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Corte di Cassazione, sezione II, ordinanza 3 luglio 2013, n. 16630. Operatività degli effetti del giudicato esterno implicito con specifico riferimento alla controversa questione della rilevabilità d’ufficio della nullità di un contratto per il quale le parti si siano semplicemente limitate a chiedere la risoluzione

La massima In seno alle questioni pregiudiziali, bisogna distinguere tra quelle che sono tali soltanto in senso logico, in quanto investono circostanze che rientrano nel fatto costitutivo del diritto dedotto in causa e devono essere necessariamente decise “incidenter tantum”, e quelle che lo sono in senso tecnico, che concernono circostanze distinte ed indipendenti del detto...

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Corte di Casaszione, sezione VI, ordinanza 20 maggio 2013, n. 12205. Nei contratti con prestazioni corrispettive non è consentito al giudice del merito di pronunciare la risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 1453 c.c. o di ritenere la legittimità del rifiuto di adempiere a norma dell’art. 1460 stesso codice, in favore di entrambe le parti

La massima Nei contratti con prestazioni corrispettive non è consentito al giudice del merito di pronunciare la risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 1453 c.c. o di ritenere la legittimità del rifiuto di adempiere a norma dell’art. 1460 stesso codice, in favore di entrambe le parti, perché la valutazione della colpa nell’inadempimento ha carattere unitario...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 aprile 2013, n. 10183. In tema di caparra confirmatoria, il principio di cui al comma 2 dell’art. 1385 c.c. non è applicabile tutte le volte in cui la parte non inadempiente, anziché recedere dal contratto, si avvalga del rimedio ordinario della risoluzione del negozio, perdendo, in tal caso, la funzione di liquidazione convenzionale anticipata del danno

La massima 1. In tema di caparra confirmatoria, il principio di cui al comma 2 dell’art. 1385 c.c. (in virtù del quale la parte non inadempiente ha facoltà di recedere dal contratto ritenendo la caparra ricevuta od esigendone il doppio rispetto a quella versata) non è applicabile tutte le volte in cui la parte non...

Risoluzione di diritto. Diffida – Clausola risolutiva – Termine essenziale
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Risoluzione di diritto. Diffida – Clausola risolutiva – Termine essenziale

Risoluzione di diritto. Diffida – Clausola risolutiva espressa – Termine essenziale Per una migliore consultazione del presente saggio si consiglia di scaricare il seguente documento in PDF Per la consultazione del saggio La risoluzione aprire il seguente collegamento on-line La risoluzione Introduzione             La risolubilità si verifica quando il programma contrattuale non é più...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 21 novembre 2012, n. 20557. Se il climatizzatore non risponde alle caratteristiche pattuite il contratto è risolto

  La massima La vendita di “aliud pro alio” configura una ipotesi di inadempimento contrattuale, diversamente dalle ipotesi di vendita di cosa affetta da vizi o mancante delle qualità promesse, che integrano la fattispecie dell’inesatto adempimento; nel primo caso al compratore spetta l’azione generale di risoluzione contrattuale per inadempimento, svincolata dai termini di decadenza e...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 13 novembre 2012, n.19702. L’impegno del venditore all’eliminazione dei vizi, accettato dal compratore, fa sorgere il corrispondente diritto, che è soggetto alla prescrizione decennale, mentre i diritti alla riduzione del prezzo e alla risoluzione del contratto restano soggetti alla prescrizione annuale

  La massima L’impegno del venditore all’eliminazione dei vizi, accettato dal compratore, fa sorgere il corrispondente diritto, che è soggetto alla prescrizione decennale, mentre i diritti alla riduzione del prezzo e alla risoluzione del contratto restano soggetti alla prescrizione annuale. SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE SENTENZA 13 novembre 2012, n.19702 Ritenuto in fatto Con...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 6 novembre 2012, n. 19105. La regola secondo cui il termine concesso al debitore con la diffida ad adempiere non può essere inferiore a quindici giorni, non è assoluta

  La massima La regola secondo cui il termine concesso al debitore con la diffida ad adempiere, cui è strumentalmente collegata la risoluzione di diritto del contratto, non può essere inferiore a quindici giorni, non è assoluta, potendosi assegnare, a norma dell’art. 1454 comma secondo c.c., un termine inferiore ritenuto congruo per la natura del...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 ottobre 2012, n. 17034. Lo spirare dei termini previsti dall’art. 1495 c.c. può essere evitato dal compratore, ma la denunzia del vizio in sé non sempre è sufficiente

    Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 5 ottobre 2012, n. 17034   Svolgimento del processo Il Tribunale di Roma, con sentenza n. 17717 del 2001, pronunciandosi sulla domanda di risarcimento danni proposta da P.L. nei confronti della Internazional Auto srl. (erroneamente indicata nella stessa sentenza International Auto srl.) nonché sulla domanda di...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 6 marzo 2012, n. 3477. In tema di diffida ad adempiere

   La massima In tema di contratti a prestazioni corrispettive, la diffida ad adempiere ha lo scopo di realizzare, pur in mancanza di una clausola risolutiva espressa, gli effetti che a detta clausola si ricollegano e, cioè, la rapida risoluzione del rapporto mediante la fissazione di un termine essenziale nell’interesse della parte adempiente, cui é...