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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 21 ottobre 2015, n. 21396. In tema di fondo patrimoniale, anche un debito di natura tributaria sorto per l’esercizio dell’attività imprenditoriale può ritenersi contratto per i bisogni della famiglia, a condizione che si dimostri che l’obbligazione è sorta per soddisfare tali bisogni, non essendo sufficiente che il debito derivi dall’attività professionale o d’impresa del coniuge. Il criterio identificativo dei debiti per i quali può avere luogo l’esecuzione sui beni del fondo va ricercato non già nella natura dell’obbligazione ma nella relazione tra il fatto generatore dell’obbligazione e i bisogni della famiglia. La finalità non può dirsi sussistente per il solo fatto che il debito derivi dall’attività professionale o d’impresa del coniuge, dovendosi accertare che l’obbligazione sia sorta per il soddisfacimento dei bisogni familiari – incluse le esigenze volte al pieno mantenimento e all’univoco sviluppo della famiglia – ovvero per il potenziamento della capacità lavorativa del coniuge, e non per esigenze da natura voluttuaria o caratterizzate da interesse meramente speculativi

Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 21 ottobre 2015, n. 21396 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MERONE Antonio – Presidente Dott. CHINDEMI Domenico – Consigliere Dott. BOTTA Raffaele – rel. Consigliere Dott. ZOSO Liana Mariateresa – Consigliere Dott. MELONI...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 2 ottobre 2015, n. 19704. Il contribuente può impugnare la cartella di pagamento della quale – a causa dell’invalidità della relativa notifica – sia venuto a conoscenza solo attraverso un estratto di ruolo

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 2 ottobre 2015, n. 19704 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. CICALA Mario – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. RAGONESI Vittorio...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 ottobre 2015, n. 40272. Configurano abuso del diritto una o più operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzano essenzialmente vantaggi indebiti. Tali operazioni non sono opponibili all’amministrazione finanziaria, che ne può disconoscere i vantaggi tributari determinando le imposte secondo le regole ordinarie. Sono operazioni prive di sostanza economica i fatti, gli atti e i contratti, anche tra loro collegati, inidonei a produrre effetti significativi diversi dai vantaggi fiscali. Sono indici di mancanza di sostanza economica la non coerenza della qualificazione delle singole operazioni con il fondamento giuridico del loro insieme e la non conformità degli strumenti giuridici a normali logiche di mercato. Per vantaggi fiscali indebiti si considerano i benefici anche non immediati realizzati in contrasto con le finalità delle norme fiscali o con i principi dell’ordinamento tributario. Non si considerano abusive le operazioni giustificate da valide ragioni economiche, non marginali, anche di ragione organizzativa o gestionale che rispondono a finalità di miglioramento strutturale o funzionale dell’impresa, ferma la facoltà di scelta tra regimi opzionali diversi e tra operazioni comportanti un differente carico fiscale. Indipendentemente dalle intenzioni del contribuente, i presupposti per l’esistenza dell’abuso sono l’assenza di sostanza economica delle operazioni effettuate; la realizzazione di un vantaggio fiscale indebito; la circostanza che il vantaggio è l’effetto essenziale dell’operazione. Il contribuente può perseguire legittimamente un risparmio d’imposta esercitando la propria libertà di iniziativa economica e scegliendo tra gli atti, i fatti e i contratti quelli meno onerosi sotto il profilo impositivo. L’unico limite alla suddetta libertà è costituito dal divieto di perseguire un vantaggio fiscale indebito. Affinché si configuri un abuso va dimostrato all’amministrazione finanziaria il vantaggio fiscale indebito concretamente conseguito, vale a dire l’aggiramento della ratio legis o dei principi dell’ordinamento tributario. L’amministrazione finanziaria può disconoscere i vantaggi conseguiti dal contribuente ma l’individuazione della condotta abusiva non rende nulli i negozi conclusi dal contribuente, li rende inefficaci ai fini tributari. L’abuso del diritto ha applicazione residuale e può essere configurato solo se i vantaggi fiscali non possono essere disconosciuti contestando la violazione di disposizioni del D.Lgs. n. 74/2000, ovvero la violazione di altre disposizioni. L’esclusione della rilevanza penale delle operazioni costituenti abuso del diritto, quali descritte dalla norma generale, fa salva l’applicabilità ad esse delle sanzioni amministrative, ove ne ricorrano in concreto i presupposti. L’irrilevanza penale delle operazioni abusive esplica effetto oltre che per le nuove operazioni poste in essere dalla data del 1° ottobre 2015, anche per quelle poste in essere prima di tale data per il principio di retroattività della legge penale più favorevole al reo sancito dall’art. 2 c.p.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 7 ottobre 2015, n. 40272 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 8 ottobre 2015, n. 20217. L’autocertificazione allegata alla domanda di rimborso presentata in sede amministrativa “conformandosi alle istruzioni contenute nel sito internet dell’Agenzia” ha attitudine certificativa e probatoria

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 8 ottobre 2015, n. 20217 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BOGNANNI Salvatore – Presidente Dott. IACOBELLIS Marcello – rel. Consigliere Dott. CARACCIOLO Giuseppe – Consigliere Dott. COSENTINO Antonello – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 7 ottobre 2015, n. 20055. In tema di iscrizione ipotecaria relativa a debiti tributari, per il raggiungimento della soglia minima di ottomila euro a tal fine prevista dall’art. 77 del d.P.R. n. 602 del 1973, occorre fare riferimento a tutti i crediti iscritti a ruolo, anche se oggetto di contestazione da parte del contribuente

Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 7 ottobre 2015, n. 20055 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MERONE Antonio – Presidente Dott. CHINDEMI Domenico – Consigliere Dott. BOTTA Raffaele – Consigliere Dott. MELONI Marina – rel. Consigliere Dott. TERRUSI Francesco...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 8 ottobre 2015, n. 20209. Nel processo tributario, il difensore domiciliatario non ha alcun onere di comunicare il cambiamento di indirizzo del proprio studio, essendo, al contrario, preciso onere del notificante quello di effettuare apposite ricerche per individuare il nuovo luogo di notificazione, ove quello a sua conoscenza sia mutato

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 8 ottobre 2015, n. 20209 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IACOBELLIS Marcello – Presidente Dott. CARACCIOLO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. COSENTINO Antonello – Consigliere Dott. CRUCITTI Roberta – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 8 ottobre 2015, n. 20208. Ove il legislatore subordini la concessione di un beneficio fiscale ad una precisa manifestazione di volontà del contribuente, da compiersi direttamente nella dichiarazione attraverso la compilazione di un modulo predisposto dall’erario, la dichiarazione assume per questa parte il valore di un atto negoziale, come tale irretrattabile anche in caso di errore, salvo che il contribuente dimostri che questo fosse conosciuto o conoscibile dall’amministrazione

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 8 ottobre 2015, n. 20208 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IACOBELLIS Marcello – Presidente Dott. CARACCIOLO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. COSENTINO Antonello – Consigliere Dott. CRUCITTI Roberta – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 ottobre 2015, n. 39536. Al fine di poter disporre la confisca diretta del profitto nei confronti della persona giuridica è pur sempre necessario che risulti la disponibilità, nelle casse societarie, di denaro da aggredire, non sussistendo un obbligo per la Pubblica Accusa di dover provvedere alla preventiva ricerca di liquidità o cespiti anche nel caso in cui risulti “ex actis” l’incapienza del patrimonio dell’ente

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 ottobre 2015, n. 39536 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. MULLIRI Guicla – rel. Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott....