ipotesi della rottura ingiustificata delle trattative ma ha valore di clausola generale, il cui contenuto non può essere predeterminato in modo preciso ed implica il dovere di trattare in modo leale, astenendosi da comportamenti maliziosi o reticenti e fornendo alla controparte ogni dato rilevante, conosciuto o conoscibile con l’ordinaria diligenza, ai fini della stipulazione del contratto. Ne consegue che la violazione dell’obbligo di comportarsi secondo buona fede nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto assume rilievo non solo in caso di rottura ingiustificata delle trattative e, quindi, di mancata conclusione del contratto o di conclusione di un contratto invalido o inefficace, ma anche nel caso in cui il contratto concluso sia valido e, tuttavia, risulti pregiudizievole per la parte vittima dell’altrui comportamento scorretto. L’azione di risarcimento danni ex art. 2043 c.c. per la lesione della libertà negoziale sia esperibile allorché ricorra una violazione della regola di buona fede nelle trattative che abbia dato luogo ad un assetto d’interessi più svantaggioso per la parte che abbia subito le conseguenze della condotta contraria a buona fede, e ciò pur in presenza di un contratto valido ovvero, nell’ipotesi di invalidità dello stesso, in assenza di una sua impugnativa basata sugli ordinari rimedi contrattuali

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 23 marzo 2016, n. 5762 Svolgimento del processo 1.- La società Guaber (ora Coswell), definitasi leader nella produzione e commercializzazione di prodotti per la cosmesi e l’igiene personale, convenne in giudizio la Keraunos srl, la Bx Trade e i sig.ri P.G. e C.C. , personalmente e quali rappresentanti...