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Corte di Casaszione, sezione III, sentenza 29 settembre 2015, n. 19211. La mancata adozione da parte del giudice di merito delle Tabelle di Milano

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 29 settembre 2015, n. 19211 Svolgimento del processo Con sentenza del 25/10/2011 la Corte d’Appello di Firenze, in parziale accoglimento del gravame interposto dalla società Assicurazioni Generali s.p.a. e in conseguente parziale riforma della pronunzia Trib. Livorno n. 416/2001, ha dichiarato la concorrente responsabilità del sig. P.R. (nella...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 31 agosto 2015, n. 17294. In tema di danno professionale subito da un avvocato investito mentre attraversava sulle strisce pedonali. Il lucro cessante non deve essere determinato sulla base dei soli redditi professionali derivanti dalla attività svolta come singolo professionista senza considerare quelli derivanti dall’attività svolta in forma associata che ugualmente rientrano tra i redditi cui fare riferimento

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 31 agosto 2015, n. 17294 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere Dott. RUBINO Lina – Consigliere Dott. PELLECCHIA Antonella...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 luglio 2015, n. 14639. Nell’adempimento dell’incarico professionale conferito, l’obbligo di diligenza da osservare ai sensi del combinato disposto di cui all’art. 1176 c.c., comma 2, e art. 2236 c.c., impone al professionista di assolvere, sia all’atto del conferimento del mandato che nel corso dello svolgimento del rapporto, (anche) ai doveri di sollecitazione, dissuasione ed informazione del cliente, essendo tenuto a rappresentare a quest’ultimo tutte le questioni di fatto e di diritto, comunque insorgenti, ostative al raggiungimento del risultato, o comunque produttive del rischio di effetti dannosi; di richiedergli gli elementi necessari o utili in suo possesso; a sconsigliarlo dall’intraprendere o proseguire un giudizio dall’esito probabilmente sfavorevole. A tal fine incombe su di lui l’onere di fornire la prova della condotta mantenuta, insufficiente al riguardo peraltro essendo il rilascio da parte del cliente delle procure necessarie all’esercizio dello “jus postulandi”, stante la relativa inidoneità ad obiettivamente ed univocamente deporre per la compiuta informazione in ordine a tutte le circostanze indispensabili per l’assunzione da parte del cliente di una decisione pienamente consapevole sull’opportunità o meno d’iniziare un processo o intervenire in giudizio

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 luglio 2015, n. 14639 Svolgimento del processo 1. Nel luglio del 2002, la E. s.a.s. di R.F. e i suoi soci accomandatati, R.I., Ra.Ga., R. F., R.L., g. e G., convennero in giudizio il loro commercialista, dottor B.G., per sentirlo condannare al risarcimento dei danni loro causati...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 settembre 2015, n.18305. L’accertamento in un minore in età infantile che lo stato di invalidità permanente alla persona (nella specie sordità causata da non tempestiva diagnosi di meningite, stimata come determinativa di invalidità nella misura del 30% derivante da cofosi bilaterale), cagionato da responsabilità medica, sia rimediabile e sia stato in concreto rimediato tramite l’applicazione di una protesi (nella specie un impianto cocleare), non è ragione sufficiente – per vizio di violazione dell’art. 1223 c.c. sotto il profilo della mancata sussunzione dello stato invalidante come evidenziatore di un danno conseguenza patrimoniale futuro da c.d. perdita – a giustificare l’esclusione dell’esistenza, in ragione della invalidità, e sulla base di una valutazione prognostica, di un danno patrimoniale da lesione della capacità lavorativa del minore, atteso che il dover svolgersi la vita del minore con la percezione della costante applicazione della protesi necessaria per sopperire al deficit derivante dalla invalidità è circostanza che di per sé – ed a maggior ragione quando come nella specie si accompagni ad elementi desunti come sintomatici nello stesso senso dalle modalità di vita del minore nel momento in cui si compie l’accertamento – contraddice e si oppone a quella esclusione

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 18 settembre 2015, n.18305 Ritenuto in fatto Con sentenza del 28 settembre 2011 la Corte d’Appello di Roma, provvedendo, per quanto in questa sede interessa, sull’appello incidentale, proposto da B.M. e G.B. in proprio e quali esercenti la potestà genitoriale sulla figlia minore B.V. , ha rigettato entrambi...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 28 luglio 2015, n. 15859. Nell’ipotesi di danno da insidia stradale, la valutazione del comportamento del danneggiato assume una imprescindibile rilevanza, potendo lo stesso, se ritenuto colposo, escludere del tutto la responsabilità dell’ente pubblico preposto alla custodia e manutenzione della strada, o quantomeno fondare un concorso di colpa del danneggiato stesso valutabile ex art. 1227, comma 1, cod. civ.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 28 luglio 2015, n. 15859 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SEGRETO Antonio – Presidente Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. STALLA Giacomo Maria – rel. Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 27 luglio 2015, n. 15749. In caso di contestazione, il telefax non è prova di avvenuta ricezione, diversamente dagli strumenti di comunicazione ordinari, quale la lettera raccomandata con ricevuta di ritorno

Suprema Corte di Casssazione Sezione III Civile sentenza 27 luglio 2015, n. 15749 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BERRUTI Giuseppe M. – Presidente – Dott. PETTI Giovanni B. – rel. Consigliere – Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere – Dott....

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 31 agosto 2015, n. 17336. Il dies a quo del termine di prescrizione del danno (da illecito istantaneo con effetti permanenti) inizia a decorrere non dalla data dell’irreversibile trasformazione (o se antecedente dalla scadenza del periodo dell’occupazione legittima), ma dal momento in cui l’azione dell’Amministrazione venga o possa essere percepita dal proprietario come danno ingiusto ed irreversibile, e che la prova del relativo dato incombe sull’Amministrazione stessa

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza  31 agosto 2015, n. 17336 Svolgimento del processo Con sentenza del 20/12/1995-51111996, il Tribunale di Patti condannò il Comune di Oliveri al risarcimento del danno da occupazione appropriativa subito dalla Società Azimut a r.l. per la perdita di proprietà della porzione del suo fondo, irreversibilmente trasformata a strada...