Cassazione 15

Suprema Corte di Cassazione

sezione lavoro

sentenza 7 ottobre 2015, n. 20072

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE LAVORO

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. STILE Paolo – Presidente

Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere

Dott. MAMMONE Giovanni – Consigliere

Dott. MAISANO Giulio – Consigliere

Dott. GHINOY Paola – rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso 21893/2014 proposto da:

(OMISSIS) C.F. (OMISSIS), elettivamente domiciliato in (OMISSIS), presso lo studio dell’avvocato (OMISSIS), che lo rappresenta e difende giusta delega in atti;

– ricorrente –

contro

(OMISSIS) S.P.A.;

– intimata –

avverso la sentenza n. 6799/2014 della CORTE D’APPELLO di ROMA, depositata il 17/07/2014 r.g.n. 1360/2014;

udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 19/05/2015 dal Consigliere Dott. PAOLA GHINOY;

udito l’Avvocato (OMISSIS);

udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. FRESA Mario, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

 

RAGIONI DELLA DECISIONE

 

1. (OMISSIS) impugnava Legge n. 92 del 2012, ex articolo 1 comma 48, il licenziamento irrogatogli dall’ (OMISSIS) S.p.A. per ragioni disciplinari, relative all’illegittima fruizione di permessi ex Legge n. 104 del 1992, nelle giornate del 16, 17 e il 18 luglio del 2012.

2. L’ordinanza di rigetto veniva confermata dal Tribunale con la successiva sentenza e la Corte d’appello rigettava il reclamo proposto dal (OMISSIS). La Corte territoriale argomentava che dall’istruttoria espletata era emerso che nei tre giorni sopra indicati, per i quali il (OMISSIS) aveva richiesto ed ottenuto i permessi ex Legge n. 104 del 1992, per assistere la suocera, in realta’ egli aveva compiuto attivita’ di tipo sportivo e ricreativo e nell’orario lavorativo per il quale aveva fruito del permesso non aveva svolto alcun tipo di assistenza in favore dell’invalida.

3. Per la cassazione della sentenza (OMISSIS) ha proposto ricorso, affidato ad un unico motivo. L’ (OMISSIS) S.p.A. e’ rimasta intimata.

4. Il ricorso e’ inammissibile, non risultandone il compimento del processo notificatorio.

5. Deve premettersi che il difensore in data 15 settembre 2014 ha inteso effettuare la notifica del ricorso a mezzo posta elettronica certificata, ai sensi della Legge n. 53 del 1994, articolo 1, e succ. mod..

6. Esaminando il quadro normativo di riferimento, si rileva che il comma 3 dell’articolo 3 bis della suddetta Legge n. 53, introdotto dalla Legge n. 228 del 2012, prevede che la notifica effettuata con modalita’ telematica si perfeziona, per il soggetto notificante, nel momento in cui viene generata la ricevuta di accettazione prevista dal Decreto del Presidente della Repubblica 11 febbraio 2005, n. 68, articolo 6, comma 1, e, per il destinatario, nel momento in cui viene generata la ricevuta di avvenuta consegna prevista dall’articolo 6, comma 2, dello stesso Decreto del Presidente della Repubblica.

7. L’articolo 6, comma 1, sopra richiamato prevede a sua volta che nella ricevuta di accettazione, fornita al mittente dal gestore di posta elettronica certificata da questi utilizzato, sono contenuti i dati di certificazione che costituiscono prova dell’avvenuta spedizione del messaggio di posta elettronica certificata.

8. Il comma 2 aggiunge che la ricevuta di avvenuta consegna e’ fornita al mittente dal gestore di posta elettronica certificata utilizzato dal destinatario, e da al primo la prova che il suo messaggio di posta elettronica certificata e’ effettivamente pervenuto all’indirizzo elettronico dichiarato dal destinatario (indipendentemente dalla lettura che questo ne abbia fatto) e certifica il momento della consegna tramite un testo, leggibile dal mittente, contenente i dati di certificazione.

9. La Legge n. 53 del 1994, articolo 9, e succ. mod., prevede infine al comma 1 bis, introdotto dalla Legge n. 228 del 2012, articolo 16 quater, che, qualora non si possa procedere al deposito con modalita’ telematiche dell’atto notificato a norma dell’articolo 3 bis, l’avvocato estrae copia su supporto analogico del messaggio di posta elettronica certificata, dei suoi allegati e della ricevuta di accettazione e di avvenuta consegna e ne attesta la conformita’ ai documenti informatici da cui sono tratti ai sensi del Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82, articolo 23, comma 1. Il comma 1 ter, aggiunto dalla Legge di conversione n. 114 del 11 agosto 2014, al Decreto Legge n. 90 del 2014, ha poi aggiunto che in tutti i casi in cui l’avvocato debba fornire prova della notificazione e non sia possibile fornirla con modalita’ telematiche, procede ai sensi del comma 1 bis.

10. Dal sistema normativo sopra delineato risulta quindi che la notifica a mezzo posta elettronica certificata non si esaurisce con l’invio telematico dell’atto, ma si perfeziona con la consegna del plico informatico nella casella di posta elettronica del destinatario, e la prova di tale consegna e’ costituita dalla ricevuta di avvenuta consegna. La mancata produzione della ricevuta di avvenuta consegna della notifica a mezzo p.e.c. del ricorso per cassazione, impedendo di ritenere perfezionato il procedimento notificatorio, determina quindi l’inesistenza della notificazione, con conseguente impossibilita’ per il giudice di disporne il rinnovo ai sensi dell’articolo 291 c.p.c., in quanto la sanatoria ivi prevista e’ consentita nella sola ipotesi di notificazione esistente, sebbene affetta da nullita’ (cosi’ sull’ultima affermazione ex multis Cass. n. 3303 del 1994, Cass. n. 8287 del 2002, Cass. Sez. U., n. 20604 del 2008).

11. Cio’ e’ quanto avvenuto nel caso in esame, in cui la difesa non ha prodotto la ricevuta di avvenuta consegna della notifica tramite p.e.c., neppure nel previsto supporto analogico (trasposizione cartacea del contenuto del documento informatico).

12. Non e’ stata prodotta peraltro neanche la ricevuta di accettazione, sicche’ il processo notificatorio non risulta compiuto neppure per il notificante.

13. Segue la dichiarazione d’ inammissibilita’ del ricorso. Non vi e’ luogo a pronuncia sulle spese, in considerazione della mancata radicazione del contraddittorio.

14. Si applica ratione temporis alla fattispecie la Legge 24 dicembre 2012, n. 228, il cui articolo 1, comma 17, ha integrato il Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, articolo 13, aggiungendovi il comma 1 quater, del seguente tenore: “Quando l’impugnazione, anche incidentale e’ respinta integralmente o e’ dichiarata inammissibile o improcedibile, la parte che l’ha proposta e’ tenuta a versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per la stessa impugnazione, principale o incidentale, a norma del comma 1 bis. n giudice da atto nel provvedimento della sussistenza dei presupposti di cui al periodo precedente e l’obbligo di pagamento sorge al momento del deposito dello stesso”. Essendo il ricorso inammissibile, deve provvedersi in conformita’.

 

P.Q.M.

 

La Corte dichiara inammissibile il ricorso. Nulla sulle spese. Ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, articolo 13, comma 1 quater, dichiara la sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte del ricorrente, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso, a norma dello stesso articolo 13, comma 1 bis.

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